lunedì 14 aprile 2014

Informazione e comunicazione: in viaggio tra le eccellenze nola-local (a colloquio con quelli de Il Giornale Locale)



Se siano belli e fighi (cool in inglese) non spetta a me dirlo (un dubbio piccolissimo ce l’ho). Ma di sicuro sono bravi, capaci e tenen e’ qualità (posseggono buone qualità). Nella vasta e infinita discarica di munnezza (e neppure differenziata aggiungo) che è il mondo dell’informazione e comunicazione locale (soprattutto dell’agro nolano… ma non solo) loro sono riusciti ad emergere, o quanto meno a ritagliarsi una bella fetta di lettori. Io li definirei anche eccellenza dell’informazione g-local, ma non lo faccio se no mi accusa di fare marchette e soprattutto gli amici-colleghi Nello e Bianca poi “se ne sagliene e capa” (si montano la testa).
Se non lo avete capito già, sto parlando del sito di informazione “Il Giornale Locale”, che di sicuro in tanti di voi conoscono (se non l’avete mai letto fatevi un giro qui http://www.ilgiornalelocale.it/). Nati dalle ceneri de IlNolano.it (Nello posso dire così?) tengono alto il livello qualitativo dell’informazione g-local, nonostante critiche (tante ma come si dice, molti nemici molto onore) e una concorrenza che si fa sempre più spietata… “E che soprattutto abbassa il livello qualitativo dell’informazione” suggerisce Nello Lauro, fondatore e direttore del giornalelocale.it, giornalista per professione ma, soprattutto dico io, per passione. D’accordo con il “boss” anche il braccio destro, Bianca Bianco (una riccia dal pugno di ferro e dalla capa tostissima, che vi assicuro non le manda certo a dire), condirettrice del quotidiano online in questione: “In pratica c’è un sito nuovo ogni giorno. Alla fine il tutto però si riduce a un grande copia e incolla. E si leggono sempre le stesse notizie. Differenziarsi non è semplice”.

Voi però ci siete riusciti e continuate a farlo. Come?
Nello: “Puntiamo molto sulla qualità dei contenuti. Facciamo il nostro mestiere: I giornalisti. In un’epoca in cui il lettore medio al massimo guarda il titolo e la foto, però non è proprio semplicissimo. Noi, come ho già detto pocanzi, cerchiamo di puntare sulla qualità, sia dei contenuti che delle notizie. Anche se ti cadono le braccia quando vedi che quelle più cliccate trattano di gossip e sesso”. (E infatti, mentre scrivo la notizia più letta è “Gioco erotico troppo bollente…” ma subito dietro c’è  l’interessante querelle tra il Conservatorio Cimarosa e il Comune di Nola, nda).

Qualità che in certi casi va a discapito della quantità (e mi guardano strano). Mi spiego meglio. Oggi grazie al massiccio utilizzo dei comunicati stampa, si leggono dappertutto le stesse cose (ma proprio uguali uguali uguali). Sul vostro giornale online però non è così… Non si pubblica sempre tutto e io ne so qualcosa… (ridono, nda). Perché questa scelta?
Nello: “I comunicati sono troppo spesso autoreferenziali. In certi casi si riducono a vere e proprie autocelebrazioni di qualcuno o qualcosa. E questo per me va a discapito soprattutto di chi emette il comunicato. In certi casi troppa autoreferenzialità è davvero ridicola. Chi legge se ne accorge e giudica. A volte si sottovaluta il lettore. Questo è in grado di riconoscere una notizia autoreferenziata (suppongo che ripetendo continuamente auto referenziata, Nello voglia chiaramente dire “marchetta”, nda). Certo ci sono anche ‘comunicati’ che meritano spazio…”
Bianca: “Ma siamo sempre attenti al diritto di replica, il contraddittorio è fondamentale. Siamo sempre aperti, pronti ad accogliere chi vuole replicare. Anzi, per noi è forse la cosa più importante. In molti casi poi approfondiamo i contenuti dei comunicati, cercando si di differenziarci dagli altri, ma soprattutto di dare al lettore una informazione a 360 gradi…”

