Inizialmente
avevo pensato ad un attacco tipo “Nella splendida cornice della Chiesa dei
Santi Apostoli, sita nel cuore di Nola, il Città
dei Gigli presenta la stagione sportiva 2017/18….”
Però più che
una presentazione, quella di lunedì sera alle 18, è stata una bella e piacevole
serata. Una festa di famiglia a cui hanno partecipato proprio tutti.
Citare l’elenco
dei presenti è un obbligo. Dai rappresentanti delle istituzioni di ogni ordine
e grado quali gli Onorevoli Russo e Manfredi all’Assessore allo Sport Carmela De Stefano, al sindaco Geremia Biancardi (arrivato sui titoli
di coda) ai consiglieri Pasquale Petillo e Laura Napolitano (rappresentante
Unicef dell’area), passando per i rappresentanti della Fipav regionale e del sitting volley regionale e non solo. Nutrito anche il “gruppo stampa”
con Carmen Fusco, Nello Cassese e la
piacevole presenza di Mariangela Parisi
(ufficio comunicazione Curia). Rappresentata anche la città, con l’associazione
Amiamola in prima fila.
Rappresentato il mondo dei gigli con
Lello Guerriero e una nutrita delegazione della paranza Stella, con le associazioni Caciotta Boys e Caciotta Girl.
Presente anche la Pro Loco, Luca De Risi presidente della compagnia di San
Paolino. E credo tanti altri che non ho riconosciuto.
Attenzione,
non inganni l’illustre platea: non si è affatto trattato della classica
passerella politicorappresentativaistituzionale, con i soliti noti intervenuti per
fare bella figura alla ricerca di visibilità e voto (vabbè, un poco pure quello…
ma solo un poco). Chi mi conosce sa bene che non amo certe cose. E che la leccata non è mai stata nelle mie
corde. Ma ieri chi, come me, era presente ha sentito e toccato la sincerità di
certe presenze. Gli ‘illustri e meno illustri’ intervenuti ci tenevano davvero
a partecipare a questo piccolo evento/presentazione. Ci tenevano ad essere
presenti, nel decimo anniversario dalla fondazione del Nola Città dei Gigli, e
a far sentire la loro vicinanza (e a prescindere pure un po’ di affetto) alla
società e, in primis, mi permetto, alla persona di Guido Pasciari.
Un riconoscimento
importante, credo, che fa tanto piacere per quella che è senza ombra di dubbio
un'eccellenza del nostro territorio (a prescindere dai risultati sportivi) e un
patrimonio sportivo, sociale e culturale della nostra città.
Oh, e non
pensate che stia marchettando qualcosa o qualcuno (ste cose, pure in redazione,
quando potevo le lasciavo sempre ad altri). Io di presentazioni ne avrò viste a
centinaia. E, credetemi, è una delle rarissime volte che nonostante un’ore e
mezza di piacevoli chiacchiere e racconti, nessuno, tra ospiti illustri e meno
illustri, ha alzato il proprio sedere dalla sedia. Qualcosa vorrà pur
significare.
Merito anche
all’organizzazione della serata. L’amico Nicola
Alfano ormai è un vero fuoriclasse nella gestione dei tempi e degli
interventi (bastava vederlo come fremeva quando quello piccolino – non mi
ricordo il nome – si dilungava eccessivamente nel suo intervento), bravo a
rendere leggera, piacevole e divertente la serata. Un top player della conduzione,
che arricchisce la serata con gustosi aneddoti legati alla storia della
società. Ottima, ma ottima davvero la parte ‘visibile’, altrettanto quella
dietro le quinte. E per un top player che si prende gli applausi c’è sempre l’uomo
(nel caso la donna) che in cabina di regia ci mette cervello e polmoni (e pure
una dose di fegato immagino, ma quello e random). Con la minuziosa attenzione
che solo una padrona di casa può avere, la dott.ssa
Gelsomina Pasciari sorvegliava che tutto funzionasse nel minimo dettaglio
(senza dubbio studiato a tavolino almeno da una quindicina di giorni credo, e
riprovato mentalmente almeno un milione di volte). A mo’ di radar, la
dottoressa in questione sezionava e monitorava ogni angolo della sala, ogni nuovo
arrivato veniva intercettato ancora prima mettesse piede in sala (ad un certo
punto ho pensato che avesse qualcuno con auricolare che avvisava
preventivamente, giuro). Mancava una seduta? Eccola spuntare dal nulla pronta
ad accogliere il nuovo arrivato. Una bandiera o un manifesto era fuori posto,
subito si accorreva per posizionarla nel modo giusto.
