Nell’epoca in cui l’informazione viaggia a velocità della luce (o del web), in cui tutto (e il suo contrario) fa e diventa notizia, in cui vengono sfornate (tipo sistema industriale a catena di montaggio) informazioni, si assiste (a parer mio) ad una sorte di bulimia mediatica che porta a rimuovere (e di conseguenza dimenticare assai in fretta) tutti i fatti che divengono (o fanno) notizia. Tralasciando il dibattito filosofico (fatto – notizia – informazione - comunicazione), tale preambolo (spero non eccessivo) serve per riprendere quella che, per tanti, è stata la notizia politica degli ultimi venti anni (19 a voler cercare il pelo nell’uovo): la decadenza di Silvio Berlusconi. Dalle 17.48 di mercoledì 27 novembre infatti Silvio Berlusconi non è più senatore della Repubblica Italiana. Un avvenimento che entra di diritto nella storia del nostro paese (anche se sarei curioso di sapere cosa riporteranno i posteri in merito a tutto ciò). Di contro, non entreranno nella storia (almeno quella con la esse maiuscola), fatti o personaggi di portata “mediatica” minore. Uomini (o donne) che hanno condizionato con scelte, decisioni e comportamenti lo svolgersi degli eventi, o che per un giorno (o un’ora al massimo due) sono saliti alla ribalta della cronaca (nazionale) per poi cadere nel dimenticatoio. Per l’occasione (stiamo sempre parlando della decadenza di Berlusconi) io ne ho scelti due.
LINDA LANZILLOTTA. Calabrese di nascita. Senatrice di Scelta
Civica, ex Ministro per gli Affari Regionali nel secondo governo Prodi. Non è sicuro donna di
primo pelo della politica italiana. Il suo voto in Giunta Regolamento al Senato
è risultato decisivo nella decisione per lo scrutinio palese. Evento che ha “di
fatto” condannato Berlusconi. Sono davvero in tanti a credere (e con ragione)
che se mercoledì si fosse votato con scrutinio segreto forse il Berlusca
sarebbe riuscito ancora una volta a scamparla (magari mettendo mano al
portafoglio). Anche per questo in molti al Senato l’hanno applaudita. Riavvolgendo
il nastro torniamo a poco più di un mese fa. In Giunta si decide tra scrutinio
palese e segreto. Si gioca sui numeri e tutto è sul filo dell’equilibrio. Per
lo scrutinio palese ci sono 3 senatori del PD, 2 dei Cinque Stelle, 1 di SeL. Di
parere (e voto) contrario ci sono 3 senatori del PdL (Forza Italia è ancora in
embrione), 1 GaL e 1 della Lega. A questi si aggiunge un senatore altoatesino
del SVP. In totale fa 6 favorevoli contro 6 contrari. I membri della
commissione sono 13. Ecco che entra in scena lei. Casini (UdC) è pro scrutinio
segreto, ma la Lanzillotta (filo montiana, pro Renzi e favorevole da sempre a
un’alleanza col PD) vota per lo scrutinio palese. Finisce 7-6. Il senatore Berlusconi
ha i giorni contati.
ULISSE DI GIACOMO. Molisano doc. Cardiochirurgo, con un passato
politico da fedelissimo di Berlusconi, ha ricopertola carica di Assessore alla
Sanità in Molise,eletto senatore nel 2008. Nelle ultime elezioni è stato il primo
dei non eletti in Molise. Balzato agli “onori” della cronaca solo per essere
colui il quale prende il posto al Senato di Silvio Berlusconi. Non solo. Di Giacomo
subito si dichiara “alfaniano”, dichiarando di non approvare affatto il percorso
del PdL degli ultimi mesi e dichiarando la sua “non adesione” alla neonata Bis Forza
Italia. Fregatura “doppia” per Berlusconi (per la serie cornuto e mazziato).
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Da sinistra: Silvio Berlusconi, Linda Lanzillotta e Ulisse Di Giacomo |