lunedì 22 maggio 2017

Che impresa la Sarnese (e Gianluca Esposito). Ieri sera avevo gli occhi lucidi....



Ci sono persone che ti porti sempre dentro. Compagni di vita anche per poco tempo, i cui percorsi si separano, ma che ti restano dentro per una serie di circostanze. Non sono tante, ma neppure pochissime.

Per me Gianluca Esposito è una di queste persone. Pur non scendendo nei dettagli, posso senza dubbio affermare che lo conosco da sempre. I nostri genitori erano amici veri. In pratica ci conosciamo da quando siamo nati.
Nonostante le nostre strade si siano incrociate e poi divise (io adoro il calcio e le prime partite e i primi tornei come portiere – nonostante fossi scarso a differenza di adesso - con gli amici le ho disputate grazie a lui), occupandomi di sport, e nello specifico di calcio minore, ho sempre seguito a distanza Gianluca. Le domeniche in redazione, a tarda sera, era quasi un rituale per me andarmi a trovare risultato, tabellino e cronaca della squadra in cui giocava.

In precedenza, ragazzino ne avevo seguito da vicino le gesta con la Beretti del Nola (in quel di San Vitaliano). E poi le presenze al Viareggio.
Ricordo il Nardò, Il Taranto, la Cavese e l’Igea Virtus in Sicilia. Poi il Cassino e il Venafro in D. Infine, finalmente, il ritorno in Campania col Sant’Antonio Abate, chiamato da un amico il cui nome ora non ricordo. E poi di nuovo Cava, e Arzano, Torre Annunziata e Sarno.
Tra i ricordi mi vengono in mente (ohh scrivo a braccio, quindi mi scuso per eventuali inesattezze) una doppietta con la maglia della Cavese (che per uno che ha fatto pochissimo gol pure è un evento), il periodo in cui ha giocato a singhiozzo causa pubalgia e, soprattutto le due reti col Savoia a “fine carriera”.
L’episodio merita di essere raccontato. All’epoca in panchina coi bianchi c’era Vitter. Come sempre, causa porcata a seguito di cambio societario, Vitter venne fatto fuori e Gianluca suo fedelissimo (uscì pure sui giornali causa cena col mister dopo l’esonero) venne additato tra i maggiori colpevoli del non positivo (o almeno al di sotto delle attese) avvio degli oplontini. Gianluca dichiarò a mezzo stampa che sarebbe sicuramente andato via. Nelle ultime due partite venne comunque impiegato. Nelle ultime due partite segnò due cazzo di gol (vi ricordo lo scarsissimo appeal con la porta avversaria). In entrambe le occasioni non esultò. Ricordo ancora l’intervista. “Io sono un professionista, che vi aspettavate”. A dicembre salutò tutti.

Ho poi seguito con lo stesso entusiasmo la prima stagione da allenatore. A Sarno. Squadra col classico mix esperienza-gioventù. Ottimo torneo, sempre nelle parti alte della graduatoria. Più di una soddisfazione. Fase finale in calo. Nell’ambiente si vociferava che fossero esaurite le risorse economiche. La squadra comunque non mollò. Anche per merito suo.

Quest’anno sapevo di una squadra attrezzata per salvarsi. Lo avevo letto più volte. Poi una sera in piazza Duomo me lo aveva confermato di persona. Squadra di giovani (età media attorno ai 24 anni). Sarebbe stata dura. Una salvezza da costruire col lavoro.
A Sarno gli hanno rotto il cazzo. Parecchio. Forse si aspettavano mari e monti. Ha dovuto rinunciare a scrivere su Facebook (che pure era piacevole leggere ogni post partita le sue ‘disamine’). A dicembre gli hanno ‘schiattato’ due ruote dell’auto. Immagino l’abbiano insultato non poco dagli spalti. Immagino, visto il caratterino niente male, abbia pure risposto.

Gianluca non ha mai mollato di un centimetro. Alla fine è arrivato un assai ‘misero’ terzultimo posto. Piazzamento utile per i playout. Posizione scomodissima. Un piede e mezzo in Eccellenza. Due gare da giocare fuori casa. Due gare dove o vinci. O vinci. Quasi tutti, me compreso, lo davano per spacciato. O meglio. In cuor mio ci speravo, ma l’impresa era davvero ai limiti dell’impossibile. Due domeniche fa il primo colpaccio. A Castrovillari, sotto di un gol recupera al fotofinish (minuto 92) e a stravince ai rigori. Ringrazierà nel post gara il portiere Sorrentino (forse l’unico uomo di esperienza del gruppo). Quando appresi il risultato esultai. Avrei voluto scrivere qualcosa. Ma per scaramanzia so stato MUTO. 

