Per chi ama il mondo della comunicazione, del
marketing e delle public relations il 2008 ha segnato uno spartiacque. La
campagna per le presidenziali di Obama rappresenta infatti un case study
importantissimo per tutta una serie di implicazioni successive che, di fatto,
hanno rivoluzionato il modo della comunicazione politica. In Italia (paese
dobbiamo dire sempre all’avanguardia) la potenzialità delle nuove regole del marketing non è stato praticamente colto dalla politica.
O almeno dalla gran parte di questa. Gli unici a sfruttare queste conoscenze sono
stati Beppe Grillo (e il Movimento 5 Stelle) e la Casaleggio Associati. E
ancora una volta i risultati sono stati sotto gli occhi di tutti. Alle
politiche i principali partiti hanno preso una mazzata storica (che ancora si
stanno leccando le ferite). Il Pd con Renzi si è subito rimboccato le maniche e
ha cominciato ad aggiornarsi. Basta pensare che come responsabile della
comunicazione del Pd è stato nominato il napoletano Francesco Nicodemo, poco
più che 30enne, “politico di professione” ma anche blogger (e non certo “classico
giornalista”) e soprattutto personaggio che padroneggia il mondo del web e
della comunicazione davvero niente male (soprattutto per uno laureato cum laude
in lettere classiche). Forza Italia invece resta ancora indietro da questo
punto di vista. Forse perché troppo legata a certi schemi Berlusconicentrici
(anche dal punto di vista della comunicazione) o perché sta sottovalutando la
potenzialità dei new media e della rete.
Non sto comunque qui ad approfondire un discorso (si
potrebbero scrivere fior di trattati sull’argomento) ma preferisco affrontare l’impatto
che queste nuove regole possono avere (e forse già stanno avendo) in merito
alla campagna elettorale della mia città: Nola.
Ad un primo impatto si può riassumere la situazione nolana
in un'unica parola: stamm 'nguaiat. Ma
proprio assai. La maggior parte dei futuri candidati basano la loro campagna
elettorale su rapporti clientelari. (Ma non è affatto questo il punto. La
clientela fa parte della nostra storia politica… a partire pensate un po’ da
Cicerone, ma anche prima. E in questo caso non sta a me giudicare). In pochi cercano di
muoversi sfruttando la rete, il web, i social media etc etc. Non ho menzionato
i blog perché, tranne un una serie di marchettifici, ritengo che nella rete non
esistano blog che fanno informazione in maniera seria (con l’unica, ma piccola,
eccezione de La Voce del Nolano, anche se ultimamente pare abbia scelto anche “lui”
di “seguire la corrente”). Posso
comprendere che la maggior parte dei politici non abbiamo le capacità e le
competenze per muoversi e aggiornarsi in un mondo che viaggia alla velocità
della fibra ottica. E posso anche comprendere che la maggior parte dei politici
veda la rete e il web solamente come un problema.
Quella che potrebbe essere considerata una ricchezza
(e soprattutto una fonte di elettori niente male) viene guardata sempre con un
certo disprezzo. Perché? Semplice. Perché in rete è molto più difficile
mentire. L’onestà (e la chiarezza) è regola base delle nuove regole del
marketing. Se menti e se ne accorgono le grandi potenzialità della rete ti
si ritorcono contro. Altro problema riguarda l’autoreferenzialità. Problema che vien fuori soprattutto sui social
media. I politici che hanno un profilo sono pochi. E tutti (c’è un eccezione
che conferma ahimè la regola) si “automarchettano”.
Sono bello, sono fico, guardate che ho fatto qua, guardate che ho fatto la. Ma la
cosa più interessante è che con la loro autoreferenzialità confermano (e molto spesso
aumentano) il distacco dalla vita reale e, di conseguenza, da parte dei
potenziali elettori. In molti casi addirittura cancellano dai loro profili i
commenti negativi (oh my god!!!). In altri, dopo anni di silenzio, pretendono a due mesi dalle
elezioni, di cominciare a rapportarsi con la rete e i cittadini senza però
riuscirci (e apparando solo una serie di figure di merda). Altra cosa che ho notato e il fare
aggressivo dei loro “cani da guardia”. Basta avere un’idea diversa che subito
ti ringhiano contro, basta esporre o criticare che prontamente ce li hai col
fiato sul collo. Cazzo, io dico. E meno male che siete esperti di social media
e comunicazione (o almeno dovreste). Qua stiamo proprio all’abc. Non ti dico poi i pavoneggiamenti per
un articolo sul giornale (che nel 72% delle volte è vera e propria marchetta).
Che poi è pure normale, considerato che il principale corrispondete dell’area
nolana per “Il Mattino” non si vede mai (ma proprio mai) a una conferenza
stampa, o ad un evento pubblico. Eppure il giorno dopo (ma a volte anche due),
pluffete, esce la sua march… articolo sul quotidiano. Comunque non voglio dilungarmi
troppo. E prima di chiudere, affronto il caso dell’Assessorato dei Beni Culturali (attenzione, non sono destroso –
tutt’altro - ma è innegabile che ha lavorato, e continua a farlo, davvero bene, almeno per quanto
riguarda la comunicazione). Il suo profilo social è oramai un punto di
riferimento per il mondo nolano della rete. Anche se inizialmente ha cancellato
qualche post critico (Cinzia e Francesco non si fa quasi mai, attenzione), ha
poi compreso le potenzialità dello strumento social, rispondendo con educazione
e garbo (e vi giuro a volte ci sono stati post da schiaffi non solo virtuali) tanto
che a un certo punto gli sono cominciate ad arrivare richieste pure in materie non competenti ai
Beni Culturali. Anche il profilo dell’Assessorato molto, molto spesso si “autorefenzializza”
(promuove le sue iniziative) ma ciò, rispetto ad altri, viene accettato perché
l’Assessorato si adopera (e si è adoperato) per risolvere nel concreto i
problemi dei potenziali elettori. Ma soprattutto, appare al popolo delle rete e
del web per quello che è: ci mette la faccia (e piglia pure gli schiaffi – e in
alcuni casi “na’ serie e paccheri niente male”… eh eh eh), si confronta e risponde
quasi a tutti con grandissima onestà
e senza mentire (almeno finora non ci sono lamentele in merito). Un lavoro ben
fatto che spesso viene “condiviso” (nel senso faisbukkiano del termine) da
altri politici che vogliono salire sul carro del webvincitore. Invece di
pensare a rimboccarsi le maniche e a comunicare davvero. Anche qui state sgamati. La rete e il web
scopre quasi sempre il pezzotto.
Linko di seguito un articolo interessante anche se
un po’ datato sull’incredibile ritardo dei partiti di destra nelle politiche
del web marketing: Centro destra e social network. Gaffe e autogol
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