giovedì 30 giugno 2016

Blob Festa 2016. Dai gigli ai giglianti: Valerio Lauri prende a cazzotti tutti quanti



Questo blog pezzotto si sta evolvendo, cominciando ad avvalersi della collaborazione di altri autori. Come promesso, questa volta è il turno di Valerio Lauri, altra firma cazzutissima nelle infernali fucine della comunicazione nolana. Pubblico le sue pagelle sull'edizione Festa dei Gigli 2016... e l'asticella della qualità si impeeeenna. Buona lettura...

Si chiude un'altra edizione della kermesse più amata dai nolani, più della Cuccarini, più della spaccata di Heather Parisi, più di un'iniziativa dell'Assessorato ai Beni Culturali (applausi di sottofondo). I Borbone, che dal balcone del Comune della città di Nola si prendono la rivincita contro Minichini, Morelli e Silvati, quasi 200 anni dopo, sono una tentazione troppo banale da trattare per cui non lo faremo. Forse in minima parte.
Federico Zampaglione, coi suoi Tiromancino, chiude la Festa dei Gigli 2016, festeggiando il suo compleanno sul palco e annunciando a gran voce “Non potevo scegliere posto migliore di Nola per festeggiarlo!”. Si fosse trovato alla famosa “Sagra della Volìa Cazzata” (giuro che esiste), probabilmente avrebbe detto lo stesso, ma tant'è. In compenso, nessuna menzione d'onore dal palco per sindaco o assessore preposto. Male male male, Zampaglione. Per cui, beccatevi il pagellone che non vota, così non viene strumentalizzato, con tanto di tributo al grande Bud Spencer, da non prendere troppo sul serio soprattutto quando si parla di paranze.


Fondazione Festa dei Gigli - I QUATTRO DELL'AVE MARIA
Partiamo dalle note liete... Ok, detto ciò, passiamo a quelle dolenti. Dopo l'anarchia dei gigli spogliati bagnati e dei gigli spogliati fortunati, ci si aspettava un segnale forte dal superdirettivo di un Patrimonio Immateriale UNESCO. Non era facile gestire 6 macchine da Festa tutte da un lato. Così, hanno pensato bene di non farlo affatto. Sovraffollamento la mattina risolto solo dal buon senso dei paranzari, con qualche piccola tensione sfiorata ed evitata con intelligenza. “La ballata dovrà terminare entro le ore 6 del lunedì mattina.” Detto, fatto. Alle ore 10 del mattino, il Giglio del Sarto (l'ultimo per i profani) non aveva ancora concluso il suo percorso. La fenomenale idea di riportare in voga il “trase e aiesc” ha davvero portato i suoi frutti. Davvero. Davvero davvero.


Varre e Varrielli - … PIU' FORTE RAGAZZI!

Ok, c'è un famoso verso di una famosa canzone dei gigli che recita “L'amma spezza', sti varre sotto 'o giglio l'amma spezza'...”. I poveri pezzi di castagno lavorato e levigato a cadere sotto i colpi di spalla impietosi dei cullatori, però, sono stati decisamente troppi. Impressionanti “le vittime lignee” soprattutto delle paranze barresi (ma non solo), spesso tranciate di netto. A testimonianza che non ci sono più le varre di una volta e che il tonno Rio Mare potrebbe essere interessato ad entrare come sponsor della prossima Festa.
 

Giglio Sostenibile - IO STO CON GLI IPPOPOTAMI

L'iniziativa della Fondazione non è andata a buon fine. E fin qui, nessuna notizia degna di nota. La vera notizia è che la colpa, almeno stavolta, non è dell'organo più amato dai nolani (si sente che è ironia, vero?). Un tappeto di pattume ha accolto gli ultimi gigli e i nolani nelle ultime serate post-Festa. Plastica, vetro, varrielli tranciati di netto e spalle stracciate. Più che basolato, un campo di battaglia.

 
Rivestimenti del 2016 - QUATTRO MOSCHE DI VELLUTO
GRIGIO 
 Un incubo. Per chi non ne capisce di arte, ovviamente. Tra trappole per insetti, lampioni cimiteriali, catene costrittrici, sipari alla Twin Peaks, foto di defunti, foto di non defunti (ma rappresentate come tali), sembrava di essere sul set di un film di Dario Argento. Buongusto cercasi. Ma, a questo punto, abbiamo paura della riesumazione del famoso Fred.

 
Fabbro e Sarto - AL DI LA' DELLA LEGGE

Non ci si poteva aspettare altro spettacolo da paranze come Trinchese e Insuperabile, le paranze numericamente più fornite, se non una sfida all'ultima girata. Chi la dura la vince. Di sicuro, a non durare sono molti spettatori sfiniti che si arrendono alle braccia di Morfeo. A molti altri, però, il tutto piace e allora gira che ti rigira, ora dopo ora, la sensazione è che potrebbero continuare all'infinito, a colpi di squali  e fruste. 


