venerdì 21 settembre 2018

Dalla serie A2 a Nola: la storia del preparatore Alfredo Diana (e come riesca ogni giorno a non farsi cacciare da casa)


“Prosegue senza intoppi (vi prego, non ridete) la preparazione atletica … Agli ordini dell’allenatore tizio e del preparatore caio la squadra si sta preparando alla stagione ufficiale…”. Credo che in vita mia avrò scritto centinaia di pezzi con questo attacco. E in queste centinaia di articoli mai una volta che avessi sentito per un ‘intervista un preparatore atletico. Dunque, quella con Alfredo Diana è la mia prima volta. 

Chi è Alfredo Diana 1? Il preparatore atletico del Nola Città dei Gigli. La sua storia con la pallavolo è cominciata più di dieci anni fa, un cammino che lo ha portato fino alla serie A. Il destino (che si chiama Luciano Della Volpe) poi lo ha portato a Nola, al Città dei Gigli, con cui ha conquistato la promozione in serie B2.
“Ho praticato calcio a livello agonistico, poi ginnastica dove ho vinto un campionato nazionale. Nel 2005 la prima esperienza col volley. Mi chiama Ignazio Nappa che allenava il Carinaro in B2 e mi chiede di fare qualche lezione di step alla squadra durante la pausa natalizia. All’epoca il Brasile utilizzava lo step per allenarsi. Da lì ho cominciato per poi proseguire come preparatore”.

Fino ad arrivare in serie A2…
“Grazie a Luciano Della Volpe. A lui mi lega un affetto importante oltre ad una grande stima personale, che resta e resterà credo per sempre. Le esperienze, le emozioni che abbiamo vissuto insieme non si possono dimenticare mai. Come Elena Drozina d’altronde. Sono persone importanti nella mia vita. E poi è anche grazie a loro che sono arrivato a Nola. Dividermi professionalmente da lui è stato difficile. Davvero tanto guarda. La mia riconoscenza ci sarà per sempre. Ma in questo momento sono a Nola e sono felice di stare qui”.

Col Nola, anzi con Nola,  è quasi stato un colpo di fulmine…
“Al primo allenamento un anno fa ho provato sensazioni positive, mi sono sentito come a casa mia” (nonostante il non perfetto stato dei luoghi della ‘G. Bruno – Fiore’ e del Palazzetto… Alfrè non voglio sapere come è casa tua ma mi fai preoccupare un poco, mo nasce una bambina…)

Alfredo si è calato benissimo nella realtà. Forse pure troppo direi. Ha partecipato a numerose serate della festa, ‘gozzovigliando’ (ah ah ah) e facendo burdello pure sotto ai gigli (ti manca una cullata però, quindi niente carta d’identità di nolano doc, almeno non ancora…)
“Il senso di appartenenza di voi nolani è qualcosa di spaventosamente bello (lo devi scrivere e l’ho scritto, ok). Dalle mie parti (Aversa) non è così. Mi ha conquistato giorno dopo giorno. Mi ha preso davvero. Tanto che a giugno sono venuto spesso a Nola. Ho partecipato e ho visto la festa. Ho portato pure mia moglie nonostante fosse incinta. Molti mi dicono (pure io eh, ma non solo) che si vede che sono nolano dentro. E questa cosa davvero mi riempie di orgoglio”.

Chi è Alfredo Diana 2? E’qualcosa di più di un preparatore atletico (di ottimo livello). Trascinatore del pubblico nelle gare casalinghe, dj resident, animatore del gruppo, tassista (ripeto, gli manca solo portare il giglio. Ma l’anno prossimo non sfuggirai. La maglia della paranza, ovviamente la Stella, fai come se già ce l’avessi). Vive la realtà del Nola Città dei Gigli “praticamente 24 ore su 24”. In più ha una palestra che lo impegna quotidianamente e fa pure il professore…
Come riesci a fare tutte queste cose e non farti cacciare da casa da tua moglie?
“Non ne ho la minima idea. Rischio di essere messo alla porta ogni giorno. Tra la palestra ad Aversa e il Nola Città dei Gigli torno praticamente tutte le sere dopo mezzanotte. Ogni volte che riesco a mettermi a letto mi dico ‘Alfredo ce l’hai fatta anche questa volta'”.

