giovedì 3 aprile 2014

La Diocesi di Nola InDialogo (Serale però eh) sui social network



Ed eccoci di nuovo qua. A parlare ancora una volta di comunicazione web 2.0. Questa volta mi tocca occuparmi niente di meno che (tatààààà)… della Diocesi di Nola. Ebbene si, qua si rischia la scomunica… A parte gli scherzi, devo comunque complimentarmi con i due responsabili dell’ufficio comunicazione diocesano Alfonso Lanzieri e Mariangela Parisi che subito si sono detti disposti a incontrarsi con me e scambiare quattro chiacchiere sull’argomento. Bravi, bravi, bravi a metterci la faccia e soprattutto ad interagire con un rompicoglioni polemico come me medesimo. Molto interessante il confronto di idee con i due responsabili dell'ufficio di comunicazione della Diocesi. Nel post, come leggerete, non sono affatto tenero con loro ma alla fine si sono lasciati “intervistare” (anche se è stata più che altro una piacevolissima chiacchierata) e rispondere ad una serie di domande davvero scomode (perché noi comunichiamo e non marchettiamo), quelle domande che non sentirete mai durante una conferenza stampa ma che, secondo me, ogni giornalista-comunicatore, dovrebbe fare (e forse pure vorrebbe ma per etichetta non lo si fa mai).

Passiamo ai fatti (virtuali e reali). Nel mio incessante e dolce naufragar nell’immenso mare della rete e dei social mi sono imbattuto qualche giorno fa nella pagina fb (Serali InDialogo) che sponsorizzava un’ottima e interessante iniziativa della Diocesi di Nola: Comunione in Rete. In cosa consiste? L’ufficio comunicazione lo spiega in un post su FB (datato 5 marzo) che qui riporto in parte: Da questa sera, 5 marzo, fino al 1 aprile, l’Ufficio per le Comunicazioni sociali, attraverso il profilo (InDialogo Chiesa di Nola) e la pagina Facebook (Serali inDialogo) e Twitter (@inDialogoNola) del mensile diocesano, ogni mercoledì, proporrà a tutti i suoi contatti spunti di riflessione sui cinque “esercizi di comunione” proposti dal Vescovo Depalma con il messaggio per la Quaresima. Condividi la tua riflessione su Facebook o Twitter. Al termine di ogni settimana, le riflessioni, i dubbi, gli interrogativi e le perplessità emerse saranno tutti raccolti e consegnati ad un sacerdote o ad un laico perché possano elaborare le possibili risposte. I loro contributi saranno ripresi e resi disponibili sul sito diocesano (www.diocesinola.it) e sul canale YouTube della Diocesi”.

Risultati da paura (che a Dario Argento gli fanno un baffo). Al primo questionario sono arrivate 34 risposte. Va bene, avranno pensato gli ideatori del citato questionario, sono poche ma cresceremo. E invece al secondo è arrivata una mazzata tremenda. Di quelle che ti tolgono il fiato, ti spezzano le gambe (e ti è andata pure di culo, dico io): solo 4 persone hanno risposto al secondo questionario, di cui solo 2 hanno svolto in toto il compito.
Nelle riflessioni postate su YouTube la spiegazione data alle sole 4 risposte al questionario (e se non avete capito ve lo ripetiamo ancora: sono solo 4) è stata: “Il concetto di impegno è slegato da quello di servizio…”. Si vabbè, buonanotte (io il post non l’ho cambiato da come l’ho scritto martedì, ma quest’ultima affermazione andrebbe quanto meno rivisitata, poi vi spiego perché). Non è neppure “passata per la capa” che forse le domande erano rivolte ad un pubblico (utenza), diciamo così (in “parole povere”), specializzato. Allora l’eccezionale comunicazione di Papa Francesco che, per dirla in “parole povere” (ecco che ci risiamo) , parla un linguaggio semplice e per questo arriva diretto al punto (che poi sarebbe il cuore di noi credenti) non vi ha insegnato proprio nulla. Se si vuole fare un questionario per coinvolgere la rete bisogna farlo con le parole della rete e non con quelle dei “teologi”, o meglio con quelle rivolte ai teologi. O quanto meno che si indirizzano (e quindi tendono a coinvolgere) verso persone che sono arrivate nel loro percorso di fede “parecchio avanti”. Altrimenti vi rispondono solo i teologi  (o coloro i quali hanno maturato una fede matura e profonda, di “buon livello” – sempre usando “parole povere” per capirci) che, per l’appunto, sono quattro gatti o trentaquattro (e avete visto che i conti tornano). Ma non è questo il punto focale. L’errore sta alla base. E cioè non si è pensato di costruire le domande appositamente per gli utenti a cui sono destinate. E quindi si è sbagliato a comunicare (stiamo parlando per gli esperti di web marketing dell’individuazione delle buyer personas). PRIMA LEGGE del web markentig e della comunicazione web è: I CONTENUTI GENERANO AZIONE. Ora io mi domando: ma con i contenuti da voi postati, con le domande da voi proposte ma che azione vi aspettavate di generare?