Si vabbè, tutto molto bello.. Ma anche voi avete “sponsorizzazioni”, ne vogliamo parlare. L’Agenzia di Sviluppo ma anche un noto negozio di un imprenditore-politico della zona. Non mi venite a dire che non hanno cercato di influenzarvi. Dite la verità, almeno un pochino gli avete dato retta, fornendo qualche “spazio redazionale”… Qualche mala lingua poi dice che gli avete dato qualcosina di più…
Nello: “L’Agenzia di Sviluppo ci ha scelti per fare pubblicità ma non abbiamo mai esitato a ‘scrivergli contro’ quando ce ne era il motivo. Per il resto, è vero che con il settimanale cartaceo IlNolanoSette avevamo una pagina tutta dedicata a una zona e una persona, però abbiamo sempre indicato al lettore che si trattava di contenuto a pubblicità redazionale o elettorale. Chi investe comprando i nostri spazi pubblicitari compra solo pubblicità, non il giornale. E comunque, abbiamo dato, e lo facciamo ancora, sempre spazio per il contraddittorio. Se qualcuno non è d’accordo può sempre chiamare o contattarci, siamo sempre disponibili”
Bianca: “Quella degli spazi pubblicitari è una delle critiche che spesso ci hanno fatto. Accusandoci di essere venduti. Noi però abbiamo la coscienza a posto. E soprattutto i lettori possono leggere e giudicare. Ti ricordo però che la nostra non è una missione di volontariato. E’ un lavoro…”

Infatti, su questo non ci piove. Allora visto che siamo in tema: come “campate”. Ho visto pubblicità un po’ troppo invasiva (a me non piace troppo, mi infastidisce, nda). Non pensate che possa allontanare qualche lettore? Forse non sarebbe meglio puntare sul crowdfunding? Se non sbaglio con IlNolano.it ci avete provato, com’è andata?”
Nello: “Ci provammo è vero. Ma non andò affatto bene. In Italia non siamo ancora pronti per operazioni del genere. La gente non compra i giornali, figuriamoci come si possa pensare che dia contributi online, quando internet e la rete sono per definizione senza costi, gratis. Purtroppo in un modo bisogna pur fare cassa. E la pubblicità di un certo tipo si rende necessaria per poter proseguire, crescere e migliorarsi. Posso capire il lettore, ma se lo fanno Repubblica e Gazzetta, allora non capisco perché, se lo facciamo noi, diventa un problema?”
Bianca: “L’editore è Nello (ride di gusto) quindi a questa domanda dovrebbe rispondere lui. Io posso solo dire che mai siamo stati di parte”…

Ah no? Ma sono davvero tanti (la lista è lunga) quelli che vi hanno accusato (e lo fanno ancora) di essere di parte…
Bianca: “Ogni giorno ci fanno indossare una casacca di colore diverso. Soprattutto a Nola. Un giorno siamo pro Biancardi, quello dopo contro. Una volta siamo a destra, l’altra siamo a sinistra, poi al centro (ride, nda). Dico solo che ci hanno criticato e accusato di essere di parte un po’ tutti. Da Città Viva a Forza Italia, al Pd. Se tutti ci accusano di essere di parte non vuol forse dire che evidentemente cerchiamo di fare bene solo il nostro lavoro? Ovviamente quando gli conviene ci tirano per la maglia un po’ tutti”…
Nello: “In tanti anni ho imparato una cosa: a Nola servi solo se sei servo. Se non è così dai fastidio. Noi ci muoviamo in un ambiente altamente competitivo, cerchiamo di fare con professionalità il nostro lavoro e penso che i lettori ci premiano con le loro visite sul giornale online. E’ normale essere accusati di essere di parte. Però, come ha ben precisato Bianca, se tutti ci accusano di essere di parte forse significa che non parteggiamo per nessuno”.

 PS. Piccola precisazione: questo post, come qualcuno potrebbe obiettare, non è affatto una MARCHETTA (quelle cerchiamo di lasciarle ad altri) ma si basa su dati reali e obiettivi (visite e click nel caso) ma soprattutto sull’alta qualità del “servizio” che i ragazzi del “sito” che abbiamo incontrato offrono alla loro utenza (cioè a tutti noi). Sfido chiunque a trovare un “prodotto” migliore sul mercato locale…

PS2. Questo è il primo post che tratta delle “eccellenze” dell’informazione e della comunicazione locale. Prossimo appuntamento con l’ufficio comunicazione della società di volley  Nola Città dei Gigli degli amici Gelsomina Pasciari e Nicola Alfano…



venerdì 11 aprile 2014

Cucù cucù il manifesto non c’è più (ovvero: Infante il manifesto volante)



Nuntio vobis gaudium magnun: dopo dieci giorni dieci finalmente la città è stata liberata dai manifesti elettorali della signora Infante. Diciamocela tutta, sarà anche una bella donna la Infante, ma stava cominciando a stancare il vedere a ogni angolo della città l’immagine della signora in questione (anche se gradevole). 

