Il ‘regno’ di Enzo De Lucia. E’ così che ‘noi del
centro’ vediamo (oggi più che mai) la
frazione di Polvica. Un parte della nostra città che balza agli onori delle
cronache (e degli interessi di tutti) ciclicamente ogni cinque anni (più o
meno), ogni tornata elettorale. Una parte della città che in questi ultimi tempi
si è trasformata in un piccolo gioiellino (termine forse eccessivo, ma tant’è),
e a cui è stata concessa (perché di concessione si tratta) una seppur minima
vivibilità (immaginate prima come stavano ‘inguaiati’). Per quanto mi riguarda,
quasi mai sono stato a Polvica. Non conosco quasi nessuno di quella frazione
(ad eccezione di Francesca a cui è ‘dedicato’ questo post). Mai nessun compagno
di classe o di giochi, mai un conoscente, un amico. Ci sono ‘passato’ per
questa campagna elettorale e, in tutta onestà, non mi sono sentito a Nola, non
mi sono sentito nella mia città. E credo che ai tanti ai abitanti di Polvica
nel venire al centro possa capitare un ‘sentire’ simile al mio solo che all’incontrario.
Polvica è infatti Nola solo sulla carta. Dista poco
meno di una decina di chilometri dal centro e i collegamenti con questo sono
davvero scarsi. I suoi abitanti fanno molto prima a ‘muoversi’ verso il
casertano. ‘Abbandonati’ per numerosi decenni (leggete tutto il post e saprete
perché) hanno giustamente perso ogni senso di appartenenza collettiva (almeno
in gran parte) nolana.
Un
cane che si morde la coda. A differenza che in centro, a
Polvica, credo (è questo un mio pensiero) che con il tempo si sia persa anche
qualsiasi tipo di ideologia o credo politico: ci si identifica in una persona,
“rappresentante” della comunità a cui fare riferimento per ogni sorta di
pubblico (ma anche personale) disagio, “portavoce”delle esigenze e delle
problematiche collettive e comunitarie nei luoghi preposti (in consiglio
comunale e in giunta). Nell’ordine, hanno “rappresentato” Polvica: Simone De
Rosa (in consiglio dal 1970 al 1993), Arvonio (eletto per la prima volta nel
1980, ‘delfino’ di De Rosa) e infine da Enzo De Lucia (‘cresciuto’ con Arvonio
da cui ha poi ricevuto il testimone). Grazie anche alla ‘complicità’ e
‘connivenza’ (mi si perdoni l’uso forse eccessivo, ma anche no, di questi
termini) dell’amministrazione centrale (ma un po’ di tutte le forze politiche
nolane) si è così radicato un sistema che tiene Polvica sempre più lontana da
Nola. I cittadini si sentono giustamente ‘abbandonati’ e si affidano al
“rappresentante” di turno. A sua volta per un terribile circolo vizioso (il più
classico dei cani che si morde la coda), il partito ‘dominante’ a Nola centro (e
di conseguenza i suoi rappresentanti come il sindaco e l’onorevole di turno) si
affida al ‘rappresentante’ di Polvica per raccogliere una grande massa di voti,
che sempre più fanno la differenza (vedi elezioni Biancardi bis). E Polvica
viene identificata così, nell’immaginario collettivo nolano, come un grande bacino di voti… e nulla più. Ed
ecco spiegato il perché conviene un po’ a tutti che le cose restino come sono
ora. Conviene che Polvica resti frazione ‘isolata’, distante, e che i suoi
abitanti continuino a non sentirsi realmente ‘nolani’ (e che gli abitanti del
centro non li sentano mai davvero concittadini). Ma la cosa più grave, secondo
me, è che in questo sistema, il diritto alla normalità (e quindi alla
vivibilità) degli abitanti di Polvica deve per forza passare per la mediazione
di un loro rappresentante. In pratica o ti butti dalla finestra o ti mangi sta
minestra. Nel frattempo le forze politiche cittadine (di ogni credo o colore)
guardano, palesemente complici, dall’alto della loro centralità e sorridono
