Questa non è stata un’intervista ma una provocazione. All’incontrario
però.
Delusione, tanta. Dispiaciutezza, a tratti. Incazzatura, e
che ve lo dico a fare.
Chi si aspettava fuoco e fulmini (o tuoni e fiamme) da un’intervista con Cinzia
Trinchese resterà molto deluso. Non è venuto fuori nulla. Non sono riuscito a
sviscerare la mia verità. Ma neppure quella dell’intervistato. E quindi siamo
qui a prenderci tutti per il culo. Neppure fossi un suddito qualunque. La
montagna (cioè io perché sono chiatto) ha partorito un topolino che non tiene
neppure la forza di arrampicarsi su un balcone e dare fastidio ad una coppia di
anziani.
Un’ora e mezza di chiacchiere per provare a conoscere Cinzia
Trinchese, personaggio politico.
Cinzia Trinchese,
personaggio politico che ricopre ruolo istituzionale. Il vicesindaco lavora
per step e obiettivi ma quali non è dato sapere. O meglio, di certo non li
vuole dire a me. Pur lavorando per step e obiettivi nel suo futuro ipotizza
tutto e il suo contrario. E’ di destra, viene da una famiglia da sempre vicina
alla destra ma sa bene che il ruolo dei partiti non è più quello di un tempo e
quindi non si può mai sapere, meglio godersi il momento. Momento che si chiama
vicesindaco, una carica che la riempie di orgoglio. Semina e coltiva da quanto
è entrata in politica, ma i frutti non sa se, quando e come verranno colti. Programma
tutto ma assai spesso lavora in urgenza (lo dicono le carte, non io). E
soprattutto non lo ammette (sono io che non conosco il lavoro dietro una
delibera o una determina). Il filo conduttore della sua opera è valorizzare
Nola con una serie di eventi targhettizzati (una visionaria insomma). Non si
immagina all’opposizione neppure da morta. Sa di essere personaggio catalizzatore
di attenzioni ma non ne comprende il perché (sono cose che capitano?) e il
percome, e soprattutto non se ne è mai accorta (e io sono la marmotta che
confeziona la cioccolata). Ribadisce che il Comune ha sempre pagato la Siae (e
chi lo ha mai messo in dubbio) ma fa finta, si ostina quasi, di non capire quando
cerco di spiegare che questi pagamenti dovrebbero trasparire e invece non
traspaiono. Un personaggio che sa bene quale corde far vibrare quando si parla
di gigli, paranze e famiglia e io mi sento “piacevolmente” preso per i fondelli
nuovamente (perché buoni sì ma fessi no di certo). Eppure, vi prego di
credermi, nel bene o nel male, mi aspettavo molto altro. Si resta invece tra
color che sono sospesi, e soprattutto perculati.
Quindi di cosa stiamo parlando? Di un personaggio politico
che ricopre un ruolo istituzionale che parla per frasi fatte, dette e ridette
millemila volte, che non è stato capace di accendere una minima fiammella di
orgoglio e passione che potesse farmi quanto meno riflettere sulle mie
posizioni.
Di seguito la mia cronaca di una comunque piacevole
chiacchierata, sorvegliati da uno splendido, quanto attento e
silenzioso esemplare di cane da guardia il cui solo sguardo mi terrorizza
(guai ad avercelo contro). Con ciò che
ho detto (grassetto), ciò che mi è
stato detto (corsivo), ciò che pensavo quando mi è stato detto (tra
parentesi e colorato). E chiedo scusa se tutto questo cambio di caratteri stili
renderà meno scorrevole la vostra lettura.
Cinzia prossimo
candidato a sindaco per il PD (che al solo pensiero c’è già qualcuno che a via
Tansillo alza la serranda, si mette prono e si abbassa i pantaloni…)
“Le fesserie abbondano
proprio. Conosco elementi del PD, che ho incontrato in occasione della mostra
di De Chirico, mi hanno chiesto di fare delle foto. Da qui è partito
l’inciucio”.
(Porca miseria, porca… inciucio come
pettegolezzo o come accordo sottobanco?)
“Certo che ne
inventate di cose”.
(Mi da del voi? Guardi assessore che
io, pur essendo grosso, non sono mica un gruppo facebook.)
“E’ una bufala in questo istante”.
(Maronn, ma allora si o no? Mamma
mia che dovrò – pardon a questo punto dovremo – scrivere).
“Io comunque sono
sempre stata di destra. La mia è una famiglia di destra. Certo, adesso il ruolo
dei partiti politici e marginale”.
(E quindi?)