I fatti. In data 29 marzo comparivano (prima a macchia di leopardo poi a tappeto) i manifesti elettorali della candidata Infante nelle liste di Forza Italia (liste peraltro non ancora ufficiali). Nola era praticamente invasa da questi manifesti. Qualcuno prova a protestare. Ma la legge parla chiaro. Tutto secondo le regole. Sono stati pagati i diritti di affissione e quindi tutto lecito (hanno più volte spiegato dall’Ente di piazza Duomo). Anche altri però pagavano le tasse e non ricevevano lo stesso trattamento. Perché? Forse chi materialmente era addetto all’affissione era “legato” alla signora Infante? (lo so, lo, pensiamo sempre male...)

La protesta. Appena “uscito” il manifesto protestano il Movimento 5 Stelle e la candidata a sindaco Mariafranca Tripaldi (infondo al post l’istanza presentata al Comando di Polizia Municipale con risposta dell’ente). Ma nulla cambia, d’altronde la legge parla chiaro. Qualcosa però non quadra. Perché altre manifestazioni non hanno pari trattamento. E’ il caso della Federazione Assocampaniafelix (Ggiugliano, Acerra, Nola) di Gennaro Esposito che alza la voce nell’occasione del convegno “Registro tumori: dal triangolo della morte al cerchio della programmazione” in programma il 5 aprile scorso. Il manifesto dell’evento viene affisso nella serata del 3 aprile ma spiega Gennaro Esposito (delegato della Federazione) tramite comunicato stampa che “sul manifesto fatto affiggere è stampigliato il periodo autorizzativo ‘3 aprile – 12 aprile’ (vedi foto in coda al post) per un evento che si svolgerà il 5 aprile. Trovo davvero ridicolo che un’amministrazione consenta un disservizio simile. Come è possibile affiggere un manifesto il giorno prima dell’evento e tenerlo affisso fino a 7 giorni dopo lo stesso? Chiederemo i danni” (FONTE http://www.081news.it/2014/04/nola-dopo-caso-infante-servizio-affissioni-comune-attacco/526/)

E la gente si incazza... Con precedenti del genere era normale che il servizio affissioni fosse atteso al varco. E così questa mattina (venerdì 11 aprile) sui social impazza la protesta in occasione della manifestazione a sostegno di Mariafranca Tripaldi candidata a sindaco della coalizione Nola Che Cambia (con l’intervento dell’on. Massimiliano Manfredi e dell’on. Ciccio Ferrara). I diritti di affissione vengono pagati l’8 aprile (vedi foto in coda al post) e i manifesti consegnati il 9 aprile con richiesta di affissione il giorno successivo. Cosa che puntualmente NON ACCADE. Venerdì 11 allora la rete si scatena e MAGICAMENTE alle ore 11.53 vengono affissi i manifesti. Insomma anche in questo caso tutto secondo le regole, la legge viene fatta rispettare (o NO). Contemporaneamente spariscono gran parte dei manifesti della Infante…

Conclusioni. Anche questa volta le lascio a voi lettori. Penso di essere riuscito a fornire abbastanza elementi per farvi un’opinione in merito alla vicenda. Sempre disponibile a fornire spazio a chi la pensi diversamente.

PS. Non so voi ma io rimpiango il caro Franchino…

PS 2. Non se la prenda la candidata in questione. Qua si gioca, si scherza. E’ tutto un recito, un film (MA ANCHE NO)

PS. 3 Caro Felice oltre al caffè ora ti tocca pure un cornetto. Vediamo mo di non esagerare perché protesti anche dovermi offrire una cena. Conosci bene la “tradizione familiare” e in quel caso ti faresti molto molto male...

