Un popolo senza memoria è un popolo senza storia. In tanti, soprattutto giovani, hanno commentato il triste
episodio della caduta del giglio del Bettoliere (vero colpo al cuore),
rammentando fantomatici episodi passati senza alcun fondamento storico. Ne ho
lette davvero di cotte e di crude: una serie di sentito dire e ‘gli anziani
tramandano’, che dimostrano la scarsa conoscenza della nostra storia (in questo
caso giglistica) da parte della cittadinanza (e mi ripeto: un popolo senza
memoria è un popolo senza storia). Ho quindi pensato di ricostruire quanto
accaduto nel 1923. In quell’anno non ci fu nessun temporale ma il giglio si
spezzo per altri motivi. Temporale che invece ci fu nel 1929 anche se non si
parla nelle mie fonti di Gigli caduti al suolo ma solamente distrutti (nell’episodio
Leonardo Avella parla di Gigli già vestiti). Non possiedo foto in merito. In
quell’anno però la festa venne (forse prima volta nella storia) rinviata di una
settimana: dal 23 giugno al 30 giugno. Ringrazio mio nonno Vincenzo e mio padre
Erminio (mi mancate sempre tantissimo) che, grazie ai millemila testi
accumulati negli anni, mi hanno ‘fornito’ della bibliografia necessaria per
tale ricostruzione.
Beccaio 1923 – O gigl’ spezzato
"La mattina della festa quando i gigli sono pronti per
essere trasportati a spalla in piazza del Duomo, accadde che la
"paranza" del giglio del Beccaio (costruito da felice Ippolito,
maestri di festa i soci del circolo "dell'Unione", sito fuori la
Villa Comunale) nel mentre prendevano posto sotto le
"barre" i paranzari pensarono di farsi immortalare da un fotografo,.
Fu allora che in fretta, tutti o quasi gli uomini della paranza, montarono
sulle barre anteriori dell'obelisco al quale erano già state sciolte le funi e
che per di più si trovava in una posizione di pendenza; il giglio oscillò e...
un po' alla volta si inclinò in avanti e precipitò al suolo schiantandosi. Nel
fuggi fuggi generale ci fu una vittima: un giovane sposo di Visciano (questo
avvenimento mi è stato riferito da mio padre). A testimonianza di ciò rimando
il lettore alla visione di un documento fotografico da me riprodotto in
"Nola sulla soglia del novecento" ed. LER, Napoli 1974 dal quale si
rileva come il giglio del beccaio venne trasportarto in processione e ballò
insieme agli altri obelischi soltanto con la base e il primo pezzo. Un'altra
immagine del giglio spezzato viene riprodotta al df 162 di questo libro".
Da Documenti e cronache - vol. 6 -
Nola: 1920-1926 di Leonardo Avella, Ed. LER 1980 - pag. 556 (nota 258).
Giugno 1929 – Festa rinviata di una settimana (dal 23 giugno al 30
giugno)
"Anno 1929. La cittadinanza è restata vivamente
impressionata e scossa per il disastroso effetto del temporale che si abbattè
sulla città distruggendo ben quattro gigli, che erano già vestiti per la
tradizionale festa. Il danno è enorme in quanto le macchine sono state
abbattute e la rivestitura artistica distrutta, per cui essendo stata rimandata
su concorde parere del commissario di P.S. dott. Balzarano, dal Podestà e dal
Vescovo, si deve provvedere alla nuova costruzione delle macchine. I maestri di
festa hanno avuto con S.E. il Vescovo una riunione per concretizzare le
modalità del rinvio e per stabilire il necessario..." (Roma n. 151, giugno
1929 - cfr Leonardo Avella, Cronaca, op. cit. pag. 696). Da 'Annali della Festa
dei Gigli 1500-1950’ Vol. I di Leonardo Avella, Istituto Geografico Editoriale
Italiano, pag. 216.
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Da Documenti e cronache - vol. 6 - Nola: 1920-1926 di Leonardo Avella, Ed. LER 1980 - pag. 556 (nota 258) |
Quell’ uomo che morì nel 1923 era il mio bisnonno,giovane sposo morì per salvare la moglie incinta spingendola,il figlio che poi nacque,ovvero mio nonno,si chiamava come lui Iannicelli Sebastiano
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