E niente... Immenso dolore per quanto accaduto in Sardegna. Grande
è il lutto in terra sarda. Piange il cuore di ogni cittadino italiano. In certi
casi una parola è poco, due sono troppe.
Una riflessione però sorge spontanea. Quanto di tutto quello accaduto è
dovuto al caso. Sicuramente non è un fatto normale che in 24 ore vengano giù la
“bellezza” di 440 millilitri di pioggia in 24 ore (roba che manco in sei mesi),
ma non è nemmeno normale che, nel 2013, in un paese come l’Italia, a serio
rischio idrogeologico, non vengano mai prese le necessarie contromisure, quanto
meno per limitare i danni in certe situazioni. Mi sono rotto di sentire, ogni
volta, che l’evento è stato di “eccezionale” (cazzo, ma dico io, capitano
sempre in Italia sti sfaccimma – mi si perdoni il francesismo – di “eventi eccezionali).
I lutti della Sardegna fanno seguito a quelli della Liguria, del Veneto, della Campania
e della Toscana. Nulla di nuovo è stato fatto quanto meno per provare a
prevenire tutto ciò. Dando i numeri si
legge (sul corriere.it) che il 68% delle
frane europee si verificano in Italia. Eventi imputabili non solo al caso. Non
è infatti un caso che in cinque anni i fondi per rischi idrogeologici sono
passati da 500 milioni di euro circa a poco più di 20. Non è un caso che nel
nostro paese non si riesce, da un ventennio a questa parte, a risistemare le
zone a maggior rischio idrogeologico. Tra problemi burocratici, mancanza di
fondi, di personale e il solito italico magna magna, ci ritroviamo per l’ennesima
volta a commentare l’ennesima tragedia. E questa volta non mi servono a nulla
le parole di solidarietà dei politici. Si assumessero le proprie
responsabilità, le proprie colpe. Noi le tasse (almeno la maggioranza del
paese) le paghiamo. Per cosa, mi domando. Se i nostri soldi non servono a
tutelare noi stesso, a cosa servono. Quello della Sardegna non sarà di certo l’ultimo
episodio del genere. Attendiamo con trepidazione di sapere a chi toccherà la
prossima volta. Io incrocio le dita, mi gratto e maledico la classe dirigente
di uno Stato del quale mi sento sempre meno parte. VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!
PICCOLA PRECISAZIONE. Mi perdonino gli amici sardi, ma
questa volta non donerò il solito ebolo via sms. Questa volta non ci sto. Non farò
“il piccolo gesto che può cambiare molto”. Mi dispiace. Io, i soldi per
prevenire questo tipo di cataclismi già li verso pagando le tasse. Io esigo che
parte delle mie tasse vengano usati per prevenire le disgrazie, per evitare il
disboscamento selvaggio (tra le principali cause di dissesto idrogeologico),
per combattere l’abusivismo edilizio (e non per fare condoni un anno si e l’altro
pure) e soprattutto non voglio che si continui a lucrare sulle spalle di gente
(in questo caso i Sardi) che penso abbia già dato parecchio.
Tragedia in Sardegna. Foto tratta dal sito ansa.it |
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