Se un poco poco è bruciato il mazzo a me che non sono
certo un grande appassionato, non oso neppure lontanamente immaginare il senso
di frustrazione (e rabbia, e amarezza, e…) di chi ci mette anima (e corpo) per
uno sport ‘minore’ che, almeno per una volta, avrebbe potuto regalare una
gioia.
Provando ad andare oltre le frasi e le dichiarazioni di
circostanza dell’immediato dopo gara, basta guardare qualche istantanea
scattata ai protagonisti per percepirne lo stato d’animo.
La doppia finale, maschile e femminile, persa dal Nola Città
dei Gigli nel campionato italiano di sitting
volley ha, un po’ per tutti, il sapore amarissimo del fiele. Almeno per me
(e sicuro non sono il solo). Perché per una volta avevo sperato in una vittoria
importante e di un certo livello (e che livello) per quella che considero un’eccellenza
sportiva del territorio. E che ho imparato a conoscere (certo, non è tutto oro
quello che luccica… ma almeno argento).
Purtroppo anche questa volta (come in passato per altri
sport) la regola tutta nolana del “se non ce la fa la spalla ci pensa il cuore”
non è bastata. E alla fine ti ritrovi con in mano il più classico dei pugni di
mosche. Il secondo è solo il primo degli sconfitti. Da ciò non si sfugge.
E allora, dopo le dichiarazioni politically correct, è
necessario che si vada fino in fondo alla ricerca delle motivazioni di questa
doppia sconfitta.
Di certo Missaglia e Pisa sono due corazzate. Ma pure il
Nola Città dei Gigli lo è. Basti pensare che nel 2015 fu una rappresentativa
campana a vincere una sorta di primo campionato nazionale (in fase
sperimentale). Rappresentativa che per gran parte formava l’ossatura del Nola
Città dei Gigli. In due anni però il “Nord” (nello specifico Missaglia –lombarda
- e Pisa - toscana) è stato capace di azzerare il gap tecnico-temporale. Come
hanno fatto? Semplice: con strutture adeguate e, soprattutto, in piena disponibilità (o almeno in
particolari periodi dell’anno, tipo quando ti giochi una finale scudetto ‘storica’).
Ecco il dunque: la carenza di strutture adeguate a
disposizione ti pone un gradino sotto gli altri. Di sicuro un gradino sotto
realtà sportive di altre regioni (sicuro da Roma in su). E, c’è da scommetterci
(giocatevi pure la casa, se l’avete) che l’anno prossimo il divario sarà ancora
più ampio.
Non sono in vena di polemiche gratuite, ma la nostra città
già tiene un Palazzetto che fa quasi schifo e una mezza palestra (perché è intera…
figurarsi) poi uno deve pure trovare spazio e tempo adeguati per allenarsi. Ma di
cosa stiamo parlando?
Non voglio infierire (ah ah ah) e quindi non dico nulla
sulle difficoltà durante due settimane di preparazione in vista della finale
scudetto, ma il problema delle strutture sportive a Nola c’è. Per gli sport minori come in quello maggiore (la
questione Stadio va avanti da un decennio e non sembra vicina una soluzione
immediata).
E allora ti ritrovi una buona realtà sportiva locale, come
il Nola Città dei Gigli, che non potrà mai esprimere realmente le proprie
potenzialità, restando sempre e soltanto relegata in un confine locale-regionale
(insomma come il Nola 1925).
Stiamo parlando di una società che, per quanto riguarda il
settore giovanile femminile è punto di riferimento in provincia (ad anni
alterni vince il campionato) e in regione (le final four sono un appuntamento
annuale tanto da non fare neppure più notizia). Di una società che, qualche
anno fa, è riuscita a disputare le final eight nazionali confrontandosi con
realtà quali Bergamo e Ravenna. Nonostante questo il salto di qualità non
arriva mai.
Questo discorso si potrebbe fare anche per altre realtà (il
calcio innanzitutto) ma sembra fiato sprecato.
In attesa accontentiamoci dei 500mila e passa euro stanziati
per il Palazzetto dello Sport in bilancio da qualche anno a questa parte (vi
prego non ridete) e dei 700mila euro prima e 500mila euro poi per lo stadio Sporting
club (giuro non racconto barzellette).
Il tutto in attesa dei campi di calcetto del complesso
Sporting Club che non esistono ma che per giocarci sopra devi pure pagare una tariffa all'ente preposto (Comune di Nola).
P.S. Non ho voluto mettere
il carico parlando di sport e inclusione e disabilità. Ho imparato a trattare
tutti alla pari, almeno nello sport.
P.S.2 La scaramanzia
prima di tutto (il post del sogno, ma comme se fa, comme se fa). Non oso
immaginare se chiamavate la banda (immagino una cosa tipo gara sospesa per
inferiorità…)
Finali Sitting Volley. Foto di gruppo Nola Città dei Gigli. |
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