Come ogni mattina, prima di mettermi
all’opera, faccio la consueta rassegna stampa (rigorosamente online). Primo
articolo letto: “Gigli e Unesco: il governo approva l’ordine del giorno di Massimiliano
Manfredi”. Secondo articolo letto: “Gigli e Unesco: il governo approva l’ordine del
giorno di Paolo Russo”. Controllo subito se per caso non fossi capitato su
‘lercio.it’ (che poi perché avrebbe dovuto occuparsi di Nola, mi chiedo). No,
il sito è quello giusto. E allora qui c’è qualcosa che non quadra… E mi riservo
di approfondire la vicenda. Nel frattempo, si accende una contesa mediatica (e
social): chi ha firmato questo ordine del giorno alla Camera, Manfredi o Russo?
Chi ha più a cuore Nola, il PD o Forza Italia? Scendono in campo gli organi di
informazione di regime: da una parte e dall’altra. Riprendono vita profili
facebook di sezioni di partito locale dati per morti. Addirittura rispunta pure
qualche fake. Come sempre, tra color che son sospesi, sta il “trombettiere”
(senza offesa, lo sai…) nolano per eccellenza, che per non scontentare nessuno
(o per correttezza dell’informazione, decidete voi) posta entrambi gli articoli
sul suo blog. Il mistero però resta insoluto. Almeno per un po’, fino a quando
vien fuori il testo integrale dell’Odg della Camera dei Deputati (che potete
leggere integralmente qui http://documenti.camera.it/leg17/fascicoloSeduta/xhtml/sed20140709/fascicolo.20140709.ac.2426-A.odg.1.pdf)
, postato su fb da Angela Cavezza.
Si scopre l’arcano. A pagina 8 c’è il testo proposto da
Manfredi (e da alcuni suoi colleghi) mentre a pagina 18 c’è quello di Russo.
Entrambi propongono la stessa cosa (in teoria, ma soprattutto in pratica).
Russo è senza dubbio più sintetico e sbrigativo (da pratico uomo della destra
liberale) chiede al governo di impegnarsi “ad adottare le opportune
iniziative necessarie al riconoscimento del patrimonio culturale immateriale
italiano quale patrimonio mondiale sotto la tutela dell’UNESCO anche prevedendo
la catalogazione e l’identificazione delle espressioni di identità culturale
collettiva, al fine di rendere possibile il riconoscimento delle attività e
delle manifestazioni finalizzate alla incentivazione del turismo identitario e
culturale”. Manfredi invece si dilunga, affronta dettagliatamente differenti
tematiche (da intellettuale ‘radical chic’ di sinistra) e chiede al governo di
impegnarsi “a dimostrare che il patrimonio culturale immateriale – esposto
ad alto rischio di estinzione – è da ritenersi a tutti gli effetti un bene
culturale, dunque meritevole di tutela e di valorizzazione da parte della
Repubblica secondo i dettami del Codice dei beni culturali e del paesaggio di
cui al decreto legislativo n. 42 del 2004; ad approvare disposizioni affinché
rientrino nelle misure di difesa e fruizione dei siti italiani di interesse
culturale, paesaggistico e ambientale anche i siti del patrimonio immateriale,
attraverso la modifica della legge 20 febbraio 2006, n. 77; a predisporre
l’utilizzo il Fondo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale,
costituito da contributi degli Stati contraenti, da fondi stanziati dalla
Conferenza generale dell’UNESCO e da versamenti, donazioni o lasciti; ad assumere
iniziative per incrementare le risorse assegnate al Fondo, anche in accordo con
le Regioni; a finanziare progetti per mantenere e migliorare le eccellenze
immateriali, fonti di coesione sociale ma anche vettori di sviluppo sostenibile
a livello mondiale; a realizzare percorsi di formazione per le
nuove generazioni al fine di diffon dere la conoscenza dei siti del patrimonio
immateriale e la consapevolezza del loro valore, con la partecipazione di
comunità, gruppi e organizzazioni non governative; ad adottare i
provvedimenti necessari a garantire il sostegno dei soggetti che già lavorano
nell’ambito delle espressioni folklorico-identitarie e che contribuiscono a
conservarne la memoria storica”. A parte la lunghezza del testo, entrambi
gli onorevoli vogliono e chiedono la stessa cosa: equiparazione normativa tra
bene materiale e immateriale che, in parole povera (ma poi mica tanto) si
tradurrebbe (uso il condizionale perché non si sa mai) in fondi eventualmente
da spartire o spartirsi tra vassalli, valvassori, valvassini, servi della gleba
e amici degli amici degli amici di entrambe le fazioni (che sono pure opposte,
ma non esitano a sedersi alla stessa tavola, soprattutto se il menù è ricco…)
Cosa cambia per Nola e la sua festa? Per adesso una beneamata minchia.
