venerdì 22 novembre 2013

Nola e il suo “nuovo” stadio: una storia che dura da 10 anni (e che ancora non deve finire)



La storia calcistica della mia città, Nola, è fatta di alti e bassi. Tra categorie minori, campionati professionistici (C2, C1 – sfiorando negli anni 90 anche la B) l’unica certezza è stato lo Stadio Comunale. Il “glorioso” Comunale, chiamato anche “Piazza d’Armi” dove almeno tre generazioni sono cresciuto tifando e appassionandosi ai colori bianconeri(tali sono quelli del Nola Calcio).
Il “glorioso” Comunale di Nola: dalle stelle alle stalle (nel vero senso della parola)
Orbene, tra il 2004 e il 2006, l’amministrazione comunale dell’epoca (di destra, sindaco Napolitano – buonanima) decise di abbattere il Comunale (vero monumento per dare spazio al maestoso Museo della Cartapesta, grazie ad una serie di fondi europei per riqualificare l’area (riqualificare da che? mi sto ancora domandando). Nola avrebbe avuto un nuovo stadio…

Il "glorioso" Comunale di Nola pochi giorni prima dell'abbattimento (parziale) [foto felicebianconero]

Nasce il “gioiellino” Sporting Club
Nell’ex Rione Gescal vengono spese cifre intorno al milione di euro per dare vita al nuovo impianto calcistico cittadino. Capienza ridottissima rispetto al vecchio Comunale (si passa da 6000 posti a 1000 circa – non tutti a sedere -da tre settori – Curva, Distinti e Tribuna coperta - a mezzo – e pure scoperto ). Il bello però deve ancora venire. Eh già perché alle prime partite “invernali” si scopre che qualcosa non funziona. Nel sistema di drenaggio. Il manto in erba naturale (altra genialata, quando tutti vanno verso il sintetico i nostri lungimiranti amministratori optano per il “naturale”) non assorbe l’acqua e quando piove il campo si trasforma in una vera e propria palude (più di una partita viene rinviata per questo motivo). Nel frattempo però, anche i lavori del Museo della Cartapesta si interrompono: finiscono i fondi (nel più classico stile sud-italiota è stato l’ennesimo magna magna). E resta una gigantesca scultura scheletrica, inguardabile, che col tempo viene lasciata a se stessa e diventa (lo è tutt’ora) un ricettacolo di immondizie e rifiuti. Sullo sfondo la vecchia tribuna coperta del “glorioso” Comunale, rimasta lì a ricordare i bei tempi andati.
Arriva la nuova amministrazione: per lo Sporting è la svolta (più o meno)
Con l’avvento della nuova amministrazione comunale a Nola qualcosa cambia. Il nuovo sindaco, Geremia Biancardi, prova, ad onor del vero, a far qualcosa. Prima mossa: il manto sintetico. Che quanto meno rende utilizzabile la struttura anche nella cattiva stagiona e soprattutto la rende fruibile a tutti (Nola ha più di una squadra di calcio). I problemi però non finiscono.  La squadra torna in serie D e i tifosi chiedono di ampliare la tribuna. Comincia l’iter per i lavori che sarebbero dovuti durare qualche mese (ma che a ora sono ancora “in corso”). Di fatto lo Sporting Nola, prima è costretta a cominciare il campionato in altri lidi, poi, di giocare “realmente” in casa ma a porte chiuse. In totale, in circa un decennio, sono stati spesi 2 milioni di euro (o giù di lì). 

Cinque immagini dell'ex Stadio Comunale di Nola, nonché ex (o quasi) Museo della cartapesta. Nelle due foto in basso si può notare l'enorme scheletro del museo con alle spalle la vecchia tribuna coperta [Foto tratte dal sito di informazione locale www.ilgiornalelocale.it]

Uno spettacolo per pochi intimi…
Ad ora la struttura è ancora indisponibile. Le squadre cittadine ci possono giocare ma a porte chiuse. E, stando a quanto si apprende dai vari organi di informazione locale, lo sarà ancora per qualche tempo. Queste le parole di Pasquale Petillo, consigliere del comune di Nola e collaboratore dell’assessore ai lavori Pubblici De Lucia in merito alla vicenda (Fonte ilcazziblog.wordpress.com) “Purtroppo i ritardi non dipendono dall’ufficio tecnico (del Comune di Nola, ndr); anzi l’ufficio ha sollecitato la ditta affidataria, Costruzioni Caccavale, più volte a riprendere i lavori, minacciando anche la rescissione del contratto; allo stato sembra che la ditta affidataria abbia dei problemi tecnici con la ditta fornitrice; comunque ci stiamo attivando per la montatura del blocco dei bagni prefabbricati per il settore ospiti, almeno questo consentirebbe in tempi brevissimi di procedere ad un’agibilità parziale che permetterebbe allo Sporting di giocare a porte aperte”. In poche parole il classico scaricabarile. La colpa non è nostra (dell’Ufficio tecnico del Comune di Nola e dell’amministrazione comunale) ma della ditta affidataria dei lavori, la quale, a sua volta, gioca a scaricabarile con la ditta fornitrice. Anche in questo caso classico giochetto usato in più di un caso (almeno per quanto ne sappia giù al Sud) per far lievitare i costi e cercare di strappare qualche soldo in più alle amministrazioni comunali.
L’unica certezza per ora è che, dopo quasi un decennio, una città di quasi 60mila abitanti, è ancora alla ricerca di una struttura calcistica decente. E fra pochi mesi ci saranno pure le elezioni. Sai quante risate…

Dulcis in fundo. Nella struttura sportiva denominata Sporting Club vi è anche un campetto di calcio a 5 in erba sintetica (assai assai spelacchiato a dire il vero). Ebbene anche lì, per un strano gioco del destino, la società Nola calcio a 5 non ha la possibilità di “aprire” ai suoi tifosi. Pare non ci sia (anche in questo caso) l’agibilità. Signori, siamo alle comiche…

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