di Valerio Lauri
Una città per cantare. Una città per alzare. Una città per
ballare e ai Gigli votare. Se non l'aveste capito, Ron ha lasciato il segno,
nella serata conclusiva (quella vera) della Festa dei Gigli 2017. Ombrelli
solcati da linee di pioggia e due (DUE) canzoni cantate a squarciagola, per la
precisione. Oltre alla già citata nell'incipit, anche la più famosa “Vorrei
incontrarti fra cent'anni”, che la platea ha inneggiato soprattutto verso il
roscio stornellatore. Tranquilli, il cantante non si è bagnato, la sua
decomposizione è ancora una volta scongiurata. La criogenia umana ha fatto
passi da gigante e Rosalino Cellamare può tornare nella sua cella frigorifera
intatto.
Bando alle ciance, passiamo alle “cose belle nostre”, come direbbe Antonio Piccolo. Anche quest'anno una Festa degna di tal nome, anche quest'anno il pagellone che non vota, come sempre da non prendere troppo sul serio quando si parla di paranze, con tributo ad un grande attore scomparso (Paolo Villaggio). Sta diventando una tradizione funesta, lo so. Ma guardate il lato positivo, è pur sempre un “super-ospite” migliore di Ron.
Bando alle ciance, passiamo alle “cose belle nostre”, come direbbe Antonio Piccolo. Anche quest'anno una Festa degna di tal nome, anche quest'anno il pagellone che non vota, come sempre da non prendere troppo sul serio quando si parla di paranze, con tributo ad un grande attore scomparso (Paolo Villaggio). Sta diventando una tradizione funesta, lo so. Ma guardate il lato positivo, è pur sempre un “super-ospite” migliore di Ron.
Fondazione Festa dei
Gigli - FANTOZZI CONTRO TUTTI
E' chiaro che “dai che gli ridai”, qualcosa debba pure
funzionare. I carrettini vendi-bibite sono quasi scomparsi (salvo ricomparire
magicamente oltre le 6 di mattina), il vetro è stato bandito anche grazie ai
commercianti e qualche turista s'è palesato. Certo, siamo lontani da “Nola
modello italiano di gestione dei grandi eventi”, che al solo leggerlo il
sindaco di Modena dopo il concerto di Vasco è stato ricoverato per ridarella
compulsiva. Scongiurato l'attacco dell'ISIS (che pare abbia chiesto lumi su
cosa sia la Festa dei Gigli), scongiurate le risse (l'unica violenza è stata
quella dei Gigli sui cullatori, in numero sempre minore). Non scongiurate,
invece, le figuracce. Come quella in cui Soprano, in diretta su CantaNola
“Gigli di Nola in radio”, continua a sostenere che il giglio del Salumiere sia
trasportato dalla paranza Uragano Bruscianese. Oppure l'idea di comandare il
“trase e aiesce” dai balconi, utilizzando i passanti come tramite. Oppure il
farsi sbeffeggiare dalle paranze quando si sollecita di velocizzare gli
spostamenti (vedi Panettiere in piazza o Fabbro a via San Paolino, ma non
solo). Lasciamo perdere la querelle-costruttori, che innalza Soprano e co. a
novelli Ponzio Pilato. Diciamo che anche quest'anno la Fondazione è salita in
bici “alla bersagliera”. Si attende “la crocifissione in sala mensa”.
Fantozzianamente parlando, ovvio.
Rivestimenti del
2017 - RIMINI RIMINI
Su su. Poteva andare peggio. Quest'anno, i rivestimenti dei Gigli hanno subito una sostanziale impennata. Certo, resta da capire perchè, una volta privati del piedistallo, si sono rivelati nudi. Come Serena Grandi (grandi, grandi) che scende dall'amaca e si rivela in tutta la sua bellezza minimal-vestita. Esempi lampanti come l'Ortolano, maestoso da fermo in piazza Collegio e ridotto all'osso in movimento, oppure il Sarto, rivestito di eteree luci “sulla Travaglia” ed essenziale allo spostamento. Menzion d'onore al Salumiere, che porta De Chirico sul Giglio e riceve applausi anche da chi non sa manco chi sia De Chirico.