PS. 4 I diritti di autore della frase nel titolo “Infante il manifesto volante” appartengono a Città Viva. Vi prego non mi fate causa che sono padre di famiglia 
L'Istanza dell'avv. Mariafranca Tripaldi

La risposta all'istanza della tripaldi (parte 1)

La risposta all'istanza della Tripaldi (parte 2)

Il timbro sui manifesti della Federazione Assocampaniafelix (Nola, Acerra, Giugliano)

Il vaglia che certifica i diritti di affissione per la manifestazione della coalizione NolaCheCambia

mercoledì 9 aprile 2014

Lo stadio a Nola (tra gioielli, gioiellini e l’isola di Ischia)



Ho sperato, ho cercato di non vedere i tanti post su facebook, ho evitato sapientemente le millemila discussioni, ho chiuso gli occhi di fronte a certe foto. Ma tanto avete fatto, tanto avete sfruculiato la mazzarella che mi vedo costretto a scrivere (eh sì, ancora una volta… che in quasi dieci anni ho perso il conto) sulla questione stadio. Chiedo perdono a qualcuno a cui avevo promesso di non farlo più, ma non sono riuscito proprio a trattenermi. E vi giuro mi sto mordendo le mani da oggi pomeriggio… Mò se volete prendervela con qualcuno andate da due Felici (voi sapete chi siete) che in una discussione virtuale hanno dato origine a questo post… Ora vi aspetta la lettura di questo post che, ahimè è un po’ lunghetto, alla faccia dell’essenzialità della rete (e vi prego arrivate fino in fondo perché da Ischia….)

Le origini. Dalle stelle alle stalle. Nel senso letterale del termine. Dopo un iter alquanto complesso, ma stranamente rapidissimo, in poco più di due anni Nola perde (io dico che se lo sono venduto) un pezzo di storia. Prima cominciano con le torri faro. Vendute per cifre irrisorie (3000 euro o poco più, insomma un piatto di maccheroni) ma soprattutto illegittimamente. Dopo tanti anni ancora non si è capito (e onestamente non lo si capirà mai perché SONO SCOMPARSE LE CARTE o meglio LE HANNO FATTE SPARIRE) chi ha venduto questi riflettori e soprattutto chi ha incassato i soldi. Per la cronaca: i riflettori stanno a Pomigliano che l’amministrazione comunale ancora ringrazia (e secondo me ci piglia pure per il culo). Ma questo è solo l’inizio. Poco dopo l’avvio del procedimento per avere i fondi europei per il museo della cartapesta (o cittadella che dir si voglia) riprende vita pure il calcio a Nola grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale che “sponsorizza” (capisc a mè) quello che nasce come Boys Nola e poi si trasforma in Atletico Nola. Nel primo campionato in Seconda categoria si spendono cifre da paura (intorno ai 60mila euro, cifra da capogiro per l’epoca) e, ad onor del vero, si vincono tutte le partite. Nel frattempo il Comunale chiude. L’unica voce di protesta (perché allora c’era solo lui) arriva dal blog Nolaforever. Onestamente qualche articolo lo scrivo pure io (su Il Roma) ma a entrambi non ci caca nessuno…

