giovedì 26 giugno 2014

La nazionale e la rivoluzione tecnologica (ovvero, la sfaccimma della Casa Manaus)


Da Prandelli a Balotelli, tutti alla ricerca di un capro da sacrificare sull’altare della patria (e della nazionale). In due giorni è stato detto e il contrario di tutto. Come sempre in Italia, quando si parla di nazionale (ma anche di politica). Pochi però hanno puntato il dito su un aspetto che, a parer mio, è stato causa principale della tristissima avventura della nazionale in Brasile. La scarsa tenuta fisico-atletica. I nostri giocatori tenevano una ‘uallera’ pazzesca, una ‘coglia’ degna del miglior Andrade. In campo si muovevano con ‘passo felpato’, sembrava quasi di assistere ad una partita di 30 anni fa. E i nostri avversari viaggiavano al doppio (se non al triplo). Nella prima gara  Sterling e Welbeck sembravano saette,  e già dopo un’ora di gioco metà degli azzurri erano stremati che neppure una traversata nel deserto. Anche contro il Costarica si è vista una squadra in forte debito di ossigeno, che dopo un primo tempo al trotto è venuta meno “int e’ cusetur” per la gioia dei modesti avversari, increduli di fronte a tale ‘uallaria’. Contro l’Uruguay poi al 60’ già si usciva per crampi (vedi Immobile) con Verratti (tra i migliori) alla canna del gas (dopo appena un’ora di gioco).
Sorge, a questo punto spontanea la domanda. E la rivoluzione tecnologica? E la SiliconCoverciano? E i gps addosso ai giocatori? E il test TMG? E la speciale app del politecnico di Milano? E l’analisi del battito cardiaco dell’Istituto Biotecna? E la crioterapia? E soprattutto la questa sfaccimma della Casetta Manaus? I media del settore (Rai, Sky, Gazzetta e Corriere dello Sport etc etc) ci hanno ripetutamente (ogni giorno in pratica) fatto due coglioni così sulle nuove tecnologie applicato allo sport, eccellenza del nostro paese (e se questi sono i risultati...). Eppure gli azzurri andavano a ZERO all’ora. Penso che anche i meno competenti si siano resi conto di cotanta ‘coglia’ nazionale. E allora mi chiedo: CHI CI HA FATTO IL PACCO? E’ stato come comprare a Piazza Garibaldi un telefonino megagalattico dallo scatolo splendido e poi trovarci dentro un mattone (cit.). O tutta questa tecnologia era il più GRANDE dei BLUFF o i nostri specialisti non l’hanno saputa usare. Altre risposte non riesco a dare. Di sicuro questa ‘rivoluzione’ non è servita a nulla. E allora ridatemi i gradoni di zemaniana memoria, ridatemi le corse campestri, gli scatti con i pesi dietro, ma, vi supplico, evitate da ora in poi di parlare di rivoluzione tecnologica applicata allo sport. E soprattutto date fuoco a questa sfaccimma di CASA MANAUS (che ha portato na sfiga da paura).


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