giovedì 12 maggio 2016

Il fantasma del castello, il re, la principessa, il buon samaritano e il trombettiere di corte



PREMESSA: la seguente favoletta è ironica. Vuole scherzosamente riportare una fatto realmente accaduto nel mondo virtuale dei social media. Chi mi conosce lo sa: mi piace scherzare quando scrivo. A qualcuno piace e capisce (e magari insieme ci si scherza su), qualcun altro si arrabbia (e mi bestemmia contro). Ma tant'è, me ne sono fatto col tempo una ragione. Anche questa volta nessuno si senta offeso. Se ciò dovesse accadere sarò pronto a scusarmi (di persona e in privato) offrendo un caffè e una pastarella (rigorosamente al Bar Nico).


NOLESIA (Anno 7 dell’era Biancardi). Era una notte di mezza primavera, quando il trombettiere del reame di Nolesia, emanò nella pubblica piazza virtuale l'ennesimo proclama. Per l’occasione (l’imminente arrivo della festa patronale) si celebrava nel consueto panegirico l'operato dei mastri festaioli, gestori indipendenti (almeno sulla carta) del pubblico denaro donato dalla principessa per lo svolgimento della festa.
Qualche servo della gleba ribelle (tra cui il ghiottone, il bacchettiere e la scriba ricamatrice) insieme all’onnipresente giannizzero ottomano, tra in frizzo, un lazzo e un galeazzo, controbattevano il teorema di un entusiasta trombettiere, avvezzo come sempre ad indossare i panni provocatori del menestrello-giullare.
Nella accesa e simpatica discussione entra poi anche il buon samaritano, maestro della nuova corporazionione degli a(r)matori di Nolesia.
Prende così avvio un botta e risposta fantas(ma)tico.
Trombettiere io ti adoro.
Fantasmino anch’io ti amo.
Noi l’amiamo, gli altri no.
Noi costruiamo gli altri scassano.
Forza dai. Insieme possiamo cambiare tutto.
E’ vero, hai sempre ragione trombettiere. Perché se io posso cambiare, e voi potete cambiare, allora tutto il mondo può cambiare… ‘Principessaaaaaaaaaaaaaaaaa” (nanana nana nanana nananà nanà nananana…)
Ovviamente dopo tanti incensamenti qualche ‘servo della gleba’ comincia a nutrire qualche sospetto.
Ma che, niente niente, vuoi vedere che il buon samaritano è posseduto dallo spiritello, fu il pensiero appena sveglia della scriba ricamatrice.
E’ all’improvviso nella piazza virtuale scoppia il pandemonio. Messo alle strette il buon samaritano confessa: sì, sono stato posseduto…
In pochi si incazzano per la ‘scherzosa’ (poi mica tanto) presa in giro dello spiritello.
Il giannizzero ottomano, solitario, è il contestatore più acceso. L’ultimo ad alzare bandiera bianca. Beccandosi pure una serie di improperi dal buon samaritano che per un attimo perde il controllo (riposseduto?). E il fantasmino che sotto i baffi (solo virtuali) se la ride…

Conclusione della favola
Chi sia il fantasmino non è dato in alcun modo sapere. Senza dubbio è una persona assai vicina al re, al governatore, alla principessa e a tutti i servi e maggiordomi della corte. Uno spiritello che, forse forse, per evitare messe al bando, anatemi ed esorcismi di maghi e bombassi di corte nonché dei curiali cittadini (jooooooooob), preferisce continuare a nascondere la propria identità. Più volte si è chiesto, tra una seduta spiritica e l’altra, al furbo fantasmino, di rivelare la propria identità. Ma come si dice in questi casi: interrogato il morto…

La morale della favola? Ma dove sta scritto che una favola deve obbligatoriamente averne una…


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