“Di sicuro posso dire
che non sarò il prossimo candidato a sindaco del PD, assolutamente. Adesso sono
vicesindaco, un ruolo che mi riempie di orgoglio. Mi sono battuta davvero tanto
per ricoprire questa carica. C’erano degli accordi che dovevano essere
rispettati e, anche se con un poco di ritardo questo è stato fatto. Adesso ho
tante responsabilità in più, sono di supporto al sindaco quando serve.
Attualmente vivo questo. In futuro si vedrà”.
(E vabbuò, e domani è un altro
giorno. E io mi sento Bruno Vespa (maròò ch schif), se potessi farei partire la
musichetta. Comunque ha detto no. Niente
PD. Ma il futuro si vedrà. E quindi? E’ tutta una questione di patti e di
promesse da rispettare? Maronn, ma come mi piace fare lo strumentalizzatore di
baggianate e farmi i film. Ma io ci ri- provo comunque…)
Il PD allora lo
escludi? E’ no, la accendiamo? Ipotesi da non prendere in considerazione anche
se dovesse arrivare una delusione dall’area politica nella quale “familiarmente”
ti collochi?
“Candidarmi con la
destra è stato naturale. In caso di delusioni valuterò al momento la decisione
da prendere. Mi vuoi far dire per forza cose che non dirò mai. Le delusioni sono
costanti in politica. Anche per questo non possiamo fare progetti, perché vivo
alla giornata”.
(Lavora per step e obiettivi e non
fa progetti. Non vedo l’ora di trasformarmi in marmotta e riprendere a
confezionare la cioccolata).
E se non fosse ne PD,
ne Forza Italia?
“L’ho già detto prima.
I partiti hanno perso importanza. E ti ripeto io vivo alla giornata”
(Ma solo a me sta cosa mette i brividi? Un assessore che viva
alla giornata. Quindi o non ha programmi o non me li vuole dire. Mi sento preso
in giro).
Cinzia Trinchese
all’opposizione?
“Ehhh… E come chiedere
cosa faresti se dovessi vincere un milione di dollari”.
(E che ci azzecca il milione di
dollari. Che ci azzecca??? E soprattutto perché sta domanda non piace proprio?)
“La dovrei vivere come
esperienza. Sicuramente come sto in maggioranza sarei all’opposizione”.
(E quindi? Faresti cose anche
all’opposizione? E le risorse dove le prenderesti?)
“Sicuramente non sarei
indifferente alla situazione. Non mi piace fare la bella statuina. E comunque
mi hai fatto perdere le elezioni per stare all’opposizione”.
Un
assessore/vicesindaco che ha mostrato un caratterino niente male, puntando i
piedi quando c’era da puntarli…
“Come ogni persona
pensante, devo farmi rispettare. Sono una persona molto rispettosa dei ruoli.
Molto seria, a volte mi dicono pure troppo. E così posso sembrare distante. So a
che ti riferisci: la questione vicesindaco. Per me era importante, non fare il vicesindaco
a Nola, anche perché non è cambiato niente. Bisognava *******. E ci tenevo che
venissero rispettati accordi e patti. Un accordo che non è un regalo. Ho
chiesto solo al partito di mantenere accordi pre-elettorali che dovevano essere
rispettati. Per me rispetto istituzionale e credibilità politica sono
importantissimi, fondamentali. Se certi accordi non fossero stati rispettati
non so cosa o dove avrebbe portato questo gioco”.
(Il tono della voce è cambiato.
Eccome se è cambiato. E’ forse l’unico momento in cui si rompe muri e calano le difese,
saltano costruzioni e viene un pochino fuori Cinzia personaggio politico. Una disposta
a far saltare in aria tutto per una promessa o un accordo cambiato. Alla faccia
del politico mediatore e capace di unire e non dividere. Ecco, secondo me si
sono proprio scannati prima per il nuovo piatto per Nola. Secondo me è… )
‘Rispetto ad altri
Cinzia almeno fa qualcosa’. Non avete idea di quante volte, al mio muovere
critiche, mi viene ripetuta questa frase. E io mi incazzo davvero tanto.
D’accordo, Cinzia fa cose (quasi quasi mi apro una pagina fb). Ma qual è il
progetto che ha in mente per la città? Cosa c’è dietro (la domanda del filosofo
tutto kinder e cereali)? Il fare non può ridursi ad un circo, con pagliacci,
nani e ballerine (solo sul pianoforte però). Una serie di eventi, mostre,
giostrine, spettacoli, conferenze in cui io non riesco proprio a vedere il filo
conduttore, il trait de union. Il tutto troppo spesso con carattere di urgenza
(e leggetevela una delibera o una determina ogni tanto, la trasparenza è una
conquista), con annesso affidamento degli incarichi in via diretta.
“In merito agli
affidamenti non funziona così”.
(Sto diritto amministrativo nolano, che
faccio solo figure di cacca).
