martedì 4 luglio 2023

"Mi consenta", torna la tradizione funesta del pagellone Festa dei Gigli

di Valerio LAURI

"Mi consenta"

"Mi hanno chiamato, invitandomi a sintonizzarmi su VideoNola per la Festa dei Gigli. Sto vedendo uno spettacolo disgustoso, con una conduzione spregevole, turpe, ripugnante."

Sono le ore XX, quando Silvio Berlusconi interviene in diretta a VideoNola direttamente dal suo ufficio nell'aldilà, attiguo a quello di San Pietro, mentre è in compagnia di San Paolino. Il suo tono è amareggiato ma deciso, San Paolino lo sferza a continuare nella sua invettiva. Silvio non si lascia certo pregare: "Ho sentito tesi false, una ricostruzione della realtà lontana dal vero". Probabilmente si riferisce ai ritardi accumulati dall'accoppiata Ortolano-Salumiere, iniziati ben prima della domenica della ballata.

Come ben ricorderete (o forse no), al format delle pagelle che non votano sulla Festa dei Gigli piace celebrare "dipartite eccellenti" (no, non c'entra il Nola calcio). Così fu per Bud Spencer, così fu per Paolo Villaggio, così è, in questo caso, per Silvio Berlusconi, che ha prestato pezzi della sua vita a questo pagellone. Mi consenta.

FONDAZIONE FESTA DEI GIGLI - BARBARA D'URSO

Il mio cuore è vostro! Chi non ha amato le favolose grafiche di presentazione e le immagini coordinate innovative? Probabilmente tutti. Mancavano solo le live reactions alle esibizioni dei Gigli. Una luce sparata nell'angolazione ottimale e il gioco è fatto. Ecco, non esattamente. Perché poi viene il momento di misurarsi con il dietro le quinte e crolla tutto o quasi. La gestione dell'alzata delle borde, del Giglio spogliato del Salumiere, della processione pomeridiana e degli incroci del trase e aiesce. Barbarella ha perso il posto (notizia fresca fresca), riusciranno i nostri eroi a salvare il loro (magari con qualche sanzione?)?

ORTOLANO/SALUMIERE - MARCELLO DELL'UTRI

A proposito di sanzioni, appunto. Che non ci saranno, ovviamente, perché i soggetti coinvolti, come da tradizione, saranno assolti in appello. Il nome del fondatore di Forza Italia non è casuale, perché probabilmente gli Hunger Games iniziati giovedì 15 giugno (borda sospesa) e conclusisi lunedì 26 intorno alle 5 del mattino, hanno un retrogusto politico da non sottovalutare. Tra chi ha "disobbedito" e chi ha "disobbedito solo perché lo hanno fatto pure quelli davanti" (con tanto di cappio in bella vista), a farne le spese sono stati gli ultimi. Strano che quando ci si mette la politica a perdere siano gli ultimi, vero?

CARLO BUONAURO - ILDA BOCCASSINI

Qualcuno ha detto "legalità"? Dopo il Lodo Piazza D'Armi e mentre qualcuno continuava ad urlare "dimissioni" e "vergogna" un giorno sì e l'altro pure, il sindaco abbandona le amate carte del suo ufficio e si getta nella mischia con tanto di polo. Un uomo solo all'opposizione (dei fuorilegge), nonostante sia espressione della maggioranza, che si ritrova a dover "spingere" i primi due Gigli, poi a bloccare il Sarto causa perdita di gas, infine a comandare, sfinito, quest'ultimo nel corso T.Vitale per accompagnarlo in Piazza. Qualcuno continua a chiedere la testa di questa "magistratura sovietica e comunista". Ed è strano, perché per anni Nola è stata sotto scacco di un "sovietico" e in pochi se ne lamentavano.

FANFARE E CANTANTI - MARIANO APICELLA

Tre anni di stop. Circa 150 settimane di canzoni. Circa 7 ore e passa di Medley complessivi. Alla fine, però, il repertorio esibito da cantanti e fanfare sui Gigli si è ridotto a Mare Fuori e Mon Amour di Annalisa. Non bisogna certamente essere diplomati al conservatorio per contestare lo strimpellare le stesse note per tutta la giornata. E non è un'attenuante che fossero spesso richieste dei maestri di Festa. Non siete mica giullari di corte?

CAROLINA DI BORBONE - RUBY RUBACUORI

Paragone azzardato? Può darsi. Ma i reali non temano un danno d'immagine. È lo sconcicanome della nipote di Mubarak (sese...) che ci piaceva assai, perché Maria Carolina di Borbone delle Due Sicilie, duchessa di Calabria e di Palermo e sua sorella, ma anche sua sorella Maria Chiara di Borbone delle Due Sicilie, duchessa di Noto e di Capri (mi immagino che quando si presentano dicono tutto sto papiello), hanno rubato veramente i cuori al punto che nella pausa post-benedizione sui gruppi whatsapp dei cullatori non si parlava di altro (inutile che negate, bricconcelli). La principessa Carolina, che diciottenne lo è davvero, ha deciso di accompagnare sua sorella a festeggiare il compleanno proprio a Nola, con tanto di pubblicità involontaria alla Festa dei Gigli e alla città. Dei primi moti carbonari. 

ASSEGNAZIONI - LOGGIA P2

A Festa tanno nasce, quanno more. O almeno così era, prima. Sono ormai alcuni anni che i nuovi maestri di Festa che festeggiano l'assegnazione di un Giglio e della Barca alla mezzanotte della ballata sono sempre meno. E quest'anno avrebbero avuto anche la piazza ancora affollata di Gigli e persone. Quei pochi che hanno la sicurezza di essere Maestri di Festa, a volte non sanno manco quale Giglio avranno, perché "È mezzanotte, quasi per tutti" (cit. Joe Sentieri), ma per gli altri inizia il domino. Se questa paranza prende questo Giglio, allora a quest'altra va quest'altro, ma se questa paranza prende quest'altro, allora questa resta fuori. Un giro di firme e firmatari, maestri di Festa in carne ed ossa e Geppetteschi, spostati con sapienza dai Mangiafuoco mangiaFesta che stanno facendo implodere il sistema (volontariamente e non). Quant'ate po' dura' sta dolce vita?

PIANO SICUREZZA (E PULIZIA) - MILANO 2

Diciamoci la verità, non eravamo abituati (e temevamo un disastro annunciato soprattutto dai consiglieri di opposizione) a vedere una certa organizzazione della sicurezza per le strade cittadine, durante la ballata. E invece, nel pomeriggio, ci siamo ritrovati un manipolo di carabinieri ad ogni via di esodo (che sarebbe via di fuga, ma con meno terrore, "la forma è sostanza" cit.), vetro ridotto alle bottiglie di spumante offerte durante il percorso e zero carrelli porta-bibite. Non bastasse, dopo il Sarto, è arrivato il Giglio del Netturbino, paranza Velia Ambiente, che ha scortato (quasi minaccioso, visto l'orario) l'ultimo obelisco in Piazza Duomo. Un imprevisto (leggasi tubo del gas danneggiato) ha vanificato questi sforzi. Ma vuoi mettere che nessuno si è fatto male?

