venerdì 29 novembre 2013

SILVIO BERLUSCONI, LINDA LANZILLOTTA E ULISSE DI GIACOMO
Ovvero chi la Storia l’ha fatta (e in un modo o nell’altro la continuerà a fare), la fa (e, scommettiamo, verrà dimenticato) o chi fa da comparsa (e verrà dimenticato lo stesso)


Nell’epoca in cui l’informazione viaggia a velocità della luce (o del web), in cui tutto (e il suo contrario) fa e diventa notizia, in cui vengono sfornate (tipo sistema industriale a catena di montaggio) informazioni, si assiste (a parer mio) ad una sorte di bulimia mediatica che porta a rimuovere (e di conseguenza dimenticare assai in fretta) tutti i fatti che divengono (o fanno) notizia. Tralasciando il dibattito filosofico (fatto – notizia – informazione - comunicazione), tale preambolo (spero non eccessivo) serve per riprendere quella che, per tanti, è stata la notizia politica degli ultimi venti anni (19 a voler cercare il pelo nell’uovo): la decadenza di Silvio Berlusconi. Dalle 17.48 di mercoledì 27 novembre infatti Silvio Berlusconi non è più senatore della Repubblica Italiana. Un avvenimento che entra di diritto nella storia del nostro paese (anche se sarei curioso di sapere cosa riporteranno i posteri in merito a tutto ciò). Di contro, non entreranno nella storia (almeno quella con la esse maiuscola), fatti o personaggi di portata “mediatica” minore. Uomini (o donne) che hanno condizionato con scelte, decisioni e comportamenti lo svolgersi degli eventi, o che per un giorno (o un’ora al massimo due) sono saliti alla ribalta della cronaca (nazionale) per poi cadere nel dimenticatoio. Per l’occasione (stiamo sempre parlando della decadenza di Berlusconi) io ne ho scelti due.

LINDA LANZILLOTTA. Calabrese di nascita. Senatrice di Scelta Civica, ex Ministro per gli Affari Regionali nel secondo governo Prodi. Non è sicuro donna di primo pelo della politica italiana. Il suo voto in Giunta Regolamento al Senato è risultato decisivo nella decisione per lo scrutinio palese. Evento che ha “di fatto” condannato Berlusconi. Sono davvero in tanti a credere (e con ragione) che se mercoledì si fosse votato con scrutinio segreto forse il Berlusca sarebbe riuscito ancora una volta a scamparla (magari mettendo mano al portafoglio). Anche per questo in molti al Senato l’hanno applaudita. Riavvolgendo il nastro torniamo a poco più di un mese fa. In Giunta si decide tra scrutinio palese e segreto. Si gioca sui numeri e tutto è sul filo dell’equilibrio. Per lo scrutinio palese ci sono 3 senatori del PD, 2 dei Cinque Stelle, 1 di SeL. Di parere (e voto) contrario ci sono 3 senatori del PdL (Forza Italia è ancora in embrione), 1 GaL e 1 della Lega. A questi si aggiunge un senatore altoatesino del SVP. In totale fa 6 favorevoli contro 6 contrari. I membri della commissione sono 13. Ecco che entra in scena lei. Casini (UdC) è pro scrutinio segreto, ma la Lanzillotta (filo montiana, pro Renzi e favorevole da sempre a un’alleanza col PD) vota per lo scrutinio palese. Finisce 7-6. Il senatore Berlusconi ha i giorni contati.

ULISSE DI GIACOMO. Molisano doc. Cardiochirurgo, con un passato politico da fedelissimo di Berlusconi, ha ricopertola carica di Assessore alla Sanità in Molise,eletto senatore nel 2008. Nelle ultime elezioni è stato il primo dei non eletti in Molise. Balzato agli “onori” della cronaca solo per essere colui il quale prende il posto al Senato di Silvio Berlusconi. Non solo. Di Giacomo subito si dichiara “alfaniano”, dichiarando di non approvare affatto il percorso del PdL degli ultimi mesi e dichiarando la sua “non adesione” alla neonata Bis Forza Italia. Fregatura “doppia” per Berlusconi (per la serie cornuto e mazziato). 