Il gioiellino. I nostri cari (e davvero bravi) amministratori non ci lasciano senza calcio e soprattutto senza stadio. Molti di quegli anni (che poi sono sei-sette anni fa) sono stati consiglieri e assessori con Biancardi e qualcosa mi dice che anche stavolta non sarà facile schiodarli dalla poltrona (anche se io, sognatore, un po’ ci credo). Comunque dato che per loro il cittadino (e in questo caso il tifoso e appassionato di calcio) viene RIGOROSAMENTE SEMPRE prima del loro interesse personale, ci regalano il GIOIELLINO SPORTING CLUB. Da un campo di patate (più che di calcio)cnel Rione Gescal riescono a tirar fuori un impianto che lo Juventus Stadium gli fa un baffo (e pure la barba, i capelli e lo shampo). Ma vi rendete conto di quanto cazzo è brava questa gente!!! Vengono spese cifre intorno al milione di euro per dare vita al nuovo e super splendidissimo  impianto calcistico cittadino (anche allora pubblicizzato dai mass media manco fosse il nuovo colosseo). Capienza ridottissima rispetto al vecchio Comunale (si passa da 6000 posti a 1000 circa – non tutti a sedere -da tre settori – Curva, Distinti e Tribuna coperta - a mezzo – e pure scoperto ). Ma attenzione, le sorprese non si fermano qua. Perché la bravura e la grande capacità dei nostri amministratori (quelli di ieri che poi sono pure quelli di oggi) non si ferma qua. Ecco un’idea da paura, a dir poco controtendenza e, oserei dire, RIVOLUZIONARIA. Il manto in erba naturale. Esatto. Non avete sbagliato a leggere. E’ proprio così. Quando in tutta Europa (e anzi nel mondo) si facevano i manti in sintetico a Nola investono sull’erba naturale. Avete visto che cazzo di geniacci che ci hanno amministrato (e continuano a farlo,perché per ¾ sono gli stessi di allora). Non solo. In inverno, con le prime piogge tutti si rendono conto che il “gioiellino” ha un problema. Non drena. Ma manco una goccia d’acqua. Che certe volte pare una palude (vi giuro solo chi ha visto può capire… per le foto chiedere a Gaetano Ruoppo che sicuro le ha ancora). Che forse pensate che qualcuno ha lucrato sui lavori? Ah, ah, ah birbantelli. Ancora una volta non avete capito una beneamata mazza. Questi grandi fottutissimi geni avevano pensato ad un impianto calcistico che si trasforma in piscina o anche in laghetto di pesca sportiva.  Nel frattempo i tifosi (e il blog Nolaforever) fanno il diavolo a quattro. E pure la società dello Sporting Nola gli dà una mano. Il pressing sull’amministrazione comunale è asfissiante (anche io gli do una mano da Il Roma e da Il Nolano, ma non si può paragonare a quello che hanno fatto loro). Nel frattempo cambia sindaco (arriva Geremia Biancardi) anche se l’amministrazione comunale non cambia poi tanto (per ¾ è la stessa). Il sindaco promette di risolvere la questione stadio. Prima mossa: il manto sintetico. Che quanto meno rende utilizzabile la struttura anche nella cattiva stagiona e soprattutto la rende fruibile a tutti (Nola ha più di una squadra di calcio). I problemi però non finiscono.  Costa ben oltre 500mila euro (di soldi pubblici attenzione). La ditta che vince la gara di appalto è di Castello di Cisterna (e UDITE UDITE fa infissi, porte e finistre e... GIURO NON E’ UNO SCHERZO). A dirigere i lavori vengono visti personaggi di Nola (vero felice Giannini, ti ricordi di chi stiamo parlando?). La squadra nel frattempo torna in serie D e i tifosi chiedono di ampliare la tribuna. Comincia l’iter per i lavori che sarebbero dovuti durare qualche mese,  ma che a ora sono ancora “in corso” anche se, GUADACASO, saranno ultimati prima delle elezioni. Però, ripeto, è solo una coincidenza, uno strano scherzo del destino (beffardo aggiungo io). Di fatto lo Sporting Nola, prima è costretta a cominciare il campionato in altri lidi, poi, di giocare “realmente” in casa ma a porte chiuse. In totale, in circa un decennio, sono stati spesi 2 milioni di euro (o giù di lì). I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma soprattutto su un blog locale il primo cittadino di Nola, Geremia Biancardi paragona lo Sporting Club ad un gioiello. E' certo dico io. Napolitano parlava di gioiellino, ora si parla di gioiello. Giustamente non cambia l'amministrazione, non cambia neppure la retorica. O mi sbaglio.

Dal gioiellino al gioiello (chiuso al pubblico anche se ancora per poco). Ad ora la struttura è ancora indisponibile (anche se a breve ci sarà l’ennesima riapertura). Le squadre cittadine ci possono giocare ma a porte chiuse. Durante tutto l’anno lo Sporting ha supplicato, implorato,elemosinato la conclusione dei lavori. Ma che giochiamo a fare se nessuno ci può venire a vedere, si chiedevano a ripetizione i dirigenti dello Sporting Nola. La speranza è che si abbia la decenza quanto meno di non chiedere il voto (ma questi ci hanno la faccia come il c... verrebbe da chiedersi). Stando a quanto si apprendeva dai vari organi di informazione locale ci sono stati problemi tecnici. Queste le parole di Pasquale Petillo (rilasciate a metà Novembre 2013), consigliere del comune di Nola e collaboratore dell’assessore ai lavori Pubblici Enzo De Lucia in merito alla vicenda (Fonte ilcazziblog.wordpress.com) “Purtroppo i ritardi non dipendono dall’ufficio tecnico (del Comune di Nola, ndr); anzi l’ufficio ha sollecitato la ditta affidataria, Costruzioni Caccavale, più volte a riprendere i lavori, minacciando anche la rescissione del contratto; allo stato sembra che la ditta affidataria abbia dei problemi tecnici con la ditta fornitrice; comunque ci stiamo attivando per la montatura del blocco dei bagni prefabbricati per il settore ospiti, almeno questo consentirebbe in tempi brevissimi di procedere ad un’agibilità parziale che permetterebbe allo Sporting di giocare a porte aperte”. In poche parole il classico scaricabarile. La colpa non è mica nostra (dell’Ufficio tecnico del Comune di Nola e dell’amministrazione comunale) ma della ditta affidataria dei lavori, la quale, a sua volta, gioca a scaricabarile con la ditta fornitrice. Resto però basito quando poi vedo foto datate 31 marzo (mica novembre attenzione) con i lavori per la tribuna in pieno svolgimento… Vabbé, #macheciavetepresoperdeicoglioni…

