Se negli
ultimi venti giorni vi è capitato di percorrere quella strada che va da via
Polveriera (Croce del Papa) alla ss 7bis, lambendo i confini di Saviano,
Scisciano e San Vitaliano allora (forse) avete capito di cosa parlo. Partendo
da quel gioiellino che è il complesso turistico-residenziale “La Cisternina” è
possibile osservare, ambo i lati della carreggiata dei grossi sacchi scuri
contenenti rifiuti (monnezza) che costeggiano la strada fino al cimitero di San
Vitaliano (a pochi metri dallo svincolo sulla ‘nazionale’).
Il tratto di
strada interessato è diviso in partes tres: una nel comune di Nola (via
Polveriera), una in quello di Saviano (via Abate Minichini), l’altra in quello di
San Vitaliano anche se questo ultimo tratto è di competenza della Provincia o
Città Metropolitana (strada provinciale Nola-San Vitaliano).
Una la
domanda che mi passa per la mente quando percorro (abbastanza di frequente)
questo tratto di strada c’è: chi ha messo lì questi sacchi di monnezza? Due le
ipotesi da me prese in considerazione.
Ipotesi 1. Qualcuno evidentemente ha effettuato
‘servizio di pulizia’ dei bordi della strada (spesso utilizzati come cassonetti
a cielo aperto), raccogliendo i vari rifiuti in grossi bustoni neri che però
sono rimasti lì a fare BELLA MOSTRA DEL SERVIZIO RESO. In poche parole ci
ricordano che qualche bravo e solerte amministratore si è interessato a quel
territorio ripulendolo e in caso qualcuno non lo avesse notato, hanno lasciato
i frutti di tale opera (i sacchetti di munnezza) a tenerlo presente ogni
giorni. Una sorta di messaggio pubblicitario: “L’ambiente è per noi una
priorità. Potete toccare con mano i risultati del nostro lavoro”. Certo,
sarebbe davvero bello che si completasse l’opera raccogliendo il tutto… ma poi
come ci dimostrano che lì qualcuno ha davvero pulito?
Ipotesi 2. La raccolta viene effettuata di
notte, ma prontamente qualcuno provvede a rimpiazzare i sacchi di immondizia
prelevati con nuovi. Un qualcuno (magari su incarico di qualche azienda) ha
scelto quella zona come ‘cassonetto a cielo aperto’ e di conseguenza
giornalmente deposita, con certosina accuratezza (i sacchi distano tra loro
15-20 metri) i propri rifiuti.
Ipotesi 3. E’ la più affascinante. Trattasi di
un’opera d’arte (autore ancora sconosciuto) dal titolo ‘una strada di
monnezza’. L’artista con tale opera ha voluto enfatizzare le criticità
ambientali di un territorio dai rifiuti, integrandole a suo modo nel paesaggio.
Di particolare interesse il sacco n.20 perfettamente inserito tra il guard rail
e la barriera protettiva di un ponte.
Conclusione. Quella ideale sarebbe che qualcuno
provveda quanto prima recupero di questo materiale. Molti di questi bustoni
infatti sono già stati distrutti, con il materiale sparso per i terreni
circostanti. Basterebbe davvero poco per effettuare una raccolta. Nel caso
invece che si trattasse di opera d’arte… allore perché non valorizzarla in
qualche modo?
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