sornione. E gli abitanti di Polvica sono ‘vittime’ di questo subdolo sistema, chi
più chi meno (la maggioranza) consapevolmente. Anche perché alla fine non è che
abbiano valide alternative di modelli…
E
allora che si fa? Sicuramente ci vorranno gli anni per
scardinare questo tipo di sistema consolidatosi nel corso di parecchi decenni,
lavorando sodo sia al centro che a Polvica e attuando tutta una serie di
politiche (esatto avete capito bene) per riportare al centro le periferie (e
viceversa). Il sindaco, l’amministrazione comunale (maggioranza e opposizione),
la giunta e i vari assessorati organizzino eventi ludici e non, culturali e
‘politici’ (quali ad esempio le sedute del consiglio comunale ma anche
manifestazioni ufficiali) anche o solo nella frazione, lavorino per integrare
le periferie con il centro e viceversa (soprattutto questa seconda ipotesi è
quella che più mi sta a cuore). Le varie associazioni culturali (per fare un
esempio concreto) organizzino le loro visite guidate (o i loro eventi o le loro
attività) anche a Polvica e soprattutto mettano in condizioni (anche con
l’aiuto dell’amministrazione tutta, maggioranza e opposizione) gli abitanti
della frazione di partecipare (e soprattutto contribuire) a queste attività. I
vari partiti politici diano ampio ascolto alle esigenze e alle problematiche
delle periferie, magari con una presenza se non ‘fissa’ quantomeno reale e
concreta sul territorio. Si potenzi il servizio di trasporti tra il centro e la
periferia (o frazione) a costi praticamente zero, si coinvolgano i bambini
delle scuole del centro e della periferia in manifestazioni comuni. Si dia vita
insomma ad un progetto serio, concreto e a lungo termine per avvicinare quelle
che, di fatto, restano due realtà distinte e separate. Ci si adoperi
concretamente per colmare i quasi 10 km di distanza geografica e si crei,
finalmente, un unico centro: la città di Nola.
PS. Piccolo nota. Il ‘discorso’ Polvica sarà da me
approfondito con altri post. Invito chi vive là a dare il suo contributo.
Francesca ora aspetto una tua risposta in merito…
PS 2 Aborro l’ipotesi di distacco ufficiale. Polvica
deve cominciare a sentirsi Nola e i nolani devono cominciare a sentirsi un po’
polvicani (si dice così, spero di non aver sbagliato e, se l’ho fatto chiedo
preventivamente scusa)
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Polvica durante i festeggiamenti per San vincenzo (in quanti di voi sanno che è il 'patrono' della frazione?) |
Io Polvica la conosco un poco.. per vicende familiari (mia madre insegnava lì e mio padre, ingegnere, aveva lì diversi clienti). Confermo tutto quello che è scritto nel post di Cenzo. Faccio solo presente che è impossibile integrare due realtà che sono storicamente e culturalmente distanti anni luce. Tutte le iniziative che Cenzo propone sono certamente condivisibili in astratto ma, in concreto, le esigenze di un abitante di Polvica sono e saranno sempre differenti da quelle di un abitante di Nola. Allora, vanno benissimo iniziative che mirino all'integrazione ma diamo anche la possibilità che le specifiche esigenze degli abitanti della frazione vengano affrontate (e possibilmente risolte) dalle singole circoscrizioni. E' lo stesso concetto di una grande città. Io, ad esempio, vivo a Roma. Le esigenze di un abitante di Piazza Bologna sono diverse da quelle di un abitante di Tor Bella Monaca.. Qui i municipi (così si chiamano le nostre circoscrizioni) hanno molti più poteri. Mi rendo conto che Nola e Roma sono due realtà non paragonabili. Ma faccio presente che Polvica è una frazione sui generis...che necessità (direi per esigenze naturali) di autonomia.
RispondiEliminaCordiali saluti a tutti
Aniello Abbate