Da sinistra: Silvio Berlusconi, Linda Lanzillotta e Ulisse Di Giacomo

mercoledì 27 novembre 2013

Portoghesi di questa minchia! (ovvero Jackson Martines la tua carriera è fottuta)



Come si può perdere una bolletta per il pari tra il Porto e l’Austria Vienna. Lo so, è davvero incredibile. Soprattutto dopo aver preso la vittoria del Milan a Glascow (contro il Celtic) con gol di Kaka, la sconfitta del Napoli (1 primo tempo e 1 secondo tempo). Dentro c’era pura un’altra sicura. La vittoria dell’Arsenal (che per fortuna non ha tradito), contro il Marsiglia. Non nego che quei 390 euri mi avrebbero fatto comodo, ma la sorte e soprattutto quelle cacche dei portoghesi hanno deciso diversamente. Adesso in cima alla lista dei miei desideri (almeno per un paio di giorni) c’è l’uscita immediata dalla Champions con annessa radiazione del Porto, che di conseguenza sarà costretto a cedere quella puzza di Jackson Arley Martinez Valencia (noto ai più come solo come Jackson Martinez, ma porca di quella troia, io lo bestemmio con il suo nome di battesimo). Martinez, come ho potuto vedere in tarda serata dagli highlights delle partite si è divorato due sfaccimma (mi si consenta lo sproloquio) di gol. Roba da fottersi le coronarie. Mi spiace per lui, ma la carriera del centravanti colombiano è segnata. Dopo la scomparsa del Porto dalle competizioni farà così schifo che tra qualche anno se ne perderanno definitivamente le tracce, e sarà costretto a tornare nel suo paese a lavorare per qualche signore della coca.

Mi si scuso per lo sfogo, ma quando mi parte l’embolo… e vaffanculo, quando ce vo, ce vo…

L'esultanza di Roman Kienast (chi?), autore del gol dell'Austria Vienna sul campo del Porto [Fonte Uefa.com]


venerdì 22 novembre 2013

Nola e il suo “nuovo” stadio: una storia che dura da 10 anni (e che ancora non deve finire)



La storia calcistica della mia città, Nola, è fatta di alti e bassi. Tra categorie minori, campionati professionistici (C2, C1 – sfiorando negli anni 90 anche la B) l’unica certezza è stato lo Stadio Comunale. Il “glorioso” Comunale, chiamato anche “Piazza d’Armi” dove almeno tre generazioni sono cresciuto tifando e appassionandosi ai colori bianconeri(tali sono quelli del Nola Calcio).
Il “glorioso” Comunale di Nola: dalle stelle alle stalle (nel vero senso della parola)
Orbene, tra il 2004 e il 2006, l’amministrazione comunale dell’epoca (di destra, sindaco Napolitano – buonanima) decise di abbattere il Comunale (vero monumento per dare spazio al maestoso Museo della Cartapesta, grazie ad una serie di fondi europei per riqualificare l’area (riqualificare da che? mi sto ancora domandando). Nola avrebbe avuto un nuovo stadio…

Il "glorioso" Comunale di Nola pochi giorni prima dell'abbattimento (parziale) [foto felicebianconero]

Nasce il “gioiellino” Sporting Club
Nell’ex Rione Gescal vengono spese cifre intorno al milione di euro per dare vita al nuovo impianto calcistico cittadino. Capienza ridottissima rispetto al vecchio Comunale (si passa da 6000 posti a 1000 circa – non tutti a sedere -da tre settori – Curva, Distinti e Tribuna coperta - a mezzo – e pure scoperto ). Il bello però deve ancora venire. Eh già perché alle prime partite “invernali” si scopre che qualcosa non funziona. Nel sistema di drenaggio. Il manto in erba naturale (altra genialata, quando tutti vanno verso il sintetico i nostri lungimiranti amministratori optano per il “naturale”) non assorbe l’acqua e quando piove il campo si trasforma in una vera e propria palude (più di una partita viene rinviata per questo motivo). Nel frattempo però, anche i lavori del Museo della Cartapesta si interrompono: finiscono i fondi (nel più classico stile sud-italiota è stato l’ennesimo magna magna). E resta una gigantesca scultura scheletrica, inguardabile, che col tempo viene lasciata a se stessa e diventa (lo è tutt’ora) un ricettacolo di immondizie e rifiuti. Sullo sfondo la vecchia tribuna coperta del “glorioso” Comunale, rimasta lì a ricordare i bei tempi andati.
Arriva la nuova amministrazione: per lo Sporting è la svolta (più o meno)
Con l’avvento della nuova amministrazione comunale a Nola qualcosa cambia. Il nuovo sindaco, Geremia Biancardi, prova, ad onor del vero, a far qualcosa. Prima mossa: il manto sintetico. Che quanto meno rende utilizzabile la struttura anche nella cattiva stagiona e soprattutto la rende fruibile a tutti (Nola ha più di una squadra di calcio). I problemi però non finiscono.  La squadra torna in serie D e i tifosi chiedono di ampliare la tribuna. Comincia l’iter per i lavori che sarebbero dovuti durare qualche mese (ma che a ora sono ancora “in corso”). Di fatto lo Sporting Nola, prima è costretta a cominciare il campionato in altri lidi, poi, di giocare “realmente” in casa ma a porte chiuse. In totale, in circa un decennio, sono stati spesi 2 milioni di euro (o giù di lì). 