SS NOLA 1925 - AC MILAN

No, non ci azzecca niente, avete ragione. Non abbiamo un Berlusconi a portarci sul tetto d'Italia e d'Europa (manco della Campania, a dire il vero). Almeno per ora. Però quanto è stato bello per i tifosi della squadra di calcio cittadina vedere una maglia del Nola su (quasi) tutti i Gigli e la Barca? Ecco, per questo dovete ringraziare Luigi Nappi, che le ha donate e consegnate, il Fedele Confalonieri (Salvatore D'Elia) di Forzanola, che si è fatto portavoce dell'iniziativa ed... Emilio Fede (anonimo autoelogiativo), che ha lanciato l'idea. E non erano le uniche maglie del Nola disseminate nella Festa.





lunedì 27 marzo 2023

Pensieri sparsi di un weekend sportivo che da oggi finiscono pure sul blog

𝐒𝐢𝐫𝐢𝐧𝐞 𝐂𝐡𝐚𝐚𝐫𝐚𝐛𝐢. Nella giornata in cui tutti si spellano le mani per la grandissima campionessa torrese Irma Testa (davvero persona eccezionale oltre che grande atleta) e un po' tutti, da De Luca a Martusciello e la Patriarca passando per onorevoli, sindaci e consiglieri, fanno a gara a mettere il cappello sulla sua grande vittoria in India per il campionato del mondo, io voglio dare la copertina dei miei pensieri alla pugile casertana 𝐒𝐢𝐫𝐢𝐧𝐞 𝐂𝐡𝐚𝐚𝐫𝐚𝐛𝐢. 23enne di origini marocchine, ha ottenuto solo da poco la cittadinanza e per avere il passaporto ha dovuto "letteralmente" (nel senso di una lettera-supplica) implorare il presidente Sergio Mattarella. Solo da poco ha potuto gareggiare, e vincere, con i colori azzurri. Per descrivere la sua 'carriera sportiva' uso le parole di Irma Testa rilasciate dopo la vittoria. «Non voglio parlare per 𝐒𝐢𝐫𝐢𝐧𝐞, che finalmente ha la cittadinanza italiana a differenza delle sue due sorelle, una maggiore e l’altra gemella. Mi sembra una sciocchezza che l’abbia avuta per meriti sportivi quando avrebbe potuto indossare la maglia azzurra a 14 anni: è un gran talento, la conosco da sempre, parla il dialetto meglio di me. Faceva i ritiri insieme a noi ma poi non poteva gareggiare: l’ho vista soffrire per anni. Abbiamo negato il passaporto a un’italiana perdendoci tanti successi e medaglie. Trovo molto ingiusto che Sirine non abbia potuto avere il mio stesso percorso». Per Sirine nessuno si è affrettato a mettere il cappello sulla medaglia di argento conquistata in India. E davvero in pochi se la sono cac.... filata. Penso che se Sirine Chaarabi fosse stata maschio, avesse avuto il bisnonno di Canicattì, e soprattutto avesse giocato a calcio, da mo che stava in nazionale con tutti gli onori, indicata da ogni media come salvatore dei colori azzurri. E invece...

𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐂𝐨𝐧𝐭𝐞 è un attaccante napoletano (nel senso che è nato a Napoli e poi è emigrato) che gioca nelle Marche. La sua squadra, la Pinturetta Falcor, sta stracciando il girone G di seconda categoria. Il ragazzo ha il sacro fuoco del calcio che gli scorre nelle vene e, nonostante sia titolare di un'ottima e affermatissima sartoria artigianale (ci va pure qualche vips) a Civitanova Marche, ogni sabato pomeriggio sveste gli eleganti abiti che è solito indossare, si allaccia le scarpette a va battagliare (metaforicamente e non) sui campi dilettantistici della sua regione. Solo ieri ho scoperto per caso (l'ottimo Giuseppe Moreschini ha dato il via) la sua storia. Quest'anno ha segnato 14 gol e sta portando la sua squadra alla vittoria. Spesso la sua foto correda l'articolo di apertura del Corriere Adriatico, ma lui non lo ha mai saputo, perché la Pinturetta Falcor gioca in provincia di Fermo e a Civitanova esce l'edizione di Macerata. Penso che prima o poi a sto ragazzo qualcuno dovrà pur dirglielo dei titoli di giornale che si è perso quest'anno.
Ieri l'altro una ragazza di 20 anni è stata aggredita in Veneto. La ragazza in questione è un arbitro di basket e dirigeva la sfida under 15 tra l'Argine di Vicenza e il Basket Sportschool Dueville. Un genitore è entrato in campo insultandola e strattonandola ripetutamente (genitore che si è poi giustificato dicendo: "l'ho solo presa per un braccio"). Ieritutti gli abritri veneti di basket hanno indossato una X sul braccio per solidarietà. Ecco, credo sarebbe stato bello che tale dimostrazione di solidarietà fossa stata adottata anche a livello nazionale. Credo eh...
A Napoli in un torneo di beneficenza tra licei napoletani al Simpatia di Pianura si sono abbuffati di mazzate. Gli ultrastudenti del liceo Lucrezio Caro hanno aggredito quelli del Sannazzaro a suon di mazzate e petardi. Oggi un ragazzo rischia di perdere un dito e avrà lesioni ad un occhio. Il vomito. La me@@a. Dalla Preistoria è tutto.
Come sempre grazie a chi è arrivato fino a qua. Vi voglio bene. Fate i bravi.
La foto (di copertina) del weekend. La pugile casertana Sirine Chaarabi.




domenica 31 luglio 2022

I presidenti e i consiglieri passano, la Fondazione Festa dei Gigli resta (dieci anni di storia del cda e dei suoi 4+1 presidenti)


Quattro presidenti più uno. Gente che entra ed esce dal cda (tra nomine vere, pezzotte e dimissioni) che neppure nelle ore di punta in Circumvesuviana (quando passa il treno però). È la Fondazione Festa dei Gigli di Nola, nata in seguito ad uno ‘schiocco’ di un tappo di spumante, partita male e finita ancora peggio. In viaggio nel tempo, tornando indietro a dieci anni fa, quando a Nola nacque la più grande macchina capa di legnamm esistente: la Fondazione Festa dei Gigli di Nola. Nata per allontanare la politica dalla Festa con persone nominate dalla politica che vuole allontanare la politica dalla festa nominando persone in una fondazione che nasce per allontanare la politica dalla festa… Vabbuò, tra un infinito numero figura di merda e porcate di tutti i tipi, ho il piacere e l’onore di presentarvi la cronistoria del cda della Fondazione festa dei gigli di Nola.

Dicembre 2012. Il Presidente fantasma. Ma voi ve lo ricordate il primo presidente della Fondazione? Trattasi del magistrato Guglielmo Avolio scelto come membro del cda e indicato da Biancardi come presidente. Mai entrato in carica. Nominato il 19 dicembre del 2012 insieme al primo cda in quota Comune di Nola non ricoprirà mai il ruolo per cui era stato designato, la magistratura infatti non concederà il nulla osta. Si comincia alla grandissima. Col senno di poi, il fato, il destino, il pataterno o qualcuno dall’alto aveva lanciato un avvertimento. Gugliù, sentit a mè, nun è cos… “LAM (luat a miez)” (cit.). Insieme ad Avolio vengono nominati Antonio Daniele e Agostino Santaniello. In quota Curia tocca a Don Lino D’Onofrio (the higlalander of cda) e Angela Celentano

15 marzo 2013. La fumata bianca. Dopo le nomine dicembrine di Antonio Daniele, di Agostino Santaniello arriva anche il terzo membro del cda poi eletto, COME DA REGOLAMENTO, Raffaele Soprano. Habemus primo vero presidente. Si parte… con le figure di merda però…

15 marzo 2013. Nu milion e mezz di euro uanm ddo priatorio. Il consiglio comunale di Nola, con la delibera di approvazione dello Statuto della Fondazione, ha disposto come atto di indirizzo nei confronti del Cda una dotazione (fondo di gestione) pari ad 1.500.000 euro erogati in 5 rate annuali. Come sono stati spesi questi soldi? Le rate sono state saldate? Basta leggere i bilanci dalla Fondazione. Ah ci sono solo per gli anni 2017, 2018 e 2019 in rete e sul sito della Fondazione. Vabbuò, tre anni su dieci è buono. Tanto ci sarà il cambiamento del cambiamento con il palazzo di vetro. Speriamo oltre ai palazzi mettono qualche lastra pura ai conventi ex carceri mandamentali. Ma pure na finestrella dove sbirciare andrebbe bene.