Arrivano le elezioni. Uè, manco a farlo apposta i lavori si apprestano a terminare a meno di due mesi dalle elezioni (ma questo lo abbiamo detto già). E via con le foto celebrative (ma quanto siamo bravi, ma quanto siamo belli, ma quanto siamo fighi). Per una struttura PREFABBRICATA in ferro, che davvero ci volevano 100 anni per realizzare (basta vedere le foto in coda al post), loro ce ne hanno messo solo uno. CHAPEAU, siete tropp brav.. e bell. (che dite ce la facciamo una foto?). Intanto, per la cronaca, lo Sporting Nola ha finito il campionato. Senza giocare una gara a porte aperte (ma, come affermava Petillo, la colpa è dei cessi…). Evidentemente, sotto le elezioni, sono usciti pure i soldi per pagare la ditta Caccavale che doveva (forse) a sua volte pagare la ditta fornitrice. Alla fine però tutto è risolto. Per fortuna, se no sai che tristezza le elezioni senza stadio e tribuna. Un primato però nessuno ve lo potrà mai togliere. Ci avete messo un anno per costruire una tribuna (della serie a noi flash ci fa barba, capelli e shampo).

Forse non tutti sanno che… Nola e Ischia non hanno in comune solo l’esibizione di un giglio negli anni ’80. Il legame è forte tanto che intorno alla squadra isolana gravita l’imprenditore Punzo. Quello del Cis e di Vulcano Buono, proprio lui. Quello degli oneri di urbanizzazione. Insieme a lui l’imprenditore Carlino (una delle sue aziende ha sede legale a Nola, presso il Cis. Tanto che l’Ischia Calcio qualche anno fa ha fatto la presentazione ufficiale a Nola, vero Nicola Alfano). Ebbene questi hanno rilevato l’Ischia Calcio con la società Green Island (che attualmente detiene l'82% delle quote societarie) perché hanno un progetto. Un grande progetto: rifare la struttura dello stadio Mazzella, in maniera tale da ampliarne la capacità da 3000 a 8000 posti, rendendo tutta la struttura più confortevole e con servizi adeguati. Al livello stradale sorgerà un’area commerciale da 5000 metri quadrati, ai livelli superiori un bar ristorante da 300 posti, postazioni per le troupe televisive, uffici ed alloggiamenti per la scuola calcio, un centro fitness e benessere. Carlino, Celentano e altri imprenditori sposano la causa. Così come la famiglia Punzo e tutto lo stato maggiore del Cis di NOLA, mica di Ischia (a noi ci hanno lasciato solo “vasoli” e pure messi una mezza chiavica). Per la cronaca la squadra dell’Ischia milita in serie C2, in posizioni di alta classifica. L’obiettivo è la serie B (per info http://www.tifoischia.it/ischia-la-scalata-alla-b-parte-dallo-stadio/)...  Ma anche in questo caso la colpa sarà solo dei servizi igienici… Quali però decidetelo voi…

PS. La stesura di questo post è dedicata all’amico Felice Giannini ma anche a Felice Natalizio. Senza la vostra “discussione” di oggi su fb non avrei mai cominciato(e mi dovete un caffè che ho fatto mezzanotte a scrivere)

31 marzo 2014. Dopo quasi un anno la tribuna è praticamente ultimata. Giusto in tempo per le elezioni. Intanto lo Sporting Nola ha giocato un campionato intero a porte chiuse. Ma d'altronde allo stadio si vota mica si gioca a calcio....

giovedì 3 aprile 2014

La Diocesi di Nola InDialogo (Serale però eh) sui social network



Ed eccoci di nuovo qua. A parlare ancora una volta di comunicazione web 2.0. Questa volta mi tocca occuparmi niente di meno che (tatààààà)… della Diocesi di Nola. Ebbene si, qua si rischia la scomunica… A parte gli scherzi, devo comunque complimentarmi con i due responsabili dell’ufficio comunicazione diocesano Alfonso Lanzieri e Mariangela Parisi che subito si sono detti disposti a incontrarsi con me e scambiare quattro chiacchiere sull’argomento. Bravi, bravi, bravi a metterci la faccia e soprattutto ad interagire con un rompicoglioni polemico come me medesimo. Molto interessante il confronto di idee con i due responsabili dell'ufficio di comunicazione della Diocesi. Nel post, come leggerete, non sono affatto tenero con loro ma alla fine si sono lasciati “intervistare” (anche se è stata più che altro una piacevolissima chiacchierata) e rispondere ad una serie di domande davvero scomode (perché noi comunichiamo e non marchettiamo), quelle domande che non sentirete mai durante una conferenza stampa ma che, secondo me, ogni giornalista-comunicatore, dovrebbe fare (e forse pure vorrebbe ma per etichetta non lo si fa mai).