Eh, ‘però adesso arriva un’altra figlia, non potrai più fare tutte queste cose’ (cit. mia moglie Veronica)…
“Lo so, ma io dico sempre che quando sarà (non manca troppo ma neppure poco) affronteremo la situazione e vedremo il da farsi. In un modo o nell’altro ci organizzeremo” (uààà pure io la stessa cosa #teampapàbis)

Per concludere una domanda sul campionato oramai alle porte… Che stagione sarà?
“Durissima, ma ce la stiamo mettendo e ce la metteremo tutta. E anche di più. Quella di Guido è una scommessa che mi affascina. Mi piacciono le sfide, le missioni quasi impossibili. Più è difficile più sono spinto a dare il meglio. Alla fine come dite a Nola ‘se a spalla nun cia fa c’ pens o core”.


sabato 21 luglio 2018

Nola c'è, anche "quasi sul tetto del mondo"

A. “Facciamo una cosa tipo un’intervista o una chiacchierata che facciamo tra di noi..."
C. “Si… Ma aspettiamo domani almeno, che ci sta la finalina”
A. “Va bene… Io volevo ripercorrere tutta la carriera”
C. “…” [Ecco, io un “coccodrillo” vorrei proprio evitarlo, almeno per tanto tanto tempo]

 
Il punto di partenza è: la nazionale italiana femminile di sitting volley arriva quarta nel campionato del mondo.
Eh vabbuò… Neppure a medaglia. Eppure il risultato ha quasi dell’incredibile. Perché prima di questo mondiale l’Italia aveva 700 punti nel ranking. Cioè na roba che pure la Repubblica Democratica del Congo era meglio di noi. In questo mondiale le azzurre hanno battuto Iran e Olanda (n. 5 e n. 6 nel ranking) perdendo solo con USA e Cina, davvero troppo avanti.
Un miracolo perché fino al 2013 in Italia neppure esisteva in Fipav un settore dedicato a questo sport per disabili.
Dunque, di che parliamo… Che scriviamo… Cominciamo col dire che tra i papà del sitting volley in Italia c'è un nolano. Ma no di quelli che nascono qua e poi se ne vanno e diventano “qualcuno” e chi si è visto si è visto… e poi te li ritrovi presidenti di fondazioni della festa più bella del mondo che neppure sanno bene dove, come quando e perché…
No, un vero nolano di Nola che non smette un attimo di ricordarlo a chiunque si muove nelle sue orbite. Uno che ha avuto il pataniello, che si schiattava sotto al giglio, che vive qua per scelta e che guai ad andarsene altrove…
Io me lo immagino in Olanda a cercare di spiegare a iraniani, statunitensi, cinesi e russi che cosa è un giglio e la festa e San Paolino. Invece del biglietto da visita lui porta in giro una bandiera italiana con la scritta “Nola c’è”. La prima volta che l’ho vista in foto credo sia stata alle olimpiadi di Londra, ma secondo me gira il mondo da ancora più tempo.
Comunque, si diceva, in Italia un nolano è il papà di una disciplina sportiva per diversamente abili. Pippobaudianamente parlando si potrebbe quasi dire che “il sitting volley in Italia l’ho inventato io” (o quasi). Il movimento è stato creato praticamente dal nulla. Quando per caso venni coinvolto in una iniziativa (e che figuraccia feci eh) mi raccontò tutta la storia e le tante difficoltà. La prima era convincere reperire i fondi e risorse (una novità, perché se no che sfizio ci sta). Dal 2014 ha lavorato e ha creduto in un sogno. Con il solito entusiasmo contagioso. Vi assicuro, se ci parlate una mezz’ora alla fine vi viene quasi voglia di giocare pure voi…
Comunque si diceva, ha lavorato all’organizzazione dei primi campionati italiani, è stato il primo allenatore della nazionale femminile. Mattone su mattone ha messo in piedi un movimento (ma solo a me sta cosa mi fa un poco impressione). In tre anni ha creato due nazionali e le ha portate a giocarsi i campionati del mondo da protagonisti. La squadra della sua città – Nola - per il secondo anno di fila si è giocata la finale per lo scudetto con Pisa (e Pisa ha 4 elementi in nazionale eh).
Non solo, il nolano in questione, è tra i “mammasantissima” del movimento del sitting volley europeo. Qualche mese fa è stato candidato come presidente del ParaVolley Europe (una sorta di UEFA), organismo di cui è tra i principali fondatori e movimentatori.
Nel mezzo sta pure il fatto che è consigliere nazionale Fipav (per la seconda volta).
Ma la cosa che, personalmente, mi affascina è che non perde mai lo spirito “fave, pancetta e pecorino (e vino)” e le proprie radici nolanopopolari.

C. “Va bene così… lo pubblico?”
A. “Ehhhh… Ma il nome… Iaaa ma comm se fa". 

Se comunque non l’avete capito stiamo parlando di Guido Pasciari. Ma bastava la foto per capire no?
C. "Va bene ora... Pubblico?"
A. "Comunque io aggiungerei che..."