Calzolaio e Fabbro – FRACCHIA CONTRO DRACULA
Su su. Poteva andare peggio. Quest'anno, i rivestimenti dei Gigli hanno subito una sostanziale impennata. Certo, resta da capire perchè, una volta privati del piedistallo, si sono rivelati nudi. Come Serena Grandi (grandi, grandi) che scende dall'amaca e si rivela in tutta la sua bellezza minimal-vestita. Esempi lampanti come l'Ortolano, maestoso da fermo in piazza Collegio e ridotto all'osso in movimento, oppure il Sarto, rivestito di eteree luci “sulla Travaglia” ed essenziale allo spostamento. Menzion d'onore al Salumiere, che porta De Chirico sul Giglio e riceve applausi anche da chi non sa manco chi sia De Chirico.
Calzolaio e Fabbro – FRACCHIA CONTRO DRACULA
Ci serviva un titolo da duello. Null'altro. Non sia mai che
qualcuno si senta Fracchia o Dracula, a seconda dei casi. Volontari e
Trinchese, Trinchese e Volontari, il duello infinito, una dietro l'altra. Tutto
liscio, a colpi di scudiscio (a frustate, tottò, facit e brav), frecciatine e
girate spettacolari (Caparossa Volontari – Carceri Trinchese). Poi, a via San
Paolino, si sciolgono le funi residue e che vinca chi ha più energie. Energie
per tornare indietro, energie per girare, energie per contrastare i commissari
di percorso. Poche energie per chi assiste, invece. Molti, sfiniti, torneranno
a casa prima della fine (presente!).
Il vescovo di Nola – IO NO SPIK INGLISH
Non ce ne voglia, mons. Marino. C'eravamo così abituati ai
colpi di fioretto di Beniamino De Palma, che il suo discorso è sembrato
impacciato e timido come il Sergio Colombo, assicuratore alle prese con
l'apprendimento dell'inglese, di “Io No Spik Inglish”. Tranquilli, presa
dimestichezza con Nola, avrà tempo per rifarsi e lanciarsi in qualche critica
socio-religiosa. Si spera.
Il maestro di Festa
del Beccaio – BRANCALEONE ALLE CROCIATE
Sarà stata l'emozione del sogno realizzatosi, sarà stata l'esuberanza. Però il maestro di Festa del Beccaio è riuscito nell'impresa di dare al sindaco poteri paranormali. Quali? Quelli di “secciare” la posata. Al suo “Dovevamo fare i collaudi, grazie sindaco!” (chiara frecciatina al primo cittadino per la vestizione ritardata degli obelischi), è seguito un “Cuong' cuong' e ietta” disastroso per tempismo. Risultato? Figuraccia in piazza e “prestazione” rovinata. Con estrema simpatia, ovviamente.
Paranza Uragano/Indistruttibile/Leoni – CHE C'ENTRIAMO NOI CON LA RIVOLUZIONE?
Ad oggi, Soprano pensa (o pensa di pensare) ancora che il Salumiere sia stato trasportato dalla paranza Uragano Bruscianese. D'altronde ha “ricevuto rassicurazioni in merito dal sig. Vallefuoco” (ipse dixit). D'altronde Finzione e realtà non sono che un sogno fuggevole! Chi resta “vittima del regolamento” è la paranza Indistruttibile Cimitilese, condannata a subire gli sberleffi dei nolani, a sentire il buon Tino Simonetti impossibilitato a citarla e a vedersi, di fatto, oscurata nel nome anche nel prossimo staff del Salumiere 2018.
Bettoliere/Paranza Franzese – TUTTO TUTTO NIENTE NIENTE
Ve lo ricordate Paolo Villaggio, nel film sopracitato con Antonio Albanese nei panni di Cetto La Qualunque? Vi ricordate della sua interpretazione del presidente del Consiglio? Ecco appunto.
Sarà stata l'emozione del sogno realizzatosi, sarà stata l'esuberanza. Però il maestro di Festa del Beccaio è riuscito nell'impresa di dare al sindaco poteri paranormali. Quali? Quelli di “secciare” la posata. Al suo “Dovevamo fare i collaudi, grazie sindaco!” (chiara frecciatina al primo cittadino per la vestizione ritardata degli obelischi), è seguito un “Cuong' cuong' e ietta” disastroso per tempismo. Risultato? Figuraccia in piazza e “prestazione” rovinata. Con estrema simpatia, ovviamente.