 Sentiamo chi parla. Nel mio blog cercherò sempre e comunque di concedere una sorta di contraddittorio. Prima di pubblicare questo post ho chiamato l’amica (metalmeccanico della comunicazione come me, perché oggi siamo davvero in tanti) Mariangela Parisi spiegandogli la situazione e abbiamo fissato un appuntamento per una sorta di colloquio a tema. Per me è stato un piacere, spero anche per Mariangela e Alfonso (che non conoscevo personalmente). Allora ritorniamo al punto di partenza: con i contenuti da voi postati che azione vi aspettavate di generare? “Sapevamo che non sarebbe stato facile – spiega Alfonso – Ed è difficile confrontarsi con tali numeri. I social sono per i giovani e bisogna considerare la difficoltà oggettiva che ha la Chiesa con le giovani generazioni. Questa viene sempre identificata con abiti talari che sanno di vecchio, per certi aspetti nell’immaginario collettivo Chiesa e conservatorismo viaggiano a braccetto”. Certo, non c’è dubbio. Per un’istituzione millenaria non è mai facile ‘mettersi in gioco’. Ma non si è risposto alla mia domanda. Interviene Mariangela con un’osservazione davvero molto interessante (e che si ricollega al si vabbé buona notte accennato poco sopra). “Ma hai pensato – dice – che anche la ‘non azione’ possa essere stata una scelta da parte degli utenti della rete?” In pratica un contenuto che genere l’azione di non agire (e scusate il gioco di parole). Lo ammetto, colpito (ma non affondato bella!!!). Se parliamo di Chiesa e giovani ci può stare senza problemi una risposta del genere. Soprattutto con la premessa fatta da Alfonso. Io però provo a non cedere di un millimetro. E difendo il mio post. Ragazzi i risultati sono scarsi. E ritiro fuori i numeri… Ma Alfonso è un “bucchino” (mi perdonino le signore-signorine, ma è così) e risponde di fioretto. “Giustissimo, ma noi i numeri non li contiamo. Li pesiamo”. Che in pratica vuol dire meglio pochi ma buoni? No, mi spiace non ci casco. Ma arretro e mi difendo col coltello tra i denti (due contro uno non è proprio giustissimo però eh… ) Rilancio: avete usato il web senza però seguirne le regole. E se non le segui il fallimento (dell’obiettivo però) è dietro l’angolo. E sto parlando di regole “tecniche”. Qua entrambi dicono: “su questo protesti aver ragione”. Come solo potrei… E dai ragazzi, una datemela vinta… Su una cosa però ci troviamo in accordo: il passo fatto. E’ importante davvero dico io. E nei confronti della rete (e quindi verso l’esterno, verso l’altro), ma anche nei confronti dell’interno, di quella Chiesa che vede ancora con un certo sospetto il web e la rete (sorprende ma è così). “Il mettersi in gioco sui social è stato un grande passo per la Chiesa di Nola – conclude Alfonso – E non bisogna sottovalutarlo. Il Vescovo ha lanciato un messaggio. E anche se i risultati sicuramente potevano essere migliori, guardiamo sempre il bicchiere mezzo pieno”. Anche se non sono proprio d’accordo, posso comunque affermare che il confronto finisce con un pari (anche se hai punti ho vinto io… tiè).
L’ora però si è fatta tarda. Su quanto ci siamo detti ci si sarebbe potuto scrivere un libro. Di certo approfondiremo il contenuto, magari sul mio blog. Ne sarei onorato. “Vedremo, vedremo” dicono con un sorrisetto strano. A me farebbe molto piacere.

PS. Mariangela mi aspetto una bella risposta (e forse più completa di quello che ho scritto io). Linguaggio informale però eh… Mi raccomando, qua non stiamo in Curia (ah, ah, ah).
PS 1. Ragazzi vi voglio bene. E scrivere questo post è stata una tortura (e sapete BENE - a cosa mi riferisco)
PS 2: Ancora una volta spero che i lettori interessati si informino e si confrontino (magari), provando a generare un dibattito con il contenuto di questo post. Vi prego (ancora una volta): STUPITEMI!!!

LINK per approfondire
Di seguito il link della pagina FB dove trovare le domande, gli spunti di riflessioni, video e quant’altro (un giro fatevlo comunque, che, a prescindere dalle mie e vostre opinioni in merito, i ragazzi si sono impegnati, credono in quello che fanno e soprattutto sono disposti a mettersi in discussione (magari qualche mi piace sulla pagina forse se lo meritano che dite...)



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