"... che se qualcuno chiedesse a me chi è Guido Pasciari (vabbè oltre all'affetto che mi lega alla famiglia...) io gli direi che è la pallavolo a Nola. Lui ha pure giocato, all'epoca nella palestra del Masullo. La pallavolo femminile a Nola senza di lui non esisterebbe. Tu non te lo ricordi (io sono chiù vicchiariell e te), ma  nei primi anni '80, quando non c'era la movida, l'appuntamento era: 'ci vediamo alle 6 alla palestra'. Che poi alle 5 già era piena, tanto è vero che si dovettero inventare una tribunetta perché non ci entravamo più. Parecchi di quei ragazzi si sono fidanzati e anche sposati (la figura di Guido Pasciari in versione agenzia matrimoniale mi è nuova, ndr). E poi la prima promozione in serie C, le piccole pesti che sono andate alle finali nazionali, tutte ragazze di Nola eh... Il tutto senza aiuto, quasi da solo. E poi la ciliegina sulla torta, la nazionale di sitting volley sul tetto del mondo... Quasi sul tetto del mondo. E con un personaggio del genere minimo minimo a Nola c'avessa sta nu Palazzetto che non finisce più, e invece... Ma questo già lo sai..."
C."OK, fatto. Va bene così?"
A. "Si, mo sì..."


P. S. Non fiori ma una cena al cancelluzzo come ringraziamento può comunque andare bene… Siamo due persone che ci accontentiamo di poco…


venerdì 13 luglio 2018

Non solo rinforzi: le voci di dentro e di fuori del Nola 1925


Il 13 luglio è il termine ultimo per l’iscrizione al campionato di serie D. Oggi il Nola presenterà gli incartamenti, comprensivi di bonifico e tasse di iscrizione (circa 18mila euro) insieme alla fidejussione bancaria di 30mila e passa euro.
Il “progetto tecnico-imprenditoriale a dir poco avvenieristico” è appena cominciato… Si vola “in Lega Pro” (ma senza un campo da giocare, figurarsi uno stadio…)

Tra conferme e volti nuovi e qualche dubbio. Inutile parlare dei rinforzi. La società è sempre attenta a comunicare i nuovi arrivi. Quindi se volete potete leggerli sul sito. Non tanto attenta invece nel salutare chi va via (vedi Avino e che ca***). Quindi non potrete leggerlo sul sito. Come non potrete leggere notizie riguardo alcune fondamentali figure societarie e dirigenziali, perché nascoste tra le righe (di un comunicato). Come il nome del nuovo Direttore Sportivo, il cui ruolo è stato affidato a Felice Iovino. Dopo le voci riguardanti Mennitto (ex Savoia), il presidente De Lucia, in coda ad un comunicato che annunciava i fratelli Napolitano, ringraziando il “nostro direttore Felice Iovino”, ha di fatto ufficializzato chi ricoprirà  un ruolo cardine nel “progetto tecnico-imprenditoriale a dir poco avvenieristico”. Ex Direttore Sportivo del Nola nella stagione 2009/2010, l’anno scorso Felice Iovino ricopriva lo stesso ruolo nel Cimitile, squadra che ha disputato il campionato di Promozione.
L’impressione è che la chiave di volta sia il tecnico Stefano Liquidato, che quest’anno ricoprirà il ruolo di direttore dell’area tecnica e responsabile del settore giovanile. Insomma una sorta di manager all’inglese a cui affidare tutta la gestione tecnica societaria, compresa l’individuazione dei rinforzi e i nuovi acquisti da fare e portare a termine.
Altro volto nuovo dell’organigramma societario dovrebbe essere il team manager: Vincenzo Musto. Ex Giffonese, Savoia, Battipagliese e Scafatese, stando a quanto riporta il sito sportcampania.it, il nuovo dirigente dovrebbe essere ufficializzato a breve. Magari insieme al nuovo segretario, figura fondamentale per una società di calcio. Anche in questo caso solo voci. Radio Piazza dava per quasi certo l’arrivo di Francesco Russo, esperto dirigente del San Vitaliano, le cui quotazioni però sono improvvisamente scese a zero (pare abbia rinunciato all'incarico).
Radio Piazza h24 invece dà qualche addio a sorpresa anche tra i soci e i dirigenti. Più di una voce infatti parla di dimissioni di Michele Franzese, tesoriere (ricopre ancora il ruolo?), che non sarebbe stato d’accordo con la nuova politica societaria e nello specifico avrebbe espresso dubbi di natura progettuale (diciamo così) sull’acquisizione del titolo per disputare il campionato di serie D. Lo strappo, forte, senza alcun dubbio c’è stato, ora bisognerà vedere se si riuscirà ad apparare e si vorrà ricucire.
Sarebbe forse il caso di una conferenza stampa o almeno un comunicato. 