La partita più tosta veniva sette giorni dopo. In casa del Roccella. Si alza l’asticella. O vinci o vinci. Per la seconda volta. Solo che in questo caso niente rigori: con il pari sei fuori. Roccella che, in campionato, ha vinto entrambi i confronti con la Sarnese. Decido di seguire la gara con un live. Duro una ventina di minuti. Poi non riesco. La cronaca parla di un Roccella arrembante. Con Sorrentino protagonista. Sono in un ristorante. Mi ri-collego ad inizio ripresa. Giusto il tempo di leggere di un palo colpito dai calabresi con “un giocatore dal nome strano” (scrivo sempre a braccio ehhh). Vabbuò. Non è cosa proprio. Alla fine, tornato a casa è il primo pensiero. Sul televideo il risultato non c’è. Ma sul portale che consulto è chiaro. La Sarnese vince 0-1 con un gol all’80’ o su di lì. Come ogni impresa che si rispetti, di quelle che “fanno la storia” (pure se “minore”), il gol arriva alla fine. Da restarci secco proprio. Mi vengono gli occhi lucidi. Giuro, mi sono commosso dalla gioia. Io quello lo cononosco da bambino, avrei voluto gridare. Ma avete visto che cazzo si è "firato" di combinare. Credo che abbia fatto davvero qualcosa di straordinario. Quelle cose che nella vita capitano una volta su un milione. Lui l'ha fatto. Alla fine, come sempre, darà i meriti ai ragazzi in campo. Io però, mi si permetta, credo che gran parte di quanto fatto sia merito suo. Ieri pomeriggio mi sono proprio commosso. Perché in 20 anni di calcio minore, so bene per un allenatore quanto sia pesante vivere certe situazioni come quella di Sarno.

Una volta, un allenatore mi ha detto: in panchina invecchi precocemente. Sono sicuro che dopo una stagione con questo finale “vietato ai deboli di cuore”, quando si tirano le somme, Gianluca si ritroverà con parecchie rughe in più e qualche capello in meno.

PS. Nonostante nessun santo in paradiso (quelli non ne ha mai avuti, lui è uno che si è fatto da solo – sempre) gli auguro di arrivare lontano. Quest’anno più di una volta sono stato tentato ad andare a vedere la Sarnese. Io sono però molto scaramantico. Ogni volta mi dicevo: se vado e perde? Nooo, rimandiamo. Ecco alla fine, un giorno ci andrò a vedere una partita di Gianluca. Nonostante abbia scritto articoli su chiunque nel calcio minore, non ho avuto mai il piacere di scrivere di lui. Oggi ho sfogato….


PS2. Avrei potuto raccontare tanti aneddoti, tipo quando stavo in un'area di servizio in autostrada e mi arrivò la chiamata per "l'esclusiva' che aveva firmato col Savoia…


Gianluca Esposito, allenatore della Sarnese

martedì 16 maggio 2017

In scadenza di mandato il cda della Fondazione comincia a programmare il futuro (e pure mi sembra giusto)



Da un giorno all’altro la Fondazione Festa dei Gigli ha cominciato e rendere pubblici tutta una serie di documenti. Oh, uno chiede di rispettare gli obblighi di legge pubblicando i bilanci e invece, da un giorno all’altro, ti ritrovi online tutta una serie di verbali e sedute del cda (consiglio di amministrazione) che mi è venuta la congiuntivite a furia di stropicciare gli occhi. Ahhh… quant’è bella trasparenza. 

UE’, MA CH’E’ SUCCIESS? In uno di questi verbali (12 aprile 2017) si discute in merito all’annullamento della manifestazione di interesse a reperire soggetti interessati a raccogliere sponsorizzazioni. La volontà di affidare ad un soggetto esterno la raccolta di sponsorizzazione tramite una manifestazione di interesse venne resa pubblica sette mesi fa ma, guarda caso, non c’è stata possibilità di dare seguito all’azione e di conseguenza adesso i tempi sono ristretti vista la festa imminente. Da qui si passa prontamente alla proposta di “INDIRE GARA DI APPALTO PER RACCOLTA SPONSORIZZAZIONI PER IL TRIENNIO 2018-2020”. Non solo, viene proposto di affidare da “ora in poi tutte le manifestazioni di interesse ed i bandi ad un soggetto specializzato: il CUC (centrale unica di committenza)”.
Con la Chiesa ‘colpevolmente assente’ (ancora una volta!!!) viene presa una decisione vincolante per il prossimo cda (che lo ricordiamo viene nominato ogni 5 anni ed è l’organo amministrativo dell’ente). Nonostante l’opposizione del tesoriere Gaetano Fusco che vota contro (“un cda in scadenza di incarico non può vincolare la programmazione di quello futuro” si legge nel verbale), la Fondazione a maggioranza (Soprano, Santella e Barbalucca) approva che “venga indetta una gara d’appalto della durata triennale per la raccolta delle sponsorizzazioni negli anni 2018-2019-2020 con l’impossibilità per l’aggiudicatario di sottoscrivere contratti di sponsorizzazioni della durata superiore ad un anno”.
Con questa mossa l’attuale cda, che non è stato in grado di programmare NIENTE in cinque anni, vuole vincolare (e limitare) la programmazione di quello che si insedierà a breve. Affidando tutto al CUC. Ma questo vi sembra normale? A me onestamente fa rabbrividire. Certo, se l’attuale cda dovesse essere rinnovato in toto l’operazione potrebbe avere pure un senso, ma, a parer mio quanto deliberato ad aprile resta davvero SCANDALOSO!!! Ovviamente nessuno che si incazza o si indigna (come avviene quotidianamente per il fenomeno delle feste fuori paese).