Paranza Uragano/Indistruttibile/Leoni – CHE C'ENTRIAMO NOI CON LA RIVOLUZIONE?
Ad oggi, Soprano pensa (o pensa di pensare) ancora che il Salumiere sia stato trasportato dalla paranza Uragano Bruscianese. D'altronde ha “ricevuto rassicurazioni in merito dal sig. Vallefuoco” (ipse dixit). D'altronde Finzione e realtà non sono che un sogno fuggevole! Chi resta “vittima del regolamento” è la paranza Indistruttibile Cimitilese, condannata a subire gli sberleffi dei nolani, a sentire il buon Tino Simonetti impossibilitato a citarla e a vedersi, di fatto, oscurata nel nome anche nel prossimo staff del Salumiere 2018.
Bettoliere/Paranza Franzese – TUTTO TUTTO NIENTE NIENTE
Ve lo ricordate Paolo Villaggio, nel film sopracitato con Antonio Albanese nei panni di Cetto La Qualunque? Vi ricordate della sua interpretazione del presidente del Consiglio? Ecco appunto.
Gigli e torturatori -
GRANDI MAGAZZINI
Avete presente Villaggio, nei panni di un robot umanoide di
produzione tedesca, costretto a sopportare i test di Carletto, figlio del
responsabile acquisti dei Grandi Magazzini? Perfetto, più o meno a Nola è stato
lo stesso. Da Facebook, è partita la corsa allo scoop. Nolamatori impertinenti
con le loro video-dirette, foto selvagge al particolare ligneo, addirittura
prelievi di campioni di legno. “Maestri del mestiere”, ovunque. Il classico
stolto che guarda al dito (non quello di Villaggio, per carità).
Le cacciate - LA VOCE
DELLA LUNA
In attesa della “cacciata” più attesa dai nolani (fischiano
le orecchie, eh, Fondazione?), lo spettacolo migliore della Festa lo ha
garantito la principessa (fischiano le orecchie, eh?) del gesto giglistico.
Ovviamente parliamo della “Cacciata”, quella con la a maiuscola e con la
pronuncia napoletana. Palco perfetto: la processione pomeridiana. Non ce ne
vogliano le FanTastiche scacchiera a Caparossa e girata “invertita” alle
Carceri, o la Volontaria “doppia” di via Merliano. L'interprete migliore,
quest'anno, è stata la Stella. Caparossa affrontata senza varrielli e partendo
dalla Farmacia Scala, Vico Monacelle all'indietro, Vico Piciocchi “anticipato”
di una ventina di metri e portato a termine con successo. Ecco perchè, alla
scelta 'caciottiana' di qualità, va tributato il piccolo capolavoro di Fellini.
Una pellicola capace di annoverare, oltre a Villaggio (David di Donatello come
miglior attore), gente del calibro dei premi Oscar Roberto Benigni, Nicola
Piovani (colonna sonora), Dante Ferretti (scenografia) e Tonino Delli Colli
(fotografia), con incassi non esaltanti. Roba per pochi, insomma.
Appuntatori di varre e varrielli – IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO
Appuntatori di varre e varrielli – IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO
Abbiamo una cultura da preservare. Quella che ci hanno
tramandato grandi indimenticati paranzari, come Peppe 'a Caciotta o Gennaro
Pollicino (al quale sono stati giustamente tributati scrosci di commoventi
applausi), per dire i più recenti. Ci servirebbe un “maestro Sperelli”, per
farlo. Uno che si cala nel sottobosco dei cullatori e li rieduca. Chi scrive
non può fregiarsi del titolo. Eppure non ci vuole molto a vedere “le cose
storte”. Asciugamani sulle varre, novelli Uomo-Ragno che palpano il muro, supponte
umane, uomini sacrificati tra varre e muro... Alla fine, si analizza alla
moviola, fotogramma per fotogramma. Il tutto, in nome della dea competizione.
Ma, in fondo, è più disonorevole usare questi sotterfugi oppure tozzare? La
domanda è lecita. La risposta è “I buoni rideranno e i cattivi piangeranno,
quelli del Purgatorio un po' ridono e un po' piangono. I bambini del Limbo
diventeranno farfalle. Io, speriamo che me la cavo.”
Foto 'rubata' dalla pagina FB di Sabrina Iorio (artista fotografa nolana) |
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