Senza strutture solo fuffa. Qualsiasi progetto tecnico sportivo, anche il più “a dir poco avvenieristico” presuppone una struttura all’altezza. Figurarsi poi se il piano quinquennale vede l’arrivo in Lega Pro. Ma, onestamente, voi ve la immaginate la Lega Pro allo Sporting Club? Eppure, se fino a qualche tempo fa, la società puntava tutto sulla gestione dello Sporting Club (anche più importante della categoria da disputare), oggi forse qualcosa è cambiato. Anche per la situazione politica a Nola (vedi commissariamento) e per il prossimo ben servito alla segretaria Dovetto.

Il primo st(r)ep. La conferma dell’agibilità e dell’omologazione per la serie D. La società insieme ai tecnici comunali ci sta già lavorando e non dovrebbero esserci problemi. Le misure infatti, anche se quelle minime, corrispondono all’ultimo regolamento LND (quello del 2016) e la struttura già nel 2011 ha avuto parere favorevole dalla commissione, anche se ‘provvisorio’. Qualche “problemino” comunque risolvibile potrebbe riguardare il manto in sintetico, che non versa certo in ottimo stato e che dovrebbe essere almeno ripettinato. Sempre secondo il regolamento LND qualche problema “potrebbero” riservarlo le panchine che devono essere per 15 soggetti (e non più 12). Entrambe le questioni non dovrebbero condizionare il parere favorevole della Lega. Senza dubbio qualche piccolo lavoretto (non guardare me, guarda la mano, cit.) dovrà comunque essere svolto. Ad oggi, nessuna determina di spesa o affido dei lavori è visibile nell’albo pretorio dell’ente di Piazza Duomo. Probabile si attenda la commissione LND per poi eventualmente intervenire.

L’affido in gestione (aspetta e spera…) Situazione complicata. La società ha spesso sbandierato ai quattro venti di voler  prendere in gestione pluriennale il complesso polisportivo e trasformarlo in un centro servizi “a dir poco avvenieristico”. Ovviamente tra il dire e il fare… c’è di mezzo la legge e la burocrazia. Dunque, ad ora la situazione è bloccata, anche considerando che tale atto (affido in gestione pluriennale) non può essere compiuto dal Commissario prefettizio. Perché un atto di straordinaria amministrazione e soprattutto un atto di chiara ed evidente valenza strategica e dunque politica (cito una fonte). Non solo, con il vociferato ben servito alla segretaria comunale Dovetto, la situazione si complica ulteriormente. Appare comunque sempre più evidente che la gestione dello Sporting Club sarà anche questa volta tema di campagna elettorale (nonché frutto di un prossimo mio articolo esplicativo). Insomma come ogni elezione... sai che palle..

Le voci di dentro e di fuori. Riguardo allo stadio circola la voce (che ad ora trova poche conferme, ma comunque ribadita da più fonti) che la società – con il supporto di un ex assessore presente alla presentazione (secondo voi chi è?)- stia pensando ad una soluzione per una copertura della tribuna centrale. In mancanza di voci ufficiali in merito dal parte del club, si fa sempre più insistente l’ipotesi che vede, tra le soluzioni studiate, quella di una sorta di copertura provvisoria, da smontare e rimontare prima delle gare. Anche perché una copertura stabile implicherebbe tutta una serie di permessi, autorizzazioni e procedure (tra cui un’eventuale gara di appalto) essendo lo Sporting una struttura comunale. Senza considerare il fatto che qualsiasi atto di ordinaria amministrazione andrebbe oltre i ‘poteri’ del Commissario Prefettizio che regge attualmente l’Ente.
A prescindere da voci, conferme, preventivi e soluzioni ipotetiche tre le certezze: per qualsiasi opera mobile e provvisoria (l’ipotesi di una copertura definitiva resta ad ora ai confini della realtà) serve il parere e l’autorizzazione dell’ufficio tecnico comunale e l’agibilità della LND. Non sono un tecnico ma nutro una perplessità in merito: considerando la struttura della tribunetta centrale (molto bassa) una qualsiasi copertura non dovrebbe limitare la visibilità delle due tribune laterali, pena mancata agibilità (il regolamento per le strutture della LND su questo punto è chiarissimo). Anche in questo caso, se dovesse verificarsi l’addio della segretaria Dovetto la situazione potrebbe complicarsi ulteriormente. Gli impiegati dell’ufficio BBCC da soli infatti potrebbero davvero poco…
La spese comunque sarebbero sostenute da parte della società che andrebbe così a scalarle dai circa 12mila euro da versare nelle casse comunali per l’utilizzo dello Sporting Club per la prossima stagione sportiva.