Maggio 2014. Salta il primo membro del cda. La prima dimissione è di Agostino Santaniello. Il dottore adduce motivi lavorativi e personali. La piazza parla di un dottore nauseato. Ma sono solo voci…

21 giugno 2014. Il santo fa il miracolo. Nonostante in Italia le Province non esistano più (si è in attesa delle nuove “Città Metropolitane”) a Nola, quella di Napoli, senza cacciare un euro (e quindi senza titolo alcuno, vabbuò ma pure la Cur… ah, scusate non si può dire) nomina abusivamente un membro all’interno del cda: Gaetano Fusco. E proprio giusto giusto in tempe per le assegnazioni dei gigli. Il santo ci ha messo la mano sua? (Paolo, Paolino, Massimo,  che differenza fa). Qualcuno protesta e fa notare l’invalidità della nomina, ci sono interrogazioni comunali (senza risposta) e tante belle cose. Molti nutrono seri dubbi anche sulla validità degli atti della Fondazione. Ma nisciun s n fott. Ch tnimm a vedè. Stamm a Nola. Viva i Gigli e San Paolino. Sbatt o gigl, sbatt o gigl. A frust. A frust.

6 novembre 2014. Finalmente arriva il sostituto di Santaniello. È Umberto Barbalucca. Con l’arrivo di Barbalucca si apre la fase più lunga senza cambiamen ti del cda della Fondazione. Forse, finalmente, si può cominciare a programmare qualcosa (per ora si naviga a vista) in tema di Promozione e valorizzazione. Ma stamm a Nola, nun l’avit mai penzà. 

Luglio 2016. Salta Antonio Daniele che si dimette dopo ripetuti attacchi (ahh quei verbali dei cda, troppi ricordi) politici e non da altri membri del cda (i verbali parlano di Barbalucca e Fusco). La storia comincia (e si ripeterà).

18 agosto 2016. Non passa un mese che arriva il sostituto. È Antonio Santella (chiiii?) entra nel cda testa di legno della Fondazione

12 luglio 2017. Manca quasi un anno alla scadenza dei cinque anni della durata in carica del cda. Ma Soprano si è rotto il cazzo. Dopo un numero infinito di cupptielli dietro, di critiche, di otturazioni di naso e figure di merda storiche (la paranza bruscianese sotto falso nome) e il presidente lontano dalle beghe di palazzo e fuori dalla politica, Soprano si dimette. La Fondazione è senza testa. 

Marzo 2018. Il tempo del cda è scaduto. Dopo cinque anni altro giro altra corsa. Nessuna nomina per ora. La fondazione è un piatto vacante.

10 maggio 2018. Biancardi prima di morire come sindaco (avvocato, si gratti) con un ultimo atto nomina i membri in quota  all’Ente di Piazza Duomo. Confermati Barbalucca e Santella. New entry Lorenzo Vecchione, dirigente rai in pensione. Sarà lui il nuovo presidente. La Curia tramite il vescovo Marino conferma Don Lino the higlander D’Onofrio. Angela Celentano si fa da parte (si dichiarerà non disponibile a ricoprire l’incarico). Al suo posto Raffaella Mauro (ex segretario del PD di Nola e candidata come consigliere regionale sempre in quota Pd). Perché è vero che la Fondazione ha il compito di tenere fuori i gigli dalla politica. Ma questo vale per le amministrazioni comunali mica per la Cura Vescovile (Raffaella, ti voglio bene). 

25 maggio 2018. Lorenzo Vecchione viene nominato dal cda, COME DA REGOLAMENTO, presidente della Fondazione. E porta Pippo Baudo a Nola. Pippo Baudo. A Nola.

28 settembre 2018. Neppure Pippo Baudo riesce a porre un freno ai cambi all’interno del cda. Anche Barbalucca si dimette. 

9 marzo 2019. Sono passati 7 mesi dalle dimissioni di Barbalucca. La città, senza un sindaco da ballare, attende il commissario che nomina nuovo membro Orlando Santaniello. Per fortuna evita di nominarlo direttamente presidente, sennò sai che burdello…

21 giugno 2019. Scade il mandato illegittimo di Gaetano Fusco. Un mandato illegittimo arriva a scadenza. Un mandato. Illegittimo. A scadenza. 

5 ottobre 2019. Gaetano Minieri è il nuovo sindaco di Nola. E sempre perché la Fondazioni è nata per tenere fuori la politica dai gigli, vengono indotte le dimissioni del membri del cda in quota Comune di Nola. Bye bye Antonio Santella. Hasta luego Orlando Santaniello.

11 ottobre 2019. Saluta tutti anche Lorenzo Vecchione. Non dimenticheremo mai i 3 minuti di presenza promozionale al Maurizio Costanzo Show e l’indotto economico portato da quei 180 secondi alle 00.30 su Canale 5. Di fatto la fondazione non esiste quasi più. Restano solo Mauro e Don Lino.

13 gennaio 2020. Dopo solo tre mesi Minieri fa le nuove nomine. Nicola Argenziano, Vincenzo Santella (tesserato FdI, com’era il fatto dei gigli e della politica) e Carlo Fiumicino sono nominati membri del cda. 

20 gennaio 2020. COME DA REGOLAMENTO, il cda sceglie come presidente Nicola Argenziano. Inizia una nuova era per la Fondazione… Ah no…

20 luglio 2021. Ricordate il milione e mezzo di euri. Ecco dimenticateveli. Con il dissesto niente fondi. Senza soldi non si cantano messe, pure se è per San Paolino. E pure niente bilanci, vabbuò, ma figurarsi (aspettiamo tutti il palazzo di vetro della campagna elettorale). Nicola Argenziano si rompre il cazzo prima di Soprano, sfastiriatosi dei ripetuti attacchi di un consigliere comunale (ma chi sarà mai) che gli taglia i fondi per darli tutti all’assessorato dei bbcc e si dimette. La Fondazione è un’altra volta senza testa. 

25 novembre 2021. La Fondazione di fatto è una fondazione morta che cammina. Cammina mo... Diciamo che struscia. Si dimette pure Vincenzo Santella. Restano in tre. Tre somari e tre briganti, sulla strada abbasc e carcer… La Fondazione in pratica e in teoria non può operare perché senza numero legale di membri del cda.

2 aprile 2022. Il giugno nolano si avvicina e il commissario prefettizio in fretta e furia nomina due membri del cda. O meglio, nomina un solo membro del cda, la dottoressa Ida De Falco. Nomina anche direttamente il presidente del Cda nella persone di Mario Cesarano, COME DA REGOLAMEN… Ah no…

Fine aprile 2022. Il cda si riunisce e prova a sanare la questione della nomina presidenziale di Cesarano, eleggendo come presidente Cesarano nominato presidente con un atto illegittimo, vabbuò… Stamm  a Nola. E a Nola accussì s fa. Viva i Gigli. Vivi San Paolino. Sbattt o gigl. Sbatt o gigl. A frust. A frust.