Passiamo ai fatti (virtuali e reali). Nel mio incessante e dolce naufragar nell’immenso mare della rete e dei social mi sono imbattuto qualche giorno fa nella pagina fb (Serali InDialogo) che sponsorizzava un’ottima e interessante iniziativa della Diocesi di Nola: Comunione in Rete. In cosa consiste? L’ufficio comunicazione lo spiega in un post su FB (datato 5 marzo) che qui riporto in parte: Da questa sera, 5 marzo, fino al 1 aprile, l’Ufficio per le Comunicazioni sociali, attraverso il profilo (InDialogo Chiesa di Nola) e la pagina Facebook (Serali inDialogo) e Twitter (@inDialogoNola) del mensile diocesano, ogni mercoledì, proporrà a tutti i suoi contatti spunti di riflessione sui cinque “esercizi di comunione” proposti dal Vescovo Depalma con il messaggio per la Quaresima. Condividi la tua riflessione su Facebook o Twitter. Al termine di ogni settimana, le riflessioni, i dubbi, gli interrogativi e le perplessità emerse saranno tutti raccolti e consegnati ad un sacerdote o ad un laico perché possano elaborare le possibili risposte. I loro contributi saranno ripresi e resi disponibili sul sito diocesano (www.diocesinola.it) e sul canale YouTube della Diocesi”.

Risultati da paura (che a Dario Argento gli fanno un baffo). Al primo questionario sono arrivate 34 risposte. Va bene, avranno pensato gli ideatori del citato questionario, sono poche ma cresceremo. E invece al secondo è arrivata una mazzata tremenda. Di quelle che ti tolgono il fiato, ti spezzano le gambe (e ti è andata pure di culo, dico io): solo 4 persone hanno risposto al secondo questionario, di cui solo 2 hanno svolto in toto il compito.
Nelle riflessioni postate su YouTube la spiegazione data alle sole 4 risposte al questionario (e se non avete capito ve lo ripetiamo ancora: sono solo 4) è stata: “Il concetto di impegno è slegato da quello di servizio…”. Si vabbè, buonanotte (io il post non l’ho cambiato da come l’ho scritto martedì, ma quest’ultima affermazione andrebbe quanto meno rivisitata, poi vi spiego perché). Non è neppure “passata per la capa” che forse le domande erano rivolte ad un pubblico (utenza), diciamo così (in “parole povere”), specializzato. Allora l’eccezionale comunicazione di Papa Francesco che, per dirla in “parole povere” (ecco che ci risiamo) , parla un linguaggio semplice e per questo arriva diretto al punto (che poi sarebbe il cuore di noi credenti) non vi ha insegnato proprio nulla. Se si vuole fare un questionario per coinvolgere la rete bisogna farlo con le parole della rete e non con quelle dei “teologi”, o meglio con quelle rivolte ai teologi. O quanto meno che si indirizzano (e quindi tendono a coinvolgere) verso persone che sono arrivate nel loro percorso di fede “parecchio avanti”. Altrimenti vi rispondono solo i teologi  (o coloro i quali hanno maturato una fede matura e profonda, di “buon livello” – sempre usando “parole povere” per capirci) che, per l’appunto, sono quattro gatti o trentaquattro (e avete visto che i conti tornano). Ma non è questo il punto focale. L’errore sta alla base. E cioè non si è pensato di costruire le domande appositamente per gli utenti a cui sono destinate. E quindi si è sbagliato a comunicare (stiamo parlando per gli esperti di web marketing dell’individuazione delle buyer personas). PRIMA LEGGE del web markentig e della comunicazione web è: I CONTENUTI GENERANO AZIONE. Ora io mi domando: ma con i contenuti da voi postati, con le domande da voi proposte ma che azione vi aspettavate di generare?