P.S. “Felice ti piace il nuovo logo?” “No prufessò, nun mi piace” “Ma pensa a quelli del Monopoli” “Prufessò… nun mi piace” 

giovedì 28 giugno 2018

Gigli, misure e sicurezza: i numeri di una presa per il c… fondelli (con certificato di agibilità)


Ve lo ricordate il lavoro tecnico dell’anno scorso dell’ingegnere Mario Arienzo che, per la prima volta nella storia della Festa, stabilì scientificamente le misure delle macchine da festa, con l’obiettivo di garantirne i reali margini di sicurezza? Quello stesso lavoro, che venne inviato dalla Fondazione al Sindaco e al Segretario Comunale, come riferimento per le verifiche tecniche di agibilità delle macchine da Festa? Ecco, adesso prendetelo e buttatelo nel ce**o, o magari datelo ai vostri bimbi per colorarci sopra.

Perché da quest’anno tutto e cambiato. Ogni giglio ha una misura, quasi tutti hanno eliminato le croci di Sant’Andrea previste a partire dal terzo pezzo (fondamentali per la sicurezza secondo lo studio di Arienzo), insomma si è tornati a qualche anno fa, anzi oggi è pure peggio… Il tutto, con il parere favorevole di chi dovrebbe sorvegliare e tutelare proprio le macchine da festa e la loro sicurezza: Fondazione e Comune di Nola.

LE CARTE (UNA PARTE). Quest’anno ognuno ha fatto come caspiterina gli pareva, con il beneplacito certificato del consulente tecnico nominato dal Comune, che ha comunque dato l’agibilità secondo il capitolato inviato all’Ente dalla Fondazione stessa, e protocollato in data 31/05/2018, come si legge da determina dirigenziale n. 148 del 31 maggio 2018. Capitolato che però, secondo  l’indagine di mercato pubblicata il 24 maggio sul sito del Comune, già sarebbe dovuto essere in possesso di questi ultimo (si legge “l’Ente Festa nel TRASMETTERE il progetto ‘dimensioni gigli’ condiviso dalle botteghe e approvato dalla Fondazione ritualmente chiede di nominare un tecnico….”). Ora mi chiedo: ma di che capitolato stiamo parlando? E soprattutto, considerato che a fine maggio le parti lignee dei gigli sono già pronte da tempo: a quale capitolato si sono rifatte? A quello di Arienzo? Oppure ce ne è un altro? Qualcuno si è andato a prendere la briga di controllare le misure nelle botteghe durante la fase di lavorazione prima del 31 maggio? Non solo, nel 2017 la richiesta “rituale” (lo prevede lo statuto della Fondazione) di tecnico collaudatore fu inviata prima di marzo (vedi verbale fondazione del 9/3/2917), specificando chiaramente che il capitolato da rispettare fosse quello “Arienzo”, come mai quest’anno si è provveduto a farlo così tardi? Avendo un sito ufficiale perché, ad oggi, non è ancora possibile sapere, e quindi rendere pubblico, un GIGLIO A NOLA COME DEVE ESSERE FATTO? Anche perché la macchina da festa pure sarebbe un bene immateriale da tutelare e proteggere….
Insomma un bel casotto, un burdello esagerato dove non si capisce nulla. E quindi ne è venuto fuori un bailamme di numeri, croci di Sant’Andrea e crocicchi di misure diverse. I numeri del bancolotto proprio. Il tutto ovviamente certificato dall’architetto Barone che ha dato parere favorevole per l’agibilità (la Festa di è svolta regolarmente mi pare). Seguendo quale capitolato non ci è dato sapere e neppure possiamo riuscire a ricavarlo da soli (visto che ogni giglio ha le sue misure).

LE MISURE. Solo due gigli rispettano le misure e il capitolato di Arienzo. Le croci di Sant’Andrea, presenti un anno, fa sono magicamente sparite (per miracolo del Santo evidentemente) da quasi tutti i gigli (2 su 9 le hanno). I piedi sono uno spettacolo di fantasia che neppure il nonno ubriaco che chiama i numeri durante la tombola di Natale: si passa da 20 a 18 cm, passando per 17.50 e finendo a  17 cm. La fantasia e il cazzo che mi pare al potere insomma. Stessa situazione per le borde e per alcuni elementi strutturali, io ti do una zeppa a te, tu me ne dai tre a me, e quell’altro le toglie e l’altro ancora decide in corso d’opera. D’altronde se il controllore non controlla e soprattutto non chiarisce definitivamente quali siano le misure, è normale che non ci si capisce più nulla e alla fine ognuno decide per se (e Dio per tutti).  

