martedì 10 ottobre 2017

Il Nola Città dei Gigli si svela alla città (ovvero ‘basso profilo’ cosa?, ovvero 'Uà, ma pure il volley può essere piacevole e divertente - ma solo la presentazione però)



Inizialmente avevo pensato ad un attacco tipo “Nella splendida cornice della Chiesa dei Santi Apostoli, sita nel cuore di Nola, il Città dei Gigli presenta la stagione sportiva 2017/18….”
Però più che una presentazione, quella di lunedì sera alle 18, è stata una bella e piacevole serata. Una festa di famiglia a cui hanno partecipato proprio tutti.
Citare l’elenco dei presenti è un obbligo. Dai rappresentanti delle istituzioni di ogni ordine e grado quali gli Onorevoli Russo e Manfredi all’Assessore allo Sport Carmela De Stefano, al sindaco Geremia Biancardi (arrivato sui titoli di coda) ai consiglieri Pasquale Petillo e Laura Napolitano (rappresentante Unicef dell’area), passando per i rappresentanti della Fipav regionale e del sitting volley regionale e non solo. Nutrito anche il “gruppo stampa” con Carmen Fusco, Nello Cassese e la piacevole presenza di Mariangela Parisi (ufficio comunicazione Curia). Rappresentata anche la città, con l’associazione Amiamola in prima fila. Rappresentato il mondo dei gigli con Lello Guerriero e una nutrita delegazione della paranza Stella, con le associazioni Caciotta Boys e Caciotta Girl. Presente anche la Pro Loco, Luca De Risi presidente della compagnia di San Paolino. E credo tanti altri che non ho riconosciuto.
Attenzione, non inganni l’illustre platea: non si è affatto trattato della classica passerella politicorappresentativaistituzionale, con i soliti noti intervenuti per fare bella figura alla ricerca di visibilità e voto (vabbè, un poco pure quello… ma solo un poco). Chi mi conosce sa bene che non amo certe cose.  E che la leccata non è mai stata nelle mie corde. Ma ieri chi, come me, era presente ha sentito e toccato la sincerità di certe presenze. Gli ‘illustri e meno illustri’ intervenuti ci tenevano davvero a partecipare a questo piccolo evento/presentazione. Ci tenevano ad essere presenti, nel decimo anniversario dalla fondazione del Nola Città dei Gigli, e a far sentire la loro vicinanza (e a prescindere pure un po’ di affetto) alla società e, in primis, mi permetto, alla persona di Guido Pasciari.
Un riconoscimento importante, credo, che fa tanto piacere per quella che è senza ombra di dubbio un'eccellenza del nostro territorio (a prescindere dai risultati sportivi) e un patrimonio sportivo, sociale e culturale della nostra città.
Oh, e non pensate che stia marchettando qualcosa o qualcuno (ste cose, pure in redazione, quando potevo le lasciavo sempre ad altri). Io di presentazioni ne avrò viste a centinaia. E, credetemi, è una delle rarissime volte che nonostante un’ore e mezza di piacevoli chiacchiere e racconti, nessuno, tra ospiti illustri e meno illustri, ha alzato il proprio sedere dalla sedia. Qualcosa vorrà pur significare.  
Merito anche all’organizzazione della serata. L’amico Nicola Alfano ormai è un vero fuoriclasse nella gestione dei tempi e degli interventi (bastava vederlo come fremeva quando quello piccolino – non mi ricordo il nome – si dilungava eccessivamente nel suo intervento), bravo a rendere leggera, piacevole e divertente la serata. Un top player della conduzione, che arricchisce la serata con gustosi aneddoti legati alla storia della società. Ottima, ma ottima davvero la parte ‘visibile’, altrettanto quella dietro le quinte. E per un top player che si prende gli applausi c’è sempre l’uomo (nel caso la donna) che in cabina di regia ci mette cervello e polmoni (e pure una dose di fegato immagino, ma quello e random). Con la minuziosa attenzione che solo una padrona di casa può avere, la dott.ssa Gelsomina Pasciari sorvegliava che tutto funzionasse nel minimo dettaglio (senza dubbio studiato a tavolino almeno da una quindicina di giorni credo, e riprovato mentalmente almeno un milione di volte). A mo’ di radar, la dottoressa in questione sezionava e monitorava ogni angolo della sala, ogni nuovo arrivato veniva intercettato ancora prima mettesse piede in sala (ad un certo punto ho pensato che avesse qualcuno con auricolare che avvisava preventivamente, giuro). Mancava una seduta? Eccola spuntare dal nulla pronta ad accogliere il nuovo arrivato. Una bandiera o un manifesto era fuori posto, subito si accorreva per posizionarla nel modo giusto.
Da pseudopezzotto addetto ai lavori mi è piaciuto soffermarmi ad analizzare i dettagli. La passione e l’amore per la società Nola Città dei Gigli e per il volley traspariva dalla cura di ogni minimo particolare. Una certa professionalità pure, piacevolmente e volutamente frammista al dilettantismo più puro (quello bello e piacevole portatore di valori, che strappa sorrisi per una ricercata ingenuità). La giacca sociale con lo stemmino della società per me rappresenta in pieno tutta la serata: ha vinto tutto. Chapeau. 