30 luglio 2022. Dopo una riunione con il nuovo sindaco Carlo Buonauro si dimettono i tre membri del cda in quota Comune. Via Fiumicino, Cesarano e De Falco. Fiumicino non le manda a dire e punzacchia qualche collega. Cesarano fa proprio i nomi e i cognomi e fa come la chiavica a Fiumicino. Come si dice. Noblesse oblige. 

31 luglio 2022. Restano solo Raffaella Mauro e Lino the Higlander D’Onofrio. Io fossi a Raffaella comincerei seriamente a preoccuparmi…



lunedì 22 novembre 2021

La lumacona rosa gigante (ovvero una storia di cuore e di coraggio, ma anche di fango, cacca, burattini e soprattutto burrattinai-aio)

 “Vedete questa lumaca: è un’opera d’arte. Bambini (lo so, lo so…) questa è un’opera d’arte”. In un freddo mercoledì di inizio dicembre (il 7) del 2016 con queste parole l’assessore ai BBCC Cinzia Trinchese  presentava la chiocciola gigante simbolo della Cracking Art alla città di Nola. Presenti, alle ore 11 in Piazza Immacolata (all’anagrafe Piazza Matteotti) una scolaresca di bimbi infreddoliti che si domandavano cosa fosse quella gigantesca lumacona rosa in realtà furia ma per alcuni magenta (only Pasquale Conventi can solve the mystery of the exact pantone). La posizione: strategica. Alle porte del centro storico (precisamente all’incrocio con via On. Napolitano, di fronte edicola Ruocco). 

IL PARTO. Sgravava così, in ritardo sui conti, dopo quasi un anno, uno dei progetti approvati nel bilancio partecipativo del dicembre 2015 (determina n. 1820 del 16 dicembre del  2015 “Bilancio partecipativo 2015 - Impegno di spesa"). All’interno della determina, venivano riportati tutti i progetti approvati (per un totale di 491mila e passa euro). Tra quelli ammessi al finanziamento, in quota all’assessorato ai BBCC, quello proposto dall’Associazione Pandora (tra i soci Alessio Scala): “Nola in Arte - Installazione della Cracking Art Group, mostre varie” veniva finanziato per 14mila euro pricisi pricisi. Acque rotte tra fine ottobre e inizio novembre con una mostra di Cracking Art “Alma Materia - La scultura, dentro e oltre la materia” (a cura di Frosini e Gagliardi) nei locali del Convento di Santo Spirito (‘e carcer’). Esattamente un mese dopo veniva presentata alla città la lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta. Per la gioia, non scherzo, di tanti bimbi. Zio Salvatore, non scherzo, dall’alto ha sempre espresso in modo colorito qualche personale perplessità.


LA CRESCITA. Nonostante la simpatia che suscitava un po’ in tutti, le perplessità di zio Salvatore si rivelavano fondate (la saggezza degli anziani), e la lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta, diveniva presto oggetto di scherno da parte di tanti piccoli lazzari locali. Bullizzata, maltrattata, spesso con violenza, a testarne resistenza fisica e morale, la lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta resisteva bonariamente indomita per due lunghi anni. Una resistenza che la fece entrare nel cuore di tanti, soprattutto abitanti che si affacciavano sulla Piazza (e forse, ma solo forse, pure a zio Salvatore). 


IL TRASLOCO. All’intrasatta uno si sveglia e non trova più la lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta. Addò sta, se ne è fujuta. Sann’arrubbat a lumacona. E invece nulla di tutto questo. Dove non erano riusciti teppisti e figlendrocchia (sempre criaturi sono) era riuscita la Festa dei Gigli. Su richiesta dei vigili urbani, in ossequio dei nuovi regolamenti sicurezza per la festa dei gigli, una mattina presta di giugno (esatto, quann o sole accarezza na cimm), i vigili urbani agli ordini del “comandante, comandante, si sente male, comandante (la STORIA di Nola su rete 4)” Luigi Maiello autorizzarono e addirittura vigilarono le operazioni di disinstallazione della lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta per spostarla e posizionarla in modo assai, ma proprio assai, precario sotto degli alberi di fronte ad una corsetteria poi diventata sushi bar (zio Salvatoreeee) per far posto ad un palco ai lati del giglio del calzolaio. Nun sia mai qualcuno si sarebbe dovuto rovinare o mese e giugno. Qualcuno, anzi più di qualcuno, protestò per lo stupro. I maestri di festa del Calzolaio (famiglia Mauro), dopo numerose proposte, si adoperó, a proprie spese, per fissare al suolo l'opera d'arte. All’epoca, fortunatamente, “IL GRUPPO” non era ancora (o forse non lo si vedeva) quella macchina del fango (e merda) diventata poi con il beneplacito e la complicità della Nola bene e pure di quella male. La lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta dopo la festa non tornò più al suo posto. Il trasloco forzato l’aveva cambiata. Non era più la stessa. Nel fisico, nella mente, nell’anima.


LA MORTE. E proprio un anno dopo, il 25 maggio del 2019 (già, poco prima dell’inizio dei festeggiamenti per il nostro Santo Paolino), la lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta perì. Violata con troppa facilità (anche a causa della pessima installazione bis del giugno 2018) rimase a terra morente nell’indifferenza generale fino alla definitiva distruzione da parte degli operai del Comune di Nola. Perchè i bambini forse l’avranno capito che quella era “un’opera d’arte” ma i grandi invece (nun guarda a parol guarda a man). Tutto finì nell’indifferenza quasi generale. Pure de “IL GRUPPO” meglio conosciuto come l'opera dei pupi. Già, ma allora “IL GRUPPO” dove stava? Con chi stava? Nessuna DENUNCIA SOCIALE acchiappa click per la vecchierella che vive lontana e non può uscire e condividi e scrivi amen che se no Gesù piange? Ed evidentemente gli amen dovettero essere molto molto pochi, perchè se a Nola quasi nessuno ne pianse, immagino Gesù… Tra quei pochi anche quelli che espressero una qualche perplessità (lo so che pensate a zio Salvatore) quando venne installata. E proprio quei pochi decisero che no, la storia della lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta, non poteva finire così.  


LA RINASCITA. Fu allora che entra in gioco, a gamba tesa ma senza fallo (perché ha preso la palla), Campo dei Fiori. E Giacomo De Sena. I social si dimostrano ancora una volta aggregatori di idee e proposte e fattiva collaborazione. Con la massima trasparenza (VEDI FOTO 5) viene presentata richiesta al Comando dei VVUU del Comune di Nola. Viene scritta con le mani e in lingua italiana (LEGGI CONTENUTO FOTO 5) e ad essa viene allegato progetto di ristrutturazione (vedi FOTO 6) di Nunzio Meo e dell’Architetto Mollo e di Piccolo. La lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta, o meglio quello che gli operai del Comune aveva lasciato intatto, la testa, trovava posto a Campo dei Fiori. Per uno strano scherzo del destino, la testa della lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta provava a rinascere in un luogo dove rinascono tanti ragazzi, perché “nel recupero della lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta oltre che un gesto civile c’è tutta la missione di Campo dei Fiori, quella di recuperare delle opere d’arte (i ragazzi) che dei balordi hanno spezzato” (Domenico Manganelli e non potevo assolutamente lasciarmi sfuggire una perla del genere). Con il tempo, di mezzo ci sono anche due cazzo di lockdown, l’interesse iniziale è andato scemando, anche a causa delle non perfette condizioni di salute di uno degli ideatori. Quello che resta della lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta ora ha trovato casa e tanti nuovi compagni, che spesso vanno e vengono, ma che sicuramente le vogliono più bene di tanti nolani. Secondo me è davvero felice, forse pensa di essere nel paradiso delle lumacone rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta. Forse è davvero così.