E’ UNA CATENA… che ghiaccia il sangue nelle vene. La decisione dell’attuale cda della Fondazione vincola quello che verrà a breve. Anche se per ora è ancora tutto in fase di start up, se quanto deliberato dovesse concretizzarsi prima della nomina del nuovo consiglio di amministrazione, questo si ritroverebbe in pratica con mani e piedi legati. Un incaprettamento che andrebbe a limitare notevolmente l’operato e la programmazione (tre anni su cinque) del futuro organo direttivo di un ente che, delibera dopo delibera, appare sempre più legato alle amministrazioni locali e di conseguenza, alla politica assumendo sempre di più il ruolo di burattino parafulmine. Ipotesi questa legittimata dal ‘caso CUC’.

Il CUC (centrale unica di committenza). Che sarebbe l’Agenzia di Sviluppo. In pratica la Fondazione ammette, all’interno del verbale, la propria impossibilità (o incapacità) a gestire gare e manifestazioni di interesse manifestando la volontà (unanime) a delegare il tutto all’agenzia di sviluppo dell’area nolana. E’ una cosa buona? Io dico di no!!! In primis perché di fatto riduce il ruolo del cda a mero gestore dell’ordinaria amministrazione (quindi a dei burattini).
L’agenzia di sviluppo, inoltre, è un organismo fortemente politicizzato (giusto o sbagliato che sia), con gli onorevoli di turno (o meglio l’onorevole) che ne fanno il bello e il cattivo tempo. La Fondazione sulla carta è nata proprio per ‘allontanare’ la gestione della festa dei gigli dalle mani della politica. O almeno così dichiarava qualche anno fa il sindaco Biancardi. Con questo atto ufficiale la gestione della festa ritorna (SULLA CARTA) nelle mani della politica. Sia in teoria (cosa che non ha mai cessato di essere) che in pratica. Della serie: la forma è sostanza.

L’ESCLUSIVA. Chi bazzica nell’universo marketing sa bene che nessun privato (azienda o agenzia) si occuperebbe di gestire le sponsorizzazioni private per un evento senza avere l’esclusiva. In pratica ogni sponsorizzazione dovrebbe passare per il soggetto (azienda o agenzia) a cui verrà affidato questo compito. Inutile ricordare che da ogni sponsorizzazione ne deriva un utile anche per il mandatario (azienda o agenzia). Per fare un esempio: se Expert volesse sponsorizzare un evento della Fondazione con totmila euro, una percentuale andrebbe a chi gestisce e raccoglie gli sponsor. Onestamente non mi sento di esprimere giudizi in merito a ciò. Non c’è dubbio che per il carattere “fiduciario” delle attuali sponsorizzazioni questa operazione potrebbe comunque risultare controproducente, di contro però ci sarebbe la possibilità di aprirsi a partner di rilevanza nazionale ed internazionale. Sempre che il bando non sia preparato su misura per gli amici degli amici. Staremo alla finestra.

NOI SIAMO NOI E VOI NON SIETE UN C***O. Giusto per. In attesa della ratifica da parte dei soci dei bilanci della Fondazione, è già nota la notizia del taglio di fondi da parte dell’amministrazione comunale. Circa 60mila euro in meno dell’anno passato (e di quello precedente pure). In pratica la Fondazione si ritroverà a gestire i giorni clou della festa con il minimo indispensabile per l’ordinaria amministrazione. Certo, la Fondazione in questi anni non è stata in grado di reperire sponsorizzazioni che la rendessero “autonoma”, ma nello stesso tempo con questo taglio la si rende di fatto un ente in grado solo di assegnare i gigli (diciamo così) e mettere un paio di luminarie e allestire un palco. Alla faccia della promozione e valorizzazione della Festa, da statuto il primo FINE della Fondazione Festa dei Gigli…. Della serie “era meglio quando non si stava peggio”.