Da pseudopezzotto
addetto ai lavori mi è piaciuto soffermarmi ad analizzare i dettagli. La
passione e l’amore per la società Nola
Città dei Gigli e per il volley traspariva
dalla cura di ogni minimo particolare. Una certa professionalità pure, piacevolmente
e volutamente frammista al dilettantismo più puro (quello bello e piacevole
portatore di valori, che strappa sorrisi per una ricercata ingenuità). La
giacca sociale con lo stemmino della società per me rappresenta in pieno tutta
la serata: ha vinto tutto. Chapeau.
BASSO PROFILO? Quando tesseri la palleggiatrice triestina
Elena Drozina (ex serie A e nel giro
della nazionale azzurra) e la schiacciatrice Anna Pericolo (anche lei ex serie A) solo gli ignorantoni come me (pallavolisticamente
parlando) potevano credere alla favoletta “quest’anno terremo un basso profilo”.
Dalle categorie superiori (almeno un paio) arriva anche il tecnico Luciano Della
Volpe e tutto il suo staff. Sempre perchè sarà un anno di basso profilo, eh.
Se a questo,
poi, aggiungi l’arrivo del team manager Rino
Improta, uno dei principali artefici di quella splendida avventura del
volley napoletano che fu il Centro Ester
(che se non lo ricordava Nicola, chi lo conosceva…), forse ti rendi conto che hai
capito ben poco. D’altronde la dirigenza non prova neppure a nascondere le
proprie ambizioni.
TRA SOGNO E REALTA'. E se qualcuno nutrisse ancora
qualche dubbio ci pensa il Guido
Pasciari a confermare i sogni di gloria del Nola Città dei Gigli. “Voglio
regalare alla MIA CITTA’ (come farvi
capire il tono con cui pronuncia queste due parole?) una categoria di rilevanza
nazionale. Credo che Nola meriti di calcare palcoscenici importanti, e quest’anno
ci proveremo davvero”.
Basta poco
però a passare dal sogno ‘nazionale’ ad una realtà locale che non sempre è
disposta ad appoggiare e sostenere idee e progettualità di valore. “Non sono un
imprenditore – conclude con un pizzico di amarezza Pasciari – Ma comunque faccio del mio meglio per portare avanti
quello che è un sogno. Quest’anno onoreremo tutti gli impegni presi, ma per il
futuro abbiamo bisogno di un aiuto serio e concreto. Non bastano le pacche
sulle spalle e le strette di mano. Serve qualcosa di più. Andare avanti tra
mille difficoltà non è facile. E se, come mi auguro, dovesse arrivare una
categoria superiore, sarebbe durissima. Non ho paura a dirlo: se la situazione
rimarrà quella attuale potrei anche dire basta e lasciare tutto”.
Affermazione
questa che spiazza un po’ tutta la platea. O almeno a me sicuro. Perché
traspare, pure in modo abbastanza evidente, che Pasciari non è affatto a suo
agio nel pronunciare queste parole. Che non sanno di resa, ma che certamente
sono una velata richiesta di aiuto ad una città a cui il Nola Città dei Gigli ha sempre dato molto, ma molto, più di quanto
ha ricevuto. Perché a prescindere dai risultati il volley femminile è
patrimonio sportivo, sociale e culturale della nostra città. E che forse, nel
quotidiano non brucia i cuori e accende le passione come altri colori, ma che
resta ben impresso nell’immaginario collettivo di qualsiasi nolano. Sfido
chiunque a dire il contrario.
PS. Forse mi sbaglia, ma ho notato l’assenza
di altre realtà sportive. Questa cosa mi è molto dispiaciuta. E vabbè, sarà per
un'altra volta, spero…
PS2 Ho sempre criticato il fatto che
nei comunicati ufficiali la squadra veniva chiamata Nola Città dei Gigli e non “Nola”.
Ieri ho capito perché. E, mi ricredo, è giusto così.
PS2. Da padre folle, ho voluto
trascinare Sofia per un saluto nonostante la piccola avesse una festa. Ecco,
dovesse capitare pure a voi non provateci. Non immaginate in dieci minuti
quanto ha rotto i cogl….
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