Alla fine l’anarchia più totale e soprattutto LEGITTIMATA da Fondazione e Comune di Nola (l’ho già detto sta cosa?)che hanno addirittura pagato 5mila euro un tecnico per dare l’agibilità secondo un capitolato che evidentemente è SUSCETTIBILE DI INTERPETAZIONE ….
I risultati di questo CAOS primordiale: se l’anno passato, nonostante polemiche e casini, i gigli non ebbero problemi strutturali, quest’anno non è affatto andata così, con il Bettoliere che proprio per questo motivo ha rallentato la Festa di almeno due ore. Ma tanto, il problema non c’è. Ognuno fa come gli pare, col parere favorevole del Comune e col sostegno di una Fondazione Festa dei Gigli che ha perso oramai ogni minima autorità o autorevolezza. Sempre più una barzelletta. Ma provare un po’ di imbarazzo no? 

LA COMPETIZIONE. Per il popolo, a cui piace come me il brivido della ‘competizione’,  l’amaro in bocca: come si fa a giudicare una prestazione se ogni giglio viene costruito con misure ed elementi strutturali diversi? Un giglio che rispetta il capitolato di Arienzo, è meno flessibile e più pesante rispetto ad uno che ha 3cm in meno nei piedi, qualcuno in più nella borda e senza le croci di Sant’Andrea del terzo pezzo: quindi a me che piace lo spettacolo e la prestazione posso dire che a qualcuno “è piaciuto vincere facile” (bongibongibobobo)

Di eventuali rischi sicurezza non voglio neppure parlare….

Segue galleria fotografica.

P.S. Le foto sono soggette a cpyright e sono utilizzabili solo esclusivamente citando la fonte e l'autore. Un utilizzo senza consenso sarà perseguito nei termini di legge. 







 

lunedì 11 giugno 2018

La stagione infinita del Nola Città dei Gigli: tutti (o quasi) i protagonisti di un trionfo


Come si fa a raccontare un’intera stagione. Cominciata ad ottobre e finita con un tanto sofferto quanto trionfale stillicidio playoff. Emozionalmente massacrante per i tifosi. Non oso dunque neppure pensare quanto lo sia stata per i dirigenti e le giocatrici e lo staff tecnico.
Mi piacerebbe citare ognuno di quelli che hanno avuto anche una minima parte in questa esaltante avventura. Da dove cominciare? Senza dubbio dal campo: perché senza le ragazze nulla sarebbe stato possibile.


In campo

Schiuccat e mman. La prima lezione che ho imparato: si vince come collettivo, si perde come collettivo. Però, adesso, levatevi un attimo davanti. E fate un poco di spazio, per piacere. Che devo rendere omaggio a una gigantessa. Una che, silvesterstallonemente parlando, ci ha gli occhi della tigre. Una che quando ti guarda sembra che ti scruti fino a dentro l’anima. Questi playoff sono stati un incubo per lei. Ma zitta e muta si è abbracciata sola soletta il cantone e ha fatto una processione da pataterna, punto di riferimento silenzioso per le giovani della paranza.
Nonostante un ricovero al pronto soccorso, febbre a 40° e tallonite, nei momenti difficili si è caricata il gigliosquadra da sola sulle spalle che mamma mia... Come in gara 3 a Battipaglia, che resta per me la più bella che le abbia visto giocare e che non me la dimenticherò mai. Una potenza quando attacca, una roba strana (quasi sgorbiosa, oserei, nel gesto estetico) ma di un’efficacia disarmante quando difende. Ecco, se io fossi una femmina (e pure magro permettetemi) e potessi diventare una giocatrice di pallavolo, mi piacerebbe essere Anna Pericolo in questi playoff. Vabbè... Poi per mia figlia Sofia è un vero mito.

Dottor Jackill e mister Hyde. Non riuscirò mai a comprendere come una persona possa essere così grintosa, cattiva e incazzata in campo (tanto da farle dire a un avversaria “t scass e mman”), per poi trasformarsi fuori dalla situazioni di gioco in una delle più rispettose, educate, gentili e cortesi che abbia conosciuto. I suoi colpi di cannone mi hanno fatto “innamorare” (sportivamente parlando) di lei dalla prima partita… E poi la grinta che mette in campo, bellamammà… Se un giorno vi dovesse capitare di incontrare in campo Tonia De Martino, sentite a me, levatevi davanti.