“Determine e delibere
presuppongono tutto un lavoro che non emerge da queste ultime”
(E mi spiega tutta una procedura,
che però altri stupidassessorati riportano comunque nei vari atti, ma vabbè,
faccio notare ma lascio correre. Se ci dobbiamo pigliare per il culo, almeno
siamo consapevoli.)
“Ogni delibera o
determina presuppone un lavoro a priori che non viene riportato”.
(E per la trasparenza hippy hippy…
Come per la SIAE il Comune paga ma senza delibere o determine. Se ne trovate
una cena pagata).
“E comunque noi come
amministrazione programmiamo tutto. Già a dicembre calendarizziamo le nostre
iniziative per l’anno a venire. Quindi non lavoriamo affatto in urgenza”.
(Ma proprio mai è, ma mai mai mai.
Magari se non ci credete provate a chiedere a qualche fornitore).
“A differenza di
quanto afferma qualcuno (io?, ndc) noi programmiamo anche in maniera
dettagliata”.
(Azzz, allora se programmate e
lavorate con il fiato della scadenza sul collo il fatto è proprio grave).
“Purtroppo nonostante la grande mole di lavoro il mio
assessorato ha solo due persone in organico. E il lavoro è davvero tantissimo, e chi lavora con me si dà davvero un gran da fare”.
(**** Sta maledetta spending review)
“Il mio operato il
filo conduttore ce l’ha: l’unico intento è quello di valorizzare Nola”
(Maroonnnn una visionaria della
politica. Parole che infiammano l’anima e fanno battere i cuori)
Ma valorizzare Nola
non vuol dire niente. Nonostante l’assist dei “target differenti” servito su un
piatto d’argento, non mi smuovo. Valorizzare Nola non significa creare eventi,
mostre, festival, circhi, nani e ballerini. Resta una visione eccessivamente
provinciale (e alzo leggermente il tono… poi subito vado di mantra “la faccia
mia sotto i tuoi piedi, la faccia mia sotto i tuoi piedi)….
“E resta provinciale,
ma a questo punto sempre meglio di essere locale ti devo rispondere”.
(Non pensare, non pensare, non
pensare… Ok cervello, facciamola questa intervista e poi torno a sbomballarti
con l’alcol).
“Quando organizziamo il Natale a Nola la città è piena di
gente. Molte persone evitano di andare altrove e si godono la città. Le persone
tornano protagoniste della loro città. Il commercio lavora, i pub sono pieni.
Il Natale a Nola è per me motivo di orgoglio”.
(Uààà, come la carica di
vicesindaco. Quest’anno a Natale proprio festa grande. Andrea Foglia avvisa
alla signora Ernestina che la musica fino a dentro la stanza da letto proprio).
“Prima non c’era nulla, adesso la
città vive appieno le festività”
(Ammetto, è vero. Cinzia fa cose)
Le posizioni restano
distanti. Ma dissimulo alla grandissima. E comunque continuo a ritenere
“valorizzare Nola” come filo conduttore di programmazione provinciale. Vorrei
fare paragoni con Cava e con Salerno, ma glisso…
E cambio discorso. E
la butto sulla festa dei gigli
Essere una Trinchese
è pesante. Certo, qualcuno potrebbe dire ‘ha alle spalle una paranza, e che
paranza…’ Ma il cognome pesa, eccome. E se in passato, forse pesava tanto (o
mast è semp o rre), oggi è più leggero. Un valore aggiunto. Tanto che da un
paio di anni sono numerose le foto che la immortalano vicina a mastaNNicola
durante la processione e la ballata… Assessore in cerca di ulteriore
visibilità?
“Vado fiera del mio
cognome. E certo che pesa. Mio padre è una persona conosciuta, è un capoparanza
storico. Comunque la festa la viviamo sempre alla stessa maniera. Sono sempre
stata là, vicino a mio padre. Negli ultimi anni sono più presente anche perché
mia madre per un problemino alla gamba è meno vicina di un tempo. E allora ci sono io. Mio padre è come
un bambino davanti al giglio. (Marò, questa è troppo bella, troppo). Va guardato
e va osservato. Va tenuto calmo (ride). E’ una testa calda, si trasforma
davanti al giglio e quindi da quando faccio politica mi sento più responsabile,
anche per mio padre. Poi ha bisogno dell’asciugamano, lo spray per la gola.
Questo è il mio ruolo”.
(Sta domanda gliela ho servita
proprio su un piatto d’oro. Cinzia io lo so che te la aspettavi e te la sei “preparata”…
Con annessa citazione dell’asciugamano… Un colpo ad effetto. Ma ci sta fa parte
del personaggio politico. Almeno questa volta la presa per i fondelli è fatta con grande
stile. E la accetto. Cioè, ci sta tutta.)