THE END. Questo scritto è un atto dovuto. A due persone. La prima, Giacomo De Sena detto anche “le lote” (ma perché plurale Giacomo, ma quanti siete dentro di te), che alla mia richiesta di informazioni non ha esitato a fornirmi tutta la documentazione, foto comprese, spiegandomi nei dettagli la situazione e aiutandomi a ricostruire tutta la vicenda. Giacomo dice che è sempre a disposizione per un eventuale recupero completo della lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta. La lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta 


LA MERDA. Poi c’è la seconda. Non devo insegnare nulla a nessuno. Io “faccio mozzarelle” (cit. Sofia) e mi diletto a impaginare sport vari (10 pagine nel fine settimana, e poi sbaglio la giornata nella classifica di Lega A Basket, ma come cazzo si fa… scusate dovevo sfogare). Ma mi si torchino ‘e ntstin quando si vuole far passare la cacca per informazione. Stile Iene, anzi no sciacalli (che ci stanno gli sciacalli in Barbagia?). Dall’altra parte in Sardegna, esattamente tra i boschi del Gennargentu, in Barbagia, c’è chi fa denunce sociali ma solo quando gli conviene. Solo quando gli inviano le foto. Solo quando qualcuno (chi sarà questa volta the master of the puppets, io una mezza idea ce l’ho, voi?) ti dice quanto è costata la lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta, nel dettaglio 8mila euro (ma come lo sanno se i documenti pubblici parlano di 14mila euro di progetto, che forse forse qualcuno che ben sa ha suggerito?). E perché sta denuncia solo dopo l’ultimo Consiglio Comunale? E’ successo qualcosa nell’ultimo consiglio comunale? Sicuri? Ed è così grave da gettare tanta cacca sulla gente (ma allora siete proprio gente di cacca)? Forse che è una denuncia sociale telecomandata? Chiedo per un burattino barbagianni. Eppure bastava poco, bastava contattare Giacomo e chiedere. E invece no. La solita macchina del fango (e della merda). Su suggerimento altrui, perché i barbagianni, gli abitanti della Barbagia, sono solo copia e incolla e cape di legname che scrivi amen se no Gesù piange. Ma che vuò fa… Per fortuna stiano a Nola e certa gente sta solo in Barbagia. Che culo è…


P.S. Ne Guido Pà, tu mo ti pensi che Nola ha vinto la Coppa Italia per la seconda volta e qua nessuno fa un articolo? Nun l'ia mai pensà. A scoppio ritardato, ma arriverà...


FOTOGALLERY


FOTO1. La lumacona rosa in realtà fuxia ma per alcuni magenta in Piazza Immacolata, nella sua posizione originale.


FOTO 2. La lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta dopo che viene distrutta da vandali nolani nel maggio del 2019


FOTO 3. Gli operai del Comune di Nola (si cazzo, del Comune di Nola) pongono fine alla vita della lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta facendola a pezzi


FOTO 4. La lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta raggiungge il paradiso delle lumacone lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta


FOTO 4. La lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta raggiungge il paradiso delle lumacone lumacona rosa in realtà fucsia ma per alcuni magenta 2


FOTO 5. La richiesta al protocollo scritta in italiano da Giacomo De Sena e da Campo dei Fiori


FOTO 6. Piccolo, Mollo e Meo con il progetto originale per provare a ristrutturare la pedana.






venerdì 29 ottobre 2021

Mo ven' Natale - zan zan (ovvero la forma sarà sostanza?)

 Questo scritto nasce spontaneo dalla pubblicazione di un post sulla pagina Fb della Fondazione Festa dei Gigli in cui si legge il programma natalgiugnocapodannoannoversariodellunesco nolano. Anche perché la Fondazione, con un colpo di mano, è passata dall’organizzare eventi nel giugno nolano al Natale dei Nolani, con annessa mazza allerta nell’anfitrione del Comune che (spoiler - saltato il rivestimento tutero e ombrello, verrà addobbata a mo di albero di Natale) presentata dall’associazione capadilegname (per restare in tema). 

Comunque, pare che la Fondazione dopo un giugno in cui sono volati paccheri (virtuali) tra Argenziano e l’Assessorato ai BBCC, che vedeva attori non protagonisti sindaco, delegati e consiglieri al seguito, abbia ritrovato rinnovata vitalità in vista delle festa più importante per la città: il natale, o meglio, il Natale dei nolani. 

Tralasciando un giudizio sulle iniziative proposte (in fiduciosa attesa di determina) mi preme precisare che eventi in merito all’anniversario del (5 secondi di pausa e musica zan zan zan) sigillo Unesco sono più che legittimi, tutt’altro, e quello legato alle bandiere mi piace tanto tanto (sperando raggiungano anche la perifieria) ma resto sempre dell'idea che la forma è importante tanto quanto la sostanza (perché Natale Nolano e Festa dei Gigli, sono come io e la dieta, come può testimoniare Pasquale Foglia, a proposito ma giovedì tu vai che vengo pure io). Perché la forma è sempre sostanza. 

E proprio perché la forma è sempre sostanza, mentre mi rileggevo il nuovo statuto della Fondazione (aprile 2018, ultimo atto del Biancardi Bis), mi sono andato a leggere l’articolo 19.

Articolo 19 che recita testuale. “Nel caso di mancata nomina di alcuno dei membri del consiglio di amministrazione questo ultimo si riterrà validamente costituito e nella pienezza delle sue funzioni qualora siano stati nominati e regolarmente in carica almeno cinque dei suoi componenti”

“Ogni qualvolta venga meno un componente del Consiglio di Amministrazione  si fa luogo alla sostituzione da parte del soggetto legittimato, secondo i criteri di cui ai precedenti commi”.

La domanda è, anzi le domande sono: Argenziano si è dimesso solo dalla carica di presidente della Fondazione o anche da quella di membro del cda? E se Argenziano si è dimesso dal cda come fa quest’ultimo ad operare nella pienezza delle sue funzioni visto che i componenti in carica sono quattro? E se i componenti sono quattro come possono riunirsi e prendere una qualunque decisione, anche quella ultima, di organizzare eventi per il natale nolano o dei nolani o bruniano? 

La risposta è, anzi le risposte sono: boh? vabbè, Viciè, ma tu che vuò, nuje stamm a Nola.