Cinque immagini dell'ex Stadio Comunale di Nola, nonché ex (o quasi) Museo della cartapesta. Nelle due foto in basso si può notare l'enorme scheletro del museo con alle spalle la vecchia tribuna coperta [Foto tratte dal sito di informazione locale www.ilgiornalelocale.it]

Uno spettacolo per pochi intimi…
Ad ora la struttura è ancora indisponibile. Le squadre cittadine ci possono giocare ma a porte chiuse. E, stando a quanto si apprende dai vari organi di informazione locale, lo sarà ancora per qualche tempo. Queste le parole di Pasquale Petillo, consigliere del comune di Nola e collaboratore dell’assessore ai lavori Pubblici De Lucia in merito alla vicenda (Fonte ilcazziblog.wordpress.com) “Purtroppo i ritardi non dipendono dall’ufficio tecnico (del Comune di Nola, ndr); anzi l’ufficio ha sollecitato la ditta affidataria, Costruzioni Caccavale, più volte a riprendere i lavori, minacciando anche la rescissione del contratto; allo stato sembra che la ditta affidataria abbia dei problemi tecnici con la ditta fornitrice; comunque ci stiamo attivando per la montatura del blocco dei bagni prefabbricati per il settore ospiti, almeno questo consentirebbe in tempi brevissimi di procedere ad un’agibilità parziale che permetterebbe allo Sporting di giocare a porte aperte”. In poche parole il classico scaricabarile. La colpa non è nostra (dell’Ufficio tecnico del Comune di Nola e dell’amministrazione comunale) ma della ditta affidataria dei lavori, la quale, a sua volta, gioca a scaricabarile con la ditta fornitrice. Anche in questo caso classico giochetto usato in più di un caso (almeno per quanto ne sappia giù al Sud) per far lievitare i costi e cercare di strappare qualche soldo in più alle amministrazioni comunali.
L’unica certezza per ora è che, dopo quasi un decennio, una città di quasi 60mila abitanti, è ancora alla ricerca di una struttura calcistica decente. E fra pochi mesi ci saranno pure le elezioni. Sai quante risate…

Dulcis in fundo. Nella struttura sportiva denominata Sporting Club vi è anche un campetto di calcio a 5 in erba sintetica (assai assai spelacchiato a dire il vero). Ebbene anche lì, per un strano gioco del destino, la società Nola calcio a 5 non ha la possibilità di “aprire” ai suoi tifosi. Pare non ci sia (anche in questo caso) l’agibilità. Signori, siamo alle comiche…