 
Le divise ufficiali con lo 'stemmino' della società

BASSO PROFILO? Quando tesseri la palleggiatrice triestina Elena Drozina (ex serie A e nel giro della nazionale azzurra) e la schiacciatrice Anna Pericolo (anche lei ex serie A) solo gli ignorantoni come me (pallavolisticamente parlando) potevano credere alla favoletta “quest’anno terremo un basso profilo”. Dalle categorie superiori (almeno un paio) arriva anche il tecnico Luciano Della Volpe e tutto il suo staff. Sempre perchè sarà un anno di basso profilo, eh.
Se a questo, poi, aggiungi l’arrivo del team manager Rino Improta, uno dei principali artefici di quella splendida avventura del volley napoletano che fu il Centro Ester (che se non lo ricordava Nicola, chi lo conosceva…), forse ti rendi conto che hai capito ben poco. D’altronde la dirigenza non prova neppure a nascondere le proprie ambizioni.

 
Elena Drozina (a sinistra) e Anna Pericolo (a destra)

TRA SOGNO E REALTA'. E se qualcuno nutrisse ancora qualche dubbio ci pensa il Guido Pasciari a confermare i sogni di gloria del Nola Città dei Gigli. “Voglio regalare alla MIA CITTA’ (come farvi capire il tono con cui pronuncia queste due parole?) una categoria di rilevanza nazionale. Credo che Nola meriti di calcare palcoscenici importanti, e quest’anno ci proveremo davvero”.
Basta poco però a passare dal sogno ‘nazionale’ ad una realtà locale che non sempre è disposta ad appoggiare e sostenere idee e progettualità di valore. “Non sono un imprenditore – conclude con un pizzico di amarezza Pasciari – Ma comunque faccio del mio meglio per portare avanti quello che è un sogno. Quest’anno onoreremo tutti gli impegni presi, ma per il futuro abbiamo bisogno di un aiuto serio e concreto. Non bastano le pacche sulle spalle e le strette di mano. Serve qualcosa di più. Andare avanti tra mille difficoltà non è facile. E se, come mi auguro, dovesse arrivare una categoria superiore, sarebbe durissima. Non ho paura a dirlo: se la situazione rimarrà quella attuale potrei anche dire basta e lasciare tutto”.
Affermazione questa che spiazza un po’ tutta la platea. O almeno a me sicuro. Perché traspare, pure in modo abbastanza evidente, che Pasciari non è affatto a suo agio nel pronunciare queste parole. Che non sanno di resa, ma che certamente sono una velata richiesta di aiuto ad una città a cui il Nola Città dei Gigli ha sempre dato molto, ma molto, più di quanto ha ricevuto. Perché a prescindere dai risultati il volley femminile è patrimonio sportivo, sociale e culturale della nostra città. E che forse, nel quotidiano non brucia i cuori e accende le passione come altri colori, ma che resta ben impresso nell’immaginario collettivo di qualsiasi nolano. Sfido chiunque a dire il contrario.

PS. Forse mi sbaglia, ma ho notato l’assenza di altre realtà sportive. Questa cosa mi è molto dispiaciuta. E vabbè, sarà per un'altra volta, spero…

PS2 Ho sempre criticato il fatto che nei comunicati ufficiali la squadra veniva chiamata Nola Città dei Gigli e non “Nola”. Ieri ho capito perché. E, mi ricredo, è giusto così.

PS2. Da padre folle, ho voluto trascinare Sofia per un saluto nonostante la piccola avesse una festa. Ecco, dovesse capitare pure a voi non provateci. Non immaginate in dieci minuti quanto ha rotto i cogl….

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