E questo è quanto. Grazie a tutti. Buona serata.




martedì 15 giugno 2021

Nola c'è, ancora una volta (siamo di nuovo i campioni d'Italia e qualcuno lo doveva pur raccontare)

Il Nola Città dei Gigli ha vinto per la seconda volta il campionato italiano di sitting volley. Una vittoria pesante e importante. Perché se vincere uno scudetto non è mai facile, figurarsi ripetersi (dominando). Impresa a suo modo storica per la città di Nola che, nella sua storia sportiva mai era stata campione d’Italia due volte consecutive in qualunque sport e in qualunque categoria. E mai era stata campione d’Italia con una prima squadra. La possibilità di accedere ad una ‘Champions League” a me, personalmente riempie d’orgoglio cittadino. E credo dovrebbe essere così per tanti. Vincere poi contro realtà quali Roma, Parma, Fermo, più solide economicamente e con strutture senza dubbio più attrezzate dovrebbe rendere l’idea che quanto compiuto dal Nola Città dei Gigli e suoi ragazzi è qualcosa di veramente speciale. Frutto di sacrifici, lavoro, impegno…


“Aoooo… Ma c’ dic’ semp’ ‘e stessi cose. Questo lo hai già scritto….”

Ehhhhhh?

“Sce, sono io. Hai visto la partita ieri. Qua nu feston”


E io veramente me lo immagino, entusiasticamente coinvolgente. Pure dall’altra parte. ‘Ja ja, jamm bell. Che gioca il Nola Città dei Gigli. Sta a partita ja. Dall’altra parte stanno Roma, Parma, che hanno mille e mille santi in paradiso. Vediamo di fare bella figura’.

E già immagino nu burdell’ ‘e gent’ di Nola, su una tribunetta messi in piedi per l’occasione. ‘Ma stann e gigl?’ Dice qualche vecchietto. “Aeeeeeeeee. Nola Città dei Gigli. Sitting volley. A pallavol. Sedetevi qua che vi spiego io come funziona”.


C. È andata così?

A. “Di più, di più. Nun se capev’ niente. Ci stavamo facendo cacciare tutti quanti. Nu burdell’ ‘e pazz’. Canzoni dei gigli, l’Inno di San Paolino. Avimm arrevutat’ tutt’ cos’. Qua si festeggiano alla grande le cose belle e importanti che riguardano la nostra città. E voi?”

C. Qua sta il covid. Dobbiamo stare attenti

A. “Aeeeeeeeeeeeee”

C. Comunque buonasera

A. “A te. Allora ti pensavi che te la scampavi. Come abbiamo siamo campioni d’Italia per la seconda volta e tu non scrivi niente. Qua se non scrivi tu non lo fa nessuno?”

C. Eh, ste cose le facevamo insieme. Eri tu spesso che fornivi gli spunti…Mo sto sul io”

A. “Ja, nun fo scem. Ma quale sul tu…”

C. Ok ok. Allora, da dove cominciamo?

A. “Ti ho mai raccontato che quando ero ragazzo noi ci incontravamo…”

C. Si Andrè, fuori alla palestra. Sul muretto, vi davate appuntamento alle 6 e alle 7, poi sulla tribunetta e che la pallavolo ha fatto conoscere tanti di voi, che sono nate delle coppie… Ma può mai essere ca ogni vota che dobbiamo scrivere qualcosa sul Nola Città dei Gigli e sulla pallavolo mi devo sentire questa storia. Lo so, me lo avrai ripetuto almeno cento volte. Me lo ricordo bene il fatto…”

A. “Vabbuò, allora non dobbiamo raccontare tutta la storia della pallavolo nolana e di Guido Pasciari. Scriviamo solo che il Nola Città dei Gigli ha vinto lo scudetto di sitting volley…”

C: Per la seconda volta consecutiva.

A. “Abbiamo schiattato la capa a tutti quanti”

C. Oh, mica si può scrivere…

A. “Ma è vero però”

C. Eh…

A. “Allora scriviamo che il Nola Città dei Gigli di Sitting Volley è così forte che può pure permettersi Alfredo Diana”

C. Che ha pure giocato in final six e ha fatto un punto nella prima fase…

A. “Lo so meglio di te, guarda che io me vvec ‘e partite. Mo me pozz vedè tutte quante. A differenza tua che devi aspettare. Io sto in diretta live”

C. Quindi hai visto Alfredo fare punto e giocare in semifinale

A. “Giocare mò. Non esageriamo. È entrato”.

C. Però lui ha vinto un altro scudetto, è campione d’Italia per la seconda volta

A. “Io pure ho vinto”

C. Certo. Tutti i nolani hanno vinto. Il Nola Città dei Gigli rappresenta orgogliosamente la città. Tu sai che….

A. “No, no. Tu non c’eri. Io veramente ho vinto una medaglia. Campione regionale di sitting volley. Femminile. (ride) Quando ci riesce Alfredo me lo fa sapere”

C. Dai che non te lo aspettavi. Si cuntent…

A. “No, m’agg pigliat collera. Ma che domand fai. Ma che giurnalist Si… Vabbè, mo scriviamo serio. Tu hai capito che significa vincere un campionato italiano per la seconda volta consecutiva. Mica è semplice, pure nel calcio…”

C. Vogliono diventare la Juve del sitting volley italiano, mi verrebbe da dire

A. “Lo hai detto tu eh”

C. Eh ma me lo hai tirato di bocca.

A. “Mo veramente basta. Uno dovrebbe raccontare i sacrifici che ci sono dietro queste vittorie. Soprattutto in un periodo come questo. Dobbiamo scrivere che i successi si programmano, che c’è un progetto e si lavora tanto. Ci vogliono tante risorse, economiche e umane. Poi non ci scordiamo degli sponsor (Cenzò chist ann niente mandorle eh, e ride di gusto) giusti devono sposare un progetto serio. Niente progetto, niente sponsor. 

C. Sce, questo l’ho già scritto (rido)

A. “E poi sta Guido. Tu lo sai che quando ero ragazzo…”

C. Si Andrè, lo so

A. Ah ah ah l’ho detto apposta… Sta Guido che veramente lavora tutti i giorni per queste cose. Per lui Nola viene prima di tutto. E’ il suo orgoglio più grande. E dovrebbe esserlo per tutti. Cioè, quello è uno che ha fatto i campionati del mondo con la nazionale di sitting volley. Ha vinto medaglie, andrà alle paraolimpiadi. E invece la cosa più importante è Nola e il Nola. Tu non lo sai, ma uno deve allestire una rosa, con dentro pure Alfredo Diana, organizzare gli allenamenti, dove viene pure Alfredo Diana, e le strutture… (Eeh vist o camp alla Giordano Bruno eh… Ti ricordi quando andammo a Pomigliano e ne parlammo. Mo pure noi lo teniamo uguale”

C. Quasi uguale…

A. “No no, uguale. Nun fa semp o scem. Uno poi si aspetta sempre di vincere, ma mica è così facile. Vedi il ‘maestro’ quest’anno che ha combinato, dingell a Sorrentino

C. E mo che centra…

A. “Centra centra. Lui centra sempre”

C. Comunque la squadra è davvero molto molto forte. Non hanno perso un set. Sportivamente parlando penso sia un record che resterà nella storia. Hanno vinto anche il premio di miglior giocare del torneo…

A. “E mo che ti dovrei rispondere. Lo vedi che pure tu sfruculei la mazzarella…”

C. Vabbè, dovevamo fare un articolo che esaltava la vittoria e invece…

A. “E invece che. Guarda che qua si può festeggiare senza problemi. Queste cose le guardiamo e siamo tanto tanto fieri ed orgogliosi. Pienz a un certo punto dalla gioia per festeggiare volevamo pure alzare un giglio. Però poi veramente ce ne cacciavan a tutti quanti”.