 Sentiamo chi parla. Nel mio blog cercherò sempre e comunque di concedere una sorta di contraddittorio. Prima di pubblicare questo post ho chiamato l’amica (metalmeccanico della comunicazione come me, perché oggi siamo davvero in tanti) Mariangela Parisi spiegandogli la situazione e abbiamo fissato un appuntamento per una sorta di colloquio a tema. Per me è stato un piacere, spero anche per Mariangela e Alfonso (che non conoscevo personalmente). Allora ritorniamo al punto di partenza: con i contenuti da voi postati che azione vi aspettavate di generare? “Sapevamo che non sarebbe stato facile – spiega Alfonso – Ed è difficile confrontarsi con tali numeri. I social sono per i giovani e bisogna considerare la difficoltà oggettiva che ha la Chiesa con le giovani generazioni. Questa viene sempre identificata con abiti talari che sanno di vecchio, per certi aspetti nell’immaginario collettivo Chiesa e conservatorismo viaggiano a braccetto”. Certo, non c’è dubbio. Per un’istituzione millenaria non è mai facile ‘mettersi in gioco’. Ma non si è risposto alla mia domanda. Interviene Mariangela con un’osservazione davvero molto interessante (e che si ricollega al si vabbé buona notte accennato poco sopra). “Ma hai pensato – dice – che anche la ‘non azione’ possa essere stata una scelta da parte degli utenti della rete?” In pratica un contenuto che genere l’azione di non agire (e scusate il gioco di parole). Lo ammetto, colpito (ma non affondato bella!!!). Se parliamo di Chiesa e giovani ci può stare senza problemi una risposta del genere. Soprattutto con la premessa fatta da Alfonso. Io però provo a non cedere di un millimetro. E difendo il mio post. Ragazzi i risultati sono scarsi. E ritiro fuori i numeri… Ma Alfonso è un “bucchino” (mi perdonino le signore-signorine, ma è così) e risponde di fioretto. “Giustissimo, ma noi i numeri non li contiamo. Li pesiamo”. Che in pratica vuol dire meglio pochi ma buoni? No, mi spiace non ci casco. Ma arretro e mi difendo col coltello tra i denti (due contro uno non è proprio giustissimo però eh… ) Rilancio: avete usato il web senza però seguirne le regole. E se non le segui il fallimento (dell’obiettivo però) è dietro l’angolo. E sto parlando di regole “tecniche”. Qua entrambi dicono: “su questo protesti aver ragione”. Come solo potrei… E dai ragazzi, una datemela vinta… Su una cosa però ci troviamo in accordo: il passo fatto. E’ importante davvero dico io. E nei confronti della rete (e quindi verso l’esterno, verso l’altro), ma anche nei confronti dell’interno, di quella Chiesa che vede ancora con un certo sospetto il web e la rete (sorprende ma è così). “Il mettersi in gioco sui social è stato un grande passo per la Chiesa di Nola – conclude Alfonso – E non bisogna sottovalutarlo. Il Vescovo ha lanciato un messaggio. E anche se i risultati sicuramente potevano essere migliori, guardiamo sempre il bicchiere mezzo pieno”. Anche se non sono proprio d’accordo, posso comunque affermare che il confronto finisce con un pari (anche se hai punti ho vinto io… tiè).
L’ora però si è fatta tarda. Su quanto ci siamo detti ci si sarebbe potuto scrivere un libro. Di certo approfondiremo il contenuto, magari sul mio blog. Ne sarei onorato. “Vedremo, vedremo” dicono con un sorrisetto strano. A me farebbe molto piacere.

PS. Mariangela mi aspetto una bella risposta (e forse più completa di quello che ho scritto io). Linguaggio informale però eh… Mi raccomando, qua non stiamo in Curia (ah, ah, ah).
PS 1. Ragazzi vi voglio bene. E scrivere questo post è stata una tortura (e sapete BENE - a cosa mi riferisco)
PS 2: Ancora una volta spero che i lettori interessati si informino e si confrontino (magari), provando a generare un dibattito con il contenuto di questo post. Vi prego (ancora una volta): STUPITEMI!!!

LINK per approfondire
Di seguito il link della pagina FB dove trovare le domande, gli spunti di riflessioni, video e quant’altro (un giro fatevlo comunque, che, a prescindere dalle mie e vostre opinioni in merito, i ragazzi si sono impegnati, credono in quello che fanno e soprattutto sono disposti a mettersi in discussione (magari qualche mi piace sulla pagina forse se lo meritano che dite...)