“Mi hai fatto uscire fuori dalla volontà di Dio”. Avrebbe detto mia nonna. Quella a te ti devono mangiare i cani per tutte le bestemmie che mi ha fatto uscire di bocca. Nonostante tutto ha messo sempre palle a terra decisive. Le sue esultanze resteranno nella storia del Nola Città dei Gigli. Uccellino sperduto o scricciolo, appellatela come volete, ma… Immaginate cosa potrebbe fare Giovanna Prisco con un po’ di sostanza in più? L’anno prossimo, se vuoi, io e Andrea Foglia ti facciamo un attimo da consulenti e ti assicuro che con la palla fai i buchi a terra.

“Mi hai fatto uscire fuori dalla volontà di Dio” 2. In quanto a bestemmie e imprecazioni ha fatto concorrenza a Giovanna Prisco. E come Giovanna si è prontamente tolta gli schiaffi da faccia con giocate di ottimo livello e palle schiattate a terra con tutto lo sdegno (vedi secondo e terzo set di gara 3 col San Salvatore). La rabbia più grande è che a volte sembrava poco convinta dei propri mezzi. Giulia Ventre vale anche per te: hai bisogno di un motivatore? Io sto qua…

Sciacciasassi. Come schiaccia a terra la palla Chiara Palazzolo, nessuna nel mondo proprio. Quindi non ti puoi proprio lamentare che corri avanti e indietro: certe soddisfazioni di schiattare la palla in faccia alle avversarie cancella tutta la fatica. Nella gara decisiva di sabato le sue battute hanno fatto la differenza. Ecco, mo la prossima volta che ti viene in testa di mollare tutto, pensa a quante soddisfazioni ti sei tolta.

La faccia nostra sotto i piedi vostri. Ma tu a una che nella settimana del suo matrimonio gioca tre partiti fondamentali per la stagione del Nola, che il giorno dopo essersi sposata è in campo in una partita decisiva, sfoderando una prestazione da spellarsi le mani ad applaudire, che cosa gli vuoi dire? “Ci sono cose più importanti nella vita che contano più di una vittoria o una sconfitta”… E tu Ale D'Alessio ne sei stata testimonianza.

Pauuuuuura. Lucia è una che mi ispira tanta, tanta simpatia. Gregario di lusso, mi dà sempre l’impressione di divertirsi sia in campo che in panchina. L’ho detto e ripetuto più di una volta: è sempre difficile farsi trovare pronta quando si è chiamate in causa a singhiozzo. Lei ci è riuscita SEMPRE, lasciando il segno parecchie volte in campionato. La prossima stagione ti voglio intervistare (si si mo me lo segno sull’agenda).   

Giglianti si nasce. Di questa stagione mi rimarranno impresse le sue faccine. Elena Drozina è una sente ogni partita dentro all’anima. Fuori classe assoluto, nonostante l’età sembra avere lo spirito di una ragazzina. Anche lei nei momenti di difficoltà toglie più di una volta le castagne da fuoco. Unico (e imperdonabile) neo: non sembra gradire troppo la festa dei gigli… Ma regalarci una vittoria di un campionato con promozione in serie B2 può perdonare tutto. E comunque l’hai mai vista la Festa dei Gigli? E allora come fai a giudicare… Se vuoi mi offro Cicerone (con famiglia – la mia - a carico ovviamente). 
 
Piccole donne crescono. Quanto sono lontane le foto con il dito medio in bella mostra. La ragazzina terribile Simona Ruotolo ha forse smussato gli angoli, anche se non ha perso la capa fresca tipica di una sedicenne. L’esordio in campionato, nei playoff, il ruolo di capitano: una stagione ricca di emozioni culminato in un pianto.

Puffetta. O almeno credo sia lei. Ha una paio di tifose personali in tribuna, Alessia Angelillo ha sempre risposto presente quando è stata chiamata in causa. E questo è accaduto più di una volta in stagione.

IN PANCHINA

Il fuoco. Visto da fuori Luciano Della Volpe sembra un allenatore elettrico. In panchina non sta fermo un attimo, dal suo sguardo traspare ogni singola emozione. Ha avuto il merito di mentalizzare una squadra proiettandola verso la vittoria del campionato. Partita dopo partita si è calato i un ambiente, quello nolano, sicuramente atipico. Adesso lo aspettiamo sotto al Giglio. Ma veramente eh….

