mercoledì 20 novembre 2013

Italia, paese di santi, poeti, navigatori… ed EVENTI ATMOSFERICI ECCEZIONALI



E niente... Immenso dolore per quanto accaduto in Sardegna. Grande è il lutto in terra sarda. Piange il cuore di ogni cittadino italiano. In certi casi una parola è poco, due sono troppe.
Una riflessione però sorge spontanea. Quanto di tutto quello accaduto è dovuto al caso. Sicuramente non è un fatto normale che in 24 ore vengano giù la “bellezza” di 440 millilitri di pioggia in 24 ore (roba che manco in sei mesi), ma non è nemmeno normale che, nel 2013, in un paese come l’Italia, a serio rischio idrogeologico, non vengano mai prese le necessarie contromisure, quanto meno per limitare i danni in certe situazioni. Mi sono rotto di sentire, ogni volta, che l’evento è stato di “eccezionale” (cazzo, ma dico io, capitano sempre in Italia sti sfaccimma – mi si perdoni il francesismo – di “eventi eccezionali). I lutti della Sardegna fanno seguito a quelli della Liguria, del Veneto, della Campania e della Toscana. Nulla di nuovo è stato fatto quanto meno per provare a prevenire tutto ciò.  Dando i numeri si legge (sul  corriere.it) che il 68% delle frane europee si verificano in Italia. Eventi imputabili non solo al caso. Non è infatti un caso che in cinque anni i fondi per rischi idrogeologici sono passati da 500 milioni di euro circa a poco più di 20. Non è un caso che nel nostro paese non si riesce, da un ventennio a questa parte, a risistemare le zone a maggior rischio idrogeologico. Tra problemi burocratici, mancanza di fondi, di personale e il solito italico magna magna, ci ritroviamo per l’ennesima volta a commentare l’ennesima tragedia. E questa volta non mi servono a nulla le parole di solidarietà dei politici. Si assumessero le proprie responsabilità, le proprie colpe. Noi le tasse (almeno la maggioranza del paese) le paghiamo. Per cosa, mi domando. Se i nostri soldi non servono a tutelare noi stesso, a cosa servono. Quello della Sardegna non sarà di certo l’ultimo episodio del genere. Attendiamo con trepidazione di sapere a chi toccherà la prossima volta. Io incrocio le dita, mi gratto e maledico la classe dirigente di uno Stato del quale mi sento sempre meno parte. VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!

PICCOLA PRECISAZIONE. Mi perdonino gli amici sardi, ma questa volta non donerò il solito ebolo via sms. Questa volta non ci sto. Non farò “il piccolo gesto che può cambiare molto”. Mi dispiace. Io, i soldi per prevenire questo tipo di cataclismi già li verso pagando le tasse. Io esigo che parte delle mie tasse vengano usati per prevenire le disgrazie, per evitare il disboscamento selvaggio (tra le principali cause di dissesto idrogeologico), per combattere l’abusivismo edilizio (e non per fare condoni un anno si e l’altro pure) e soprattutto non voglio che si continui a lucrare sulle spalle di gente (in questo caso i Sardi) che penso abbia già dato parecchio. 

Tragedia in Sardegna. Foto tratta dal sito ansa.it


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