C. So contento assai. E mo…

A. “Ci sentiamo al prossimo articolo”

C. Quale?

A. “Ehhh, aspiett aspiè…”







sabato 16 gennaio 2021

"If you write it, he will come" ("se lo scrivi, lui tornerà")

Spesso era anche in circostanze come questa che arrivava il tuo sollecito. “Sai che ho pensato, che putiss scrivere qualcosa. Quella era una persona…” e giù ad elencare qualità e a raccontare aneddotti di vita vissuta di cui spesso eri stato testimone. Cose che io adoro o adoravo, non so neppure come si dovrebbe dire…

E adesso mi immagino che, sorridente come al solito, mi dici “Ne comm’è, a tutt quant e proprio a me, manc doje righe”.

“Aeee. Ma è adesso è tosta veramente. Non ce la faccio. Non ci riesco. Non sarei capace. Troppo il dolore”.

“Jamm. Non fare lo scemo…”

...

Nola è una città strana. Ti entra dentro, come il sangue nelle vene, da quando nasci. Io non lo so. Sarà l’aria che respiri, il senso forte assai di comunità che solo una cosa potente come la Festa dei Gigli può trasmettere, saranno i nonni e i genitori che consciamente o inconsciamente ti passano quel valori, o meglio quei valori, che noi chiamiamo “nolanità”. Credo sia una cosa unica al mondo che “solo chi ten o sang nulan sti cos po’ capì” (Hai visto ho messo pure una citazione di una alzata anche se non arriverò mai al tuo livello in questo).

Andrea era un nolano vero. Ma no di quelli che si riempiono la bocca con Nola. Le tue azioni, il tuo modo di vivere, di essere padre, marito, amico, cittadino, erano esempio vivente di quello spirito, di quei valori paoliniani che tanti, troppi neppure sanno cosa rappresentano.

Gigliante unico, prezioso e raro. Sempre disponibile con chiunque avesse bisogno, a partire proprio dalla tua città. Che, prendendo in prestito delle parole, hai senza dubbio contribuito a rendere migliore di come l’hai trovata.

Legato in maniera indissolubile alla tua paranza, eri voluto bene, oserei dire amato, anche dalle altre. Gran maestro dell’ordine dello sfottò, principe di musiche e canzoni (davvero un conoscitore di testi unico, ma in pochi lo sanno, cazzo come mi mancherà sta cosa, a chi chiederò adesso) ricordo come fosse ora la splendida giornata di Giffoni. Quando, occasione unica per due amici che vivono la festa sotto al giglio h24 e con due paranze diverse, riuscimmo a stare insieme avanti a sinistra, quella che era o è la nostra posizione. Amavi la festa, che vivevi in ogni suo momento. Tutto l’anno. Non c’era evento, comitato, associazione a cui tu non partecipassi fattivamente, dall’organizzazione al resto, senza mai, e dico MAI, appuntarti medaglie al petto. Ti bastava rendere felici gli altri, tutti, e creare qualcosa di “valori” per la comunità. Senza neppure starci a pensare o a filosofarci su troppo (tante volte solo la tua immensa bontà e amicizia credo abbia impedito di mandarmi a quel paese). Perché tu eri così.

Ci univa anche l’amore per il calcio. Dallo Sporting al Nola. Quello che ci faceva stare insieme ogni domenica. Quello di qualche trasferta. Di qualche mangiata (che parlavamo delle trasferte in base a come o a cosa si mangiava). Quello degli sfottò con gli spettatori. Quello di quando ci stavamo, anzi TI stavi, vattendo con un genitore di un calciatore (di Cimitile, ah ah ah) del Picerno. Quello di quando ti volevano arrestare, sempre a Cimitile, e ci eri quasi riuscito, nonostante il Prof. Quello dei tuoi racconti di eventi storici, che ascoltavo sempre con immenso e infinito piacere. Quello del ricordo di Nuccio.

La pallavolo poi ha rafforzato tanto la nostra amicizia. Cinque anni vissuti sulle gradinate. Tre, a volte quattro, posti in due (perché per personalità ingombranti un seggiolino non è sufficiente). Mille i ricordi. Quello di quando vincemmo il campionato di C, delle tue lacrime che io mai, mai, mai, potrò dimenticare (perché nessuno se ne accorse ma io, vicino ate, lo vidi che piangevi). Quello di quando a San Salvatore Telesino stavi facendo appicciare a Carmine Sorrentino (“io nun m’appiccic po’ pallone maggia venì appiccicà pa pallavolo). Quello di quando andammo io, tu e Antonio a Napoli, che pioveva forte, fuori e dentro al campo. Quello di quando decidemmo: siamo una tifoseria e dobbiamo avere il nostro striscione. Brigata Torroncino. Saremmo dovuti essere presenti comunque, tra qualche giorno. Tu mi chiedevi come e io, che avevo la soluzione pronta, non ho neppure avuto il modo di dirtelo. Avrei voluto farti una sorpresa. E invece l’hai fatta tu a me. Sai, non sarà facile tenere quattro posti da solo sugli spalti. Ma sai che ci proverò ogni volta.

L’amore per Nola e per il Santo, portava a farti compiere azioni di gran bontà. Penso alla raccolta per le persone bisognose durante il lockdown, penso alla calza per l’ultima befana per i bimbi in difficoltà, penso alle infinite raccolte di fondi per cui ti davi sempre, sempre, un gran da fare. Senza medaglia. Solo per amore.

Amico unico, raro, prezioso. Per me, per tanti. Eri spesso il collante tra tante anime diverse che in te si ritrovavano sempre all’insegna della gioia e della spensieratezza. E anche grazie a te che ho potuto far crescere amicizie che per me sono diventate importanti. Le tue videochiamate sono state “vitali” in questi giorni un po’ così di lock down. 

Gran mangiatore dell’ordine di  Gran Croce, eri tra i pochi a tenermi testa. Ma pochi sanno che, più che mangiare era il convivio che ti rendeva felice. Lo stare insieme a tavola con le persone a cui volevi bene. Tra i ricordi, una mega fagiolata a casa tua (che avremmo dovuto ripetere da me – quante volte ce lo siamo detti – quando sarebbe finito tutto).

E niente. Ora mi devo fermare perché la testa scoppia e ed esco pazzo. Davvero non so come ho fatto ad arrivare fin qua…

Hai visto, perché non volevo scrivere. Sapevo di non essere capace di raccontare agli altri così bene la grandezza di una persona come te. E per lenire il mio dolore sarei finito a raccontare altro. Sai, tante volte avrei voluto avere la tua pazienza (che non è vero che non ti arrabbiavi mai, tu ti incazzavi malamente proprio, solo che dopo un poco ti passava e l’amore aveva sempre la meglio su qualsiasi cosa), il tuo sorriso contagioso, la tua capacità di amare e farti amare senza condizioni.

Adesso non so quando ci rivedremo, ma so che prima o poi sarà così. Nell’attesa, stai tranquillo, rispetterò ogni tua consegna. Anche perché se non lo farò verrai a ricordarmelo da dovunque tu ti trovi, pure se è dall’altra parte. Spero di essere degno, nella parte restante della mia vita, di essere stato amico di una persone eccezionale come te. Non so se ci riuscirò, quello bravo in queste cose eri tu, mica io.

Ti amo e ti amai, Nola mia.