Venditore di bandiere del Regno delle due Sicilie - SUPERFANTAGENIO
Qualora la scelta di invitare gli eredi (pezzotti) dei Borbone non fosse stata abbastanza poco felice, ci ha pensato il marcheting (volutamente scritto pezzotto) a rendere il tutto più inverosimile. Un venditore di bandiere del Regno delle Due Sicilie in Piazza Duomo la domenica della ballata è inutile almeno quanto un richiamo della Fondazione. Non a caso, qualcuno chiede “Scusate, ma di che paranza sono questa bandiere?”.

 
Il Salumiere che esce dai quartieri -  ANCHE GLI ANGELI MANGIANO FAGIOLI 
Chi ha vissuto la Festa che fu, non può non aver provato una grande emozione a vedere un Giglio uscire dai quartieri. Lo spettacolo era assicurato e, a dirla tutta, così è stato. Stando alle parole pronunciate dal microfono, la cacciata consisteva nell'entrare anche in piazza. Di fronte alle emozioni (non quelle dei fagioli), anche le modifiche strutturali apportate al Giglio per passare 'sui quartieri' passano in secondo piano.

 
Il Maestro Di Festa del Calzolaio Antonio Di Somma - UNO SCERIFFO EXTRATERRESTRE... POCO EXTRA E MOLTO TERRESTRE
Procacciatore audace di aforismi, pare che la Mondadori gli abbia già offerto un contratto per fare, delle sue sentenze, un libro, destinato ad essere un best seller, dal titolo “L'Eleganza” . La mattina gioca col telecomando avanti, indietro, time-out, la sera gioca con l'orologio dalla testa grande e alle Carceri apre un varco spazio-temporale e porta la Fantastic Team a scrivere la storia. 

 
La Paranza Stella - CANTANDO DIETRO I PARAVENTI (o davanti i para.... vabbè ci siamo capiti)
E' stato un anno particolare per la grande famiglia rimasta fuori dai giochi della Festa 2016. Una delle pochissime paranze rionali, costretta ad esprimere la sua partecipazione in maniera soltanto collaterale. Eppure loro ci sono stati, tutto l'anno, prima silenziosi in Duomo e poi rumorosi fino alle stanze comunali. La risposta è stato un Angelus del sindaco, con tanto di applauso. Chi scrive si astiene da ulteriori commenti per evitare querele. 


La fanfara classica sul Giglio – CHARLESTON
Polemiche su polemiche, comitato scarno, avversione di parte dei nolani. Ma il Bettoliere 2016 ha un grosso merito. Ha riportato sulle tavole della musica la fanfara composta da fiati. Il risultato è stato un favoloso salto nel passato, con melodie classicheggianti sostenute dalla voce inconfondibile di Tino Simonetti. In una Festa in continua evoluzione, in cui il rispetto della tradizione viene sempre più ignoranto, se non calpestato, una boccata d'ossigeno. Anche a costo di sacrificare la modernità. 


Il Vescovo di Nola - PORGI L'ALTRA GUANCIA (che te ne do n'altro paio) 
Niente blasfemie, ma Mons. Beniamino De Palma ha “buttato il giglio addosso” a tutti sin dalla S. Messa del Cullatore. Gli è bastato sfornare una frase che ha scatenato un applauso che nemmeno Trinchese a Via San Paolino: “La differenza tra Nola e gli altri paesi dove ballano i Gigli è che a Nola il protagonista è San Paolino”.

mercoledì 29 giugno 2016

Social politic Nola blob: la settimana sanpaoliniana



Guerra tra reali. Principe, principessa e “dichessine” (cit.) sul balcone della casa comunale per l’edizione della Festa dei Gigli 2016. I borbone (minuscola voluta) dominano la scena. Titoloni sui giornali: la città impazzita per i borbone (e infatti ho visto alcuni pazzi scatenati con le bandiere del Real Madrid). Si è però notata la mancanza delle altezze reali, pardon principesche, cittadine. L’assessoressa più amata dai nolani fa un’altra scelta: il popolo. Ed eccola immortalata da uno scatto furtivo davanti ad un giglio (indovinate quale). La “principessa del popolo” non manca di rimarcare le distanze da certi comportamenti elitari e snobbisti… e scegliendo una maglietta color ‘salmone’ (lo stesso colore indossato da Camilla in mattinata) marca il territorio: a Nola c’è solo un’altezza reale, ed è sempre con il ‘suo’ popolo. Della serie #laclassenonèacqua #unaprincipessacèsolounaprincipessaunaprincipessaaNolacèsolounaprincipessaaaa




