mercoledì 4 dicembre 2013

Ricordo quand’ero fanciullo…
(ovvero quando i bambini fanno merda)



La mia passione per il calcio è nata quando avevo circa sei anni. Ricordo ancora la mia prima volta allo stadio. Partita amichevole Nola (allora facevamo la serie D) e Napoli. Mio nonno e i miei zii, in accordo con papà e mamma, decisero che i tempi erano maturi. Avrei visto la mia prima partita di calcio dal vivo. L’amore scoppio in un istante. I giocatori, il pallone, l’agonismo (anche se era solo un’amichevole), ma anche i tifosi, l’atmosfera, l’adrenalina che si respirava allo stadio… e non da ultimo un certo senso di appartenenza a una comunità che si identificava e si ritrovava unita (è uno dei pregi-difetti della provincia) nella squadra di calcio. Da quel giorno (era dicembre) chiesi sempre (e venni accontentato) di andare sempre alla partita. Mio nonno paterno (appassionatissimo) e i miei due zii materni (malati di pallone) i miei accompagnatori ufficiali. All’epoca non c’era Sky o Mediaset. Il massimo era la radiolina che portava qualcuno per seguire la serie A. Ricordo che molto spesso partivano insulti dalla tribuna all’arbitro e ai giocatori avversari. Dal classico “cornuto” ad altri sicuramente più coloriti. Io, e tanti altri bambini come me, ridevo e spesso dicevo al nonno e agli zii “Hai visto, ha detto una parolaccia” e ridevo. Nel furore adrenalinico spesso mi veniva risposto: “evidentemente se lo meritava”. Guai però a ripetere o emulare i più grandi. Immediato partiva lo scappellotto del nonno che spiegava: “Guagliò tu sì piccirillo… e parolacce nun si dicono (ragazzo tu sei piccolo e le brutte parole non si dicono)”. Avevo poi voglia di protestare e replicare con mille argomentazioni fanciullesche. La risposta era sempre la stessa: “Quando sarai grande dirai quello che vuoi tu, ora zitto e vedi la partita”.
Oggi forse (o anzi sicuramente) qualcosa è cambiato. Una curva di bambini può urlare “merda” a un portiere avversario emulando l’esempio dei più grandi (visto e sentito in tv). Dietro ai fanciulli non c’era un “nonno moralizzatore”. Il loro esempio era quello delle curve e dei cori sentiti in tv. Giusto o sbagliato non so, di certo è un fatto che mi fa pensare (e anche tanto). Di sicuro posso affermare che io alle partite mi facevo un mare di risate a sentire tutte quelle “brutte parole”. Mi auguro che almeno quei bombi si siano divertiti anche se mi fa assai strano che un giorno potranno ricordare “Ah che ridere quando si gridava merda al portiere”.
Per concludere. Nella foto si legge “Siamo piccoli ma rubiamo alla grande. Forza Juve”. Gioco di parole simpatico e divertente…  Ho provato a sostituire alcune parole ne è venuto fuori: “SIAMO PICCOLI TIFIAMO COME I GRANDI”. Penso sarebbe bellissimo come nello “striscione originale” che i piccoli tifassero come i piccoli.

P.S. Aberrante è la multa di 5000 euro fatta alla Juventus per quei cori. Fa piacere (e soprattutto infonde fiducia per il futuro) che il modo di combattere certi  comportamenti sbagliati da parte dello Stato sia solo quello di fare multe. Se i comportamenti dei fanciulli sono da biasimare quello degli “organismi preposti“ è a dir poco sconvolgente.  

Foto  presa dal sito web gazzetta.it


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