Si passa poi ai
social. L’assessore/vicesindaco domina incontrastata la scena. Schiere di
uomini, donne, ragazzi, bambini e militari osannano a suon di like e commenti
sdolcinati pure un colpo di tosse o uno sbadiglio. Ti sei mai chiesta perché
con te accade questo e con altri amministratori no? Perché tutto quello che
organizzi tu ha una rilevanza incredibile in termini di visibilità e quello che
fanno altri colleghi no? Eppure anche altri fanno cose, ma il popolo sembra non
accorgersene. Tanto che si rivolgono a te pure per i toponi conviventi del giardino
dell’Eden…
“Che dovrei dirti”.
(Niente, continua a percularmi che
va benissimo così)
“Non posso risponderti
io. Non mi sono mai posta queste domande”.
(Nooooooooo. La prossima volta
marzullizzo e vado con “si faccia una domanda si dia una risposta”)
“Non mi interessa. Io
non lavoro per oscurare gli altri”.
(Ma io non ho detto questo. Lo dici
tu (ohhh, c’è la registrazione è). Strumentalizzo con grande piacere…)
“Io lavoro per
obiettivi (e per step, per step). So che questo mese devo fare sta cosa e mi do da fare. Non so neppure se quello che dici è vero”.
(No vabbé, ma davvero stiamo facendo…)
Finalmente si chiude.
Cosa vuole fare Cinzia da grande?
“Il premier” dice
ridendo il cane da guardia. “La domanda tipo del Capezzuto. Lavoro per
obiettivi”
(E per step, per step).
“Adesso sono assessore
e vicesindaco di Nola. Non sai come mi riempi di orgoglio questa cosa. Mi
potrei ricandidare come consigliere comunale come potrei restare a casa. Mi
piace la politica, mi piace mettermi al servizio della città, mi piace fare
squadra. Ma, ripeto, lavoro per obiettivi (e per step). Magari conoscere il futuro”.
(...)
Andare, politicamente
oltre la realtà locale. Ci pensi? Se si ragiona per obiettivi da raggiungere allora
uno deve pur porre le basi da cui partire. Non si può improvvisare, ma bisogna
lavorare e coltivare anno dopo anno…
“Ma io non ho detto
che non sto coltivando. Io coltivo dal primo giorno in cui ho cominciato a fare
politica”.
(Ma coltivi per obiettivi e step?)
E proprio in tema di “coltivature”
c’è la candidatura di Nardi come sindaco a Saviano per il PD…
“Mio suocero ha voluto
cogliere un’opportunità. E’ un grande stratega, una persona con grandi ideali.
Per lui la politica come servizio alla comunità. Credo questa cosa l’abbiamo in
comune. Sapeva di perdere, è restato comunque al suo posto. Ora farà il
consigliere di opposizione”.
(Si vabbé, ma la domanda era
un’altra..)
P.S. “Per quanto tu possa essere stato
'deluso' dall'esito di questa intervista, per quanto giornalisticamente tu
abbia trovato davvero 'poco' da mostrarci, nulla che non fosse visibile anche
senza lo sbobinamento di quasi due ore di chiacchiere, qualcosa hai imparato da
questa esperienza. Hai imparato che esiste una percezione distorta e sterile
delle dinamiche tra le persone in questa Città, da quando ci esponiamo sui
social. Hai imparato che evidentemente le tue azioni hanno contribuito ad
esasperare certe posizioni, ma che questa esasperazione è stata un effetto collaterale
e non voluto delle tue azioni. Hai imparato che si condannano i leoni da
tastiera, ma i più pericolosi sono i camaleonti da tastiera, quelli che
nascosti dietro la non visibilità dei messaggi privati, ti chiedono di
sottolineare questo o quel disservizio, sia mai che agiscano in prima persona,
e che sono poi i primi a puntare il dito contro una tua presunta posizione da
"voltagabbana". Questa guerra è inutile e improduttiva e vi sta
offuscando il cervello: serve solo a chi, tenendovi ben occupati a scrivere
sulla lavagna i buoni da una parte e i cattivi dall'altra, ha tutto l'interesse
a sapervi così rapiti da questioni tanto collaterali quanto vuote. Voi
confondete la politica e i ruoli delle istituzioni e dei giornalisti (perché
questo sei: un giornalista) con i personaggi e i personalismi di cui un certo
modo di fare politica si nutre. Ecco, hai imparato che forse involontariamente
hai partecipato a questo gioco. E, stiano certi, che starai ben attento a non
farlo ancora, con buona pace della loro fame di gossip da ombrellone (o da
melonata)” (cit. La voce della coscienza)
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