I dubbi dell’assessore(ssa). Quando sei quotidianamente osannata da lacchè e cicisbei (o più popolani leccaculo) che a suon di ‘like’ esaltano qualsiasi cosa tu scriva e/o metta in atto capita di sbandare, disorientati da un ‘commento neutro’. E il caso dell’assessore(ssa) ai beni culturali che pubblica sul profilo istituzionale: “Fuochi in onore di S.Paolino”. Pronta la risposta di un noto e anzianotto oppositore: “i fuochi si vedevano pure dalla mia terrazza”. L’assessore(ssa) va in panico. Non sa come interpretare il commento, non sa più cosa rispondere ad un affermazione neutra di un oppositore seriale, e se ne esce con un candido e innocente (mica tanto però): “E’ positivo?” Cose che possono capitare quando il motto ‘o con me o contro di me’ diventa uno state of mind.  




Copia copias. Mercoledì 22 giugno. Il giorno in cui si festeggia San Paolino. Fioccano le frasi ad effetto sulle bacheche di maggioranzari e opposizionari. Su tutti lasciano il segno il consigliere diversamente opposizionista (o maggioranzista, fate voi) Raffaele Parisi e l’assessoressa n.2 Carmela De Stefano, che optano per la stessa frase. Fortunatamente l’immagine è la stessa. Domanda: chi ha copiato chi?



Enzo De Lucia e il T9. E’ bastato un attimo, un post su inserito dallo smartphone in fretta e furia et voilà (cit.) la ‘frittata’ è fatta: via Anfiteatro Laterizio si trasforma in via Anfiteatro La Delizia. Il post, ovviamente, viene subito corretto, ma c’è chi, più veloce della luce, ha immortalato la disattenzione con uno screenshot. Della serie: il grande fratello di Zuckeberg c’è e sicuramente ‘sta di casa’ a Nola.



Mister Selfie 1. Da moralizzatore a Mister Selfie il passo è stato davvero brevissimo. Vincenzo Iovino ha approfittato di questo giugno nolano per autoimmortalarsi in ogni luogo e in qualsiasi momento. Tanti, troppi autoscatti che alla lunga hanno fiaccato nell’animo e nel fisico il ‘moralizzatore made in Nola’ (vedere selfie per credere). Ma ecco che poco prima della domenica dei gigli lo spirito del moralizzatore ri-sorge a nuova vita e… sbadabam… vai con souvenieristiche foto di munnezza tipica nolana e accuse di ‘ignoranza umana’ (letteralmente ‘manca la grammatica UMANA’) a sindaco e ad assessoressa numero1. #moralizzatoreinfondoallanima



Mister Selfie 2. Sulla scia di Vincenzo Iovino anche Domenico Vitale, tra un successo al Tar e una bottiglia di ottimo vino (che non manca mai sulla bacheca dell’avvocato), dà il via ad un week end sanpaoliniano che più selfie non si può. Dopo l’apertura con l’amico Iovino, ne abbiamo contati 7 in due giorni. #DaRecord



Scusi chi fa fatto palo? Luciano Parisi sta cercando di darsi una mossa sui social anche se non sempre la ciambella riesce col buco. Fioccano foto di strade ripulite (cosa che dovrebbe essere la NORMALITA’ in qualsiasi paese civile e invece vien fatto passare per una grande opera… ma vabbè) e di dateci una mano ma anche due. E proprio in un post igienico-sanitario si intromette una cittadina. “Scusi, in via dei Mille c’è un gatto morto da mesi”. Pronta la risposta dell’assessore “Precisamente dove?”… #vipregoqualcunomidicachesiamosuscherziaparte



Refusi 1. Si potrebbe scrivere un libro con i refusi di chi gestisce la pagina e la comunicazione della Fondazione (lo so, lo so, da che pulpito). Su tutti lascia indelebile il segno del progetto “Giglio sostenibile” che per grafici e copy della Fondazione diventa ‘sistenibile’. File corretto dopo numerose segnalazioni. Fondazionisti, se non ci foste bisognerebbe inventarvi.



Refusi 2. La pagina Amministrazione Comunale ha regalato il meglio di se in questo week end sanpaoliniano. La visita dei Borbone con conseguente comunicato ha quasi creato un caso diplomatico, con minaccia di querela tra eredi al trono veri o presunti. Non entrando nella polemica tra principi ereditari, cogliamo al volo il divertente refuso: Maria Carolina diventa dichessa di Calabria. Un refuso che sembra una battuta di decurtisiana memoria: “Dica dichessa, dica”.