Come letto in un sagace ‘commento’ su fb del ‘maestro’ Quercia, trattasi di
aria fritta. In pratica il governo promette di impegnarsi a fare quanto
proposto dai due onorevoli (e degli altri che hanno firmato l’odg, da una parte
e dall’altra). Non essendo padrone della ‘materia’ ho chiesto a due amici più
esperti. Il primo mi ha spiegato che trattasi di un primo passo (in verità,
visto il tema, più corretto sarebbe dire ‘mezzo passo’) di un percorso che
porta all’equiparazione della normativa (bene materiale-bene immateriale),
specificando che l’obiettivo finale sono i fondi. Il secondo ha confermato
quanto spiegatomi dal primo affermando che (cito testuale) “il
Governo si impegna ad agire sulle pregresse leggi per favorire la destinazione
d'uso di questi fondi”. Una volta compreso tutto ciò, mi sono chiesto: ma se il
Governo non rispetta gli impegni che succede? Anche in questo caso una
beneamata minchia. Sulla carta l’impegno è un atto formale (oltre che
politico). Quindi mi domando, se tale impegno viene disatteso che si fa?
Manfredi e Russo e i loro onorevoli amici si uniscono e fanno cadere Renzi? Non
solo, se il Governo mantiene solo “l’impegno” preso con Russo o solo quello
preso con “Manfredi”? Vabbè, sto divagando… Chiudo pensando all’inquietante
ipotesi di fondi gestiti da certi personaggi dell’area locale (visto
soprattutto il caso mandatopoli ed altre ruberie varie – quali i 2milioni di
soldi pubblici spesi per un campo di calcio, e vi raccomando le spettacolari e
splendidissime nuove tribune)… “Rabbrividiamo, brrrrr” (cit.)
PS. Non nego che fino all’ultimo ho
aspettato che venisse fuori anche un comunicato di Sommese… per fortuna o
purtroppo non c’è stato
PS2: La legge in questione sui bene
materiali dell’Unesco a questo link http://www.parlamento.it/parlam/leggi/06077l.htm
. Sempre per capire se un giorno (a parer mio abbastanza lontano) dovesse
avvenire l’equiparazione richiesta cosa succederebbe…
Foto marigliano.net |
La cosa che fa ridere nn è che i Big vendono "aria fritta" o fumo... ma che intorno al fumo si agitano una serie si stakeholders ..o meglio galoppini che sono pronti a rivendere il fumo ..già venduto.
RispondiEliminaGiustifico gli uffici stampa (meglio comunicazione) degli onorevoli Russo e Manfredi, d'altronde svolgono un compito per cui sono pagati (da collega spero lautamente) e comunicano le inizative prese dai rispettivi "datori di lavori". Differente il comportamento di alcuni organi di informazione (online ma non solo) che 'leccano il culo' al finanziatore di turno (svendendosi miseramente per un piatto di maccheroni). Pure per fare marchette ci vuole una certa professionalità, ma nel caso in questione questa (la professionalità) manca del tutto. Ah la meritocrazia, questa sconosciuta.... Alla fine, comunque, nonostante sia spesso in disaccordo con gli autori (o meglio l'autore) del cazziblog non si può negare - e l'ho scritto anche nel post - che sia stato l'unico a riportare entrambe le "versioni"
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