L’acqua. Raffaele Donnarumma sta a Luciano come l’acqua col fuoco. Tranquillo e calmo (ma solo all’apparenza) l’uno, esuberante ed esagitato l’altro. Lo jing e lo yan del Nola Città dei Gigli, due metà della mela che combaciano. La promozione B2 è per metà anche merito suo. Aneddoto. Ogni sabato ci incrociavamo al Supermercato. Ogni sabato la squadra vinceva. Quando non l’ho incontrato alla vigilia dell’ultima partita lo ammetto: nu poc me so cacat sotto…

Sangue nolano. La mia è solo una sensazione a pelle. Ma non penso di esagerare dicendo che Alfredo Diana è uno che secondo me Nola ce l’ha nel sangue. Ovviamente lui non poteva saperlo fino a quando non ha incontrato il Nola Città dei Gigli. Preparatore atletico di valore assoluto (parlano per lui i risultati) si è calato appieno nel clima infuocato del Palazzetto risultando mattatore in console e animatore di primo ordine. In una paranze elementi del genere valgono spesso più di un cullatore.
 
MAGIC MOMENT

Il mondo sotto sopra. Ma veramente. I “grazie infinite per la vostra presenza” rivolti singolarmente ai tanti intervenuti da parte del presidente Elvezia Chiacchiaro mettono quasi in imbarazzo. Quella è la città e gli sportivi nolani che dovrebbero ringraziare mille e mille volte per le emozioni regalate e per tutto quello che fate da anni per lo sport. E alla fine della festa pure secchio e ramazza in mano per pulire il palazzetto. Garbo e stile restano uniche, marchio di fabbrica di una società che sto imparando a conoscere.

Nolano doc. Alla fine di gara 3 con l’Olimpia che è valsa la promozione in serie B2, quando si è accasciato stremato sul seggiolino del Palamerliano che neppure ci fosse stato lui in campo. Giuro, ho pensato che si sentisse male. La sua espressione, che racchiudeva un universo di emozioni, non la dimenticherò davvero mai. Come non dimenticherò il continuo e incessante incitamento durante il quarto set. Già te l’ho detto: quel set l’hai vinto da solo.

Famiglia all inclusive. La corsa in lacrime verso la zona segnapunti è un’altra delle cose che non dimenticherò mai. Collante che, a parer mio, contribuisce tantissimo a tenere insieme tanti pezzi diversi, zitt zitt, allarga (un passettino alla volta) e tiene unita una famiglia immensa.  

Compagni di viaggio. Sono stati tanti. Qualcuno nuovo, come il grande Ciccio Casoria, che ha animato un’intera stagione gli spalti del PalaMerliano.
In trasferta a San Salvatore Telesino abbiamo apparato una macchina pesantissima. Andrea e Palma Foglia e con grande, grandissimo, piacere ho ritrovato la compagnia di Carmine Sorrentino. Alla fine ci hanno fatto una capa tanta pallavolisticamente parlando, ma almeno il viaggio è stato in piacevole compagnia.
Ho conosciuto comunque tante persone. Insieme a loro ho esultato (tanto), mi sono amareggiato e divertito da morire. Ho riscoperto un tifo ‘pane e salame’ (anzi no, pancetta, pecorino e fave), ho intonato cori imbarazzanti, ma soprattutto ho riso come non mai. Tra tutti prendo a simbolo il caro Andrea Meo con famiglia a carico. Esempio di come si dovrebbe vivere lo sport. Tutti insieme, appassionatamente e in allegria (mandando talvolta pure a quel paese arbitro e avversari, basta che con la partita finisce tutto).

Il factotum della città (dei gigli). Nel corso del campionato gli ho visto fare di tutto: da aggiustare la rete a riavviare il segnapunti elettronico a tante altre piccole cose. Il tutto con simpatia ed eccentricità riuscendo a ritagliarsi momenti di protagonismo assoluto, capace di rompere la tensione del momento con una risata. Resta una figura di cui è impossibile fare a meno. Gerry Cimmino è secondo me una delle tante anime di questa società.

Campionessa d’Italia. Permette di citare la giovanissima Cecilia Di Laora, campionessa italiana di Ju Jitsu fresca fresca, presente sugli spalti nelle ultime tre gara casalinghe dei playoff. E’ una ragazza in gambissima e la sua presenza ha dato lustro alla tifoseria. Ma quante in Italia possono annoverare una campionessa di arti marziali? E mo mittit a copp….

Rosa Mazzocchi. Una citazione era dovuta per l’impegno profuso. Anche se ancora devo capire per fare cosa. Tifosa? Dirigente? Mamma di piccole atlete? Una che si trova a passare per sbaglio al Palazzetto e che per farla stare zitta le mettono a fare qualcosa? Onestamente non lo so (e non voglio neppure chiederlo se no come la prendo in giro)… Ma qualunque cosa sia o faccia le dico grazie, così almeno per una volta mi fai stare quieto.

E penso che ho detto quasi tutti. Troverete l’assenza di una persona, ma mi ha promesso un’intervista a breve e quindi me lo stipo per il prossimo articolo.