mercoledì 20 novembre 2013

Italia, paese di santi, poeti, navigatori… ed EVENTI ATMOSFERICI ECCEZIONALI



E niente... Immenso dolore per quanto accaduto in Sardegna. Grande è il lutto in terra sarda. Piange il cuore di ogni cittadino italiano. In certi casi una parola è poco, due sono troppe.
Una riflessione però sorge spontanea. Quanto di tutto quello accaduto è dovuto al caso. Sicuramente non è un fatto normale che in 24 ore vengano giù la “bellezza” di 440 millilitri di pioggia in 24 ore (roba che manco in sei mesi), ma non è nemmeno normale che, nel 2013, in un paese come l’Italia, a serio rischio idrogeologico, non vengano mai prese le necessarie contromisure, quanto meno per limitare i danni in certe situazioni. Mi sono rotto di sentire, ogni volta, che l’evento è stato di “eccezionale” (cazzo, ma dico io, capitano sempre in Italia sti sfaccimma – mi si perdoni il francesismo – di “eventi eccezionali). I lutti della Sardegna fanno seguito a quelli della Liguria, del Veneto, della Campania e della Toscana. Nulla di nuovo è stato fatto quanto meno per provare a prevenire tutto ciò.  Dando i numeri si legge (sul  corriere.it) che il 68% delle frane europee si verificano in Italia. Eventi imputabili non solo al caso. Non è infatti un caso che in cinque anni i fondi per rischi idrogeologici sono passati da 500 milioni di euro circa a poco più di 20. Non è un caso che nel nostro paese non si riesce, da un ventennio a questa parte, a risistemare le zone a maggior rischio idrogeologico. Tra problemi burocratici, mancanza di fondi, di personale e il solito italico magna magna, ci ritroviamo per l’ennesima volta a commentare l’ennesima tragedia. E questa volta non mi servono a nulla le parole di solidarietà dei politici. Si assumessero le proprie responsabilità, le proprie colpe. Noi le tasse (almeno la maggioranza del paese) le paghiamo. Per cosa, mi domando. Se i nostri soldi non servono a tutelare noi stesso, a cosa servono. Quello della Sardegna non sarà di certo l’ultimo episodio del genere. Attendiamo con trepidazione di sapere a chi toccherà la prossima volta. Io incrocio le dita, mi gratto e maledico la classe dirigente di uno Stato del quale mi sento sempre meno parte. VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!

PICCOLA PRECISAZIONE. Mi perdonino gli amici sardi, ma questa volta non donerò il solito ebolo via sms. Questa volta non ci sto. Non farò “il piccolo gesto che può cambiare molto”. Mi dispiace. Io, i soldi per prevenire questo tipo di cataclismi già li verso pagando le tasse. Io esigo che parte delle mie tasse vengano usati per prevenire le disgrazie, per evitare il disboscamento selvaggio (tra le principali cause di dissesto idrogeologico), per combattere l’abusivismo edilizio (e non per fare condoni un anno si e l’altro pure) e soprattutto non voglio che si continui a lucrare sulle spalle di gente (in questo caso i Sardi) che penso abbia già dato parecchio. 

Tragedia in Sardegna. Foto tratta dal sito ansa.it


sabato 16 novembre 2013

Alfano se ne è andato…



Alfano se ne è andato e non ritorna più. Il “delfino” Angelino ha reciso con un taglio netto il cordone ombelicale che lo legava al Gran Cavaliere Dott. Figl. Di Putt Silvio Berlusconi. Ha fatto bene? Ha fatto male? Ai posteri l’ardua sentenza... direbbe il poeta.

Ha fatto bene perché…
…Forza Italia è il canto del cigno di Berlusconi che, in tempi brevi,  diverrà incandidabile e verrà fatto fuori dalla scena politica italiana. Con la sua mossa Alfano ha anticipato i tempi. Il berlusconismo è agli sgoccioli e Forza Italia o Pdl che dir si voglia è un’accozzaglia di persone e idee, un partito-persona che con la caduta del suo leader crollerebbe tirandosi dietro tutto e tutti. Le conseguenze di un terremoto non sono prevedibili.  Meglio restare al sicuro. Azzardando magari un pochino. La nave affonda, i topi scappano e chi prima monta sulla scialuppa prima si salva dal naufragio e resta ancora a galla.

Ha fatto male perché…
Silvio Berlusconi è stato tante e tante e tante volte sull’orlo del baratro. Ma in un modo o nell’altro è sempre riuscito a salvarsi. Ci riuscirà anche questa volta. E i “traditori” faranno la “fine di Fini” e di tutti gli altri che in precedenza hanno provato a pugnalarlo alle spalle. E anche se B. venisse tagliato fuori riuscirebbe comunque a fare politica e con maggior vigore, trascinando il centrodestra alla vittoria nella prossima tornata elettorale. I sondaggi poi danno Forza Italia in netta crescita (rispetto a Grillo e Pd).

Chi se ne fotte…

...tanto Berlusconi, Renzi, Alfano e gli altri compari sono destinati a cadere nel dimenticatoio. Le prossime elezioni le vincerà Grillo e il M5S. I sondaggi risulteranno alla fine tutti errati e i grillini entreranno in parlamento e cambieranno l’Italia. Una vera e propria rivoluzione cui seguirà la “dittatura del cittadino qualunque”, passaggio intermedio che porterà alla nascita della Nuova Italia.
In tutto questo bailamme e stravolgimento io… speriamo che riesco a portare a casa quaccosa di sordi…

Tentativo di strangolamento di Angelino Alfano da parte di Silvio Berlusconi