Io, te e la pasta e fagioli. Foto scattata per far "sfruculiare" un'altra persona, lui sa chi è



martedì 14 maggio 2019

Immaginare differentemente: cosa passa nella testa di un candidato a sindaco durante un dibattito elettorale


Immaginare differentemente di trovarsi per un momento nella testa di un candidato a sindaco prima, durante e dopo un confronto con gli altri ‘competitors’. Voi ci avete mai provato. Io si. E allora. Immaginate tutti insieme a me. Differentemente eh… 

Nola. Anno del Signore 2019. Elezioni amministrative. La città freme in attesa del confronto dei tre candidati alla carica di primo cittadino. Uno dei candidati è teso e nervoso.
“Ecco. Sto arrivando. Oh. Guarda quanti sono. Mi guardano tutti strano. Ehhhh. E inutile che sorridete tanto lo so, ce l’avete con me. Questa è una trappola. Voi siete di parte. Tutti di parte. Contro di me. Ma io sto qua. Una contro cento. Contro mille. Contro tutti…. Ahhhh. E’ inutile che salutate. Ecco. Va bene. Sorrido anche io. Ma tanto siete tutti falsi. Tutti contro di me. Ahhhhh…”

Il dibattito comincia. Le varie introduzioni. Il moderatore illustra le regole. La parola al candidato sindaco.
“Avrei preferito avere questo invito da associazioni apartitiche e apolitiche, invece comunque ho dovuto constatare che parecchie di queste associazioni che hanno promosso questo evento sono direttamente coinvolte in queste amministrative 2019, tanto è che parecchi dei membri di queste associazioni sono direttamente impegnati e candidati nella coalizione dell’ingegnere Minieri, ma non per questo mi sottraggo al confronto… Soprattutto quando c’è da raccontare la verità…”
“Ecco qua. Così si imparano queste associazioni minieriste. Ma che si credono che sono uno scema del villaggio. Gli scemi sono loro, mica io… Ecco… I miei bamb…. buratt… sold… insomma quelli delle liste applaudono e schioccano le mani forte. Le maniiiii…. Soli contro tutti. Nell’arena delle associazioni com…minieriste”

Il dibattito prosegue.
“Mamma mia sto andando fortissimo. Ma perché nessuno se ne accorge? Perché battono le mani pure a questi altri. Ma lo sanno che io ci sto mettendo la faccia. Lo vedete che ci sto mettendo la faccia. Eh. Io l’ho detto che sono contro di me. E’ una trappola… Mo sentiamo sta domanda sull’ambiente. Ma camma fa cu ste robe comuniste. Vedi. Vedi. Sono di parte. Sono di parte. Aaaahhhhhhhhhh”.
Moderatore. “Esistono due associazioni…. che contribuiscono nel far rilevare quali siano i rilevamenti delle PM10, l’inquinamento atmosferico per farla breve. Tanti appelli, tanti comunicati stampa ho letto dell’associazione che invitava i singoli Comuni a emettere ordinanza per abbassare i livelli delle PM10... Non mi risulta, ma mi correggeranno le persone che sono accanto  a me, che il Comune negli anni precedenti abbia fatto nulla del genere…”
“Maronnn... Marooooooooooooooooon… Questi mi fanno bestemmiare in Chiesa. Ecco che attacca l’amministrazione comunale. Ma io non sono più l’amministrazione comunale. Io sono solo un semplice assessore. Io sono il cambiamento. I precedenti amministratori stanno con quell’altro. Grrrr… Oh, ma come, io ero pure l’amministrazione precedente. Mi attacca. Mi attacca. E questo come si permette. Come non abbiamo fatto niente? Allora è un complotto. Siete proprio contro di me”
Moderatore: “La domanda è quindi: quali provvedimenti intendete adottare per la tutela dell’ambiente, del verde pubblico e per migliorare la raccolta differenziata?”
“Ma lievt nu poc a naaaaaanz oiiiiii”
“Questa domanda non mi è stata inviata (mmmmh), per cui non mi sono potuta documentare su quanto abbia fatto il comune di Nola in questi anni… Io non posso sapere tutto. Io ero solo un assessore ai beni culturali semplice”…
“Ecco. Qua. Ma tutti da me la volete a vermuth stasera. Ma io non ci posso pensare. Come si permette di dire che la precedente amministrazione comunale non ha fatto niente per le polveri sottili. La mia amministrazione comunale. Quella che qualcuno ha voluto far cadere prima. Grrrrrrrrr. Non ci devo pensare. Mo stiamo insieme. Oh, ma guardali a questi. Sorridi, sorridi. Fai finta. Ma come si è permesso quello di dire che non abbiamo fatto niente. Noi abbiamo fatto tante cose. Io ho fatto tante cose. Oh. E guarda questi come parlano. Loro lo sanno sto fatto delle polveri sottili. Delle Pm10. Guarda a Minieri. E a quell’altro. Coso là… pure lui dice le polveri sottili. Allora era tutto preparato. Una trappola. Lo sapevo. Lo sapevo. Ma io ci metto la faccia. Sola contro cento. Contro mille. Contro… Ahhhhhhhhhhhhhh”


Si arriva all’ultima domanda. La Gori…
“Uh mamma mia. Uh mamma mia. Attentato. Attentato. Ma voi mi volete proprio uccidere”
Moderatore: “La domanda non era stata inviata ma se siete d’accordo”
“Ma guarda a Minieri. E pure a coso qua. Vogliono rispondere. E allora dico si pure io. Ma ve la faccio pagare. Mo che salgo al Comune non vi do neppure un euro. Ma che schifezza queste associazioni. Che schifezza di cristiani. Io lo so che era tutto preparato contro di me. Questi lo sapevano che c’era la domanda sulla Gori e non me lo hanno detto solo a me… Scandaloso. Scandaloso. Mo gli faccio vedere io. Mo è vott o gigl nguoll. Ma con chi si credono di avere a che fare. O gigli nguoll proprio”
“Anche questa volta la domanda non mi era stata inviata. Quindi come posso rispondere…”
“Ecco. Finalmente è finita. Mo che torno a casa devo scrivere sui social che qua tutti erano contro di me. Tutti. Sola contro centro. Contro mille. A metterci la faccia. E poi glielo dico ai miei bamb… buratt… sold… aeee oh c***… Ai candidati e ai loro parenti che devono scrivere che sono stati brava, bravissima. Che era tutto un imbroglio. Un complotto. Poi che io ci ho messo la faccia. Uno contro cento. Contro mille. Contro tutti. Ahhhhahahahahahahahahahahahaha. Ahahahhhaahahahahahahahhahaha. Ahhahhahahahahahaha. Ahahahahahahahahaha”

PICCOLA NOTA. In allegato la email inviata a tutti i candidati. Come si vede tutti hanno avuto le stesse domande. Tutti. Nessuno ha ricevuto quella sulla Gori. Qualcuno ha preferito nascondersi, ipotizzando complotti e strategie belliche. La pubblicazione di questa email era un atto dovuto. Per amore della verità. E solo di quella. Ma anche in rispetto delle tante associazioni che si sono impegnate per provare ad alzare il livello della competizione elettorale. E in rispetto a quelli come me, che si aspettavano di assistere ad un agone politico. E non ad un continuo gnegnegne, Peccato che, qualcuno non ce la faccia proprio a comprendere il valore di certe iniziative, che ci siano persone ed associazioni che pensano al bene comune (cioè di tutti), che ne fanno un principio essenziale del loro agire, nel rispetto proprio delle differenze di idee ed opinioni. E che dopo dal confronto tra diversità che si cresce tutti insieme, come comunità civile. La polemica strumentale, le accuse di partigianeria, sono state di